Sabato, 05 Settembre 2020 11:51

Rinasce Palazzo Ardinghelli: le foto. E il 30 ottobre apre il MAXXI

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Si è concluso il restauro di Palazzo Ardinghelli, uno dei monumenti più belli dell’architettura civile dell’Aquila e tra i massimi esempi del Barocco Aquilano. L'edificio dal prossimo 30 ottobre ospiterà la sede distaccata del MAXXI, il Museo nazionale delle arti del XXI secolo di Roma.

In attesa dell'inaugurazione del nuovo polo museale, l'intervento di recupero, curato da Segretariato regionale e Soprintendenza e realizzato grazie a una importante donazione della Federazione Russa, è stato presentato questa mattina alla stampa alla presenza degli attori protagonisti e delle istituzioni.

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L'idea di trasformare Palazzo Ardinghelli in sede museale fu del Ministro Franceschini che nel 2014 pensò di aprire qui una succursale del MAXXI. L'edificio fu quindi adottato dal governo russo che ha finanziato il significativo intervento di restuaro (durato otto anni) con 7,2 milioni di euro, a cui si sono aggiunti 2 milioni del Mibact per gli interventi di adeguamento del palazzo alle esigenze di museo di arte contemporanea.

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Ad illustrare le stanze che ospiteranno una selezione di opere provenienti dalle collezioni di arte, architettura e fotografia del MAXXI, l'architetto della Soprintendenza Franco De Vitis. Anche questo restauro, ha spiegato, ha riservato “sorprese”, con ritrovamenti che sottolineano la stratificazione dell’edificio. Al tessuto medievale si sovrappone la struttura rinascinamentale e la ricostruzione realizzata dopo il terremoto del 1703. Sono ancora visibili le pietre di un antico portale, un dipinto sul soffitto di una delle stanze, probabilmente una camera da letto, che raffigura due putti, o ancora le decorazioni che si intravedono sulle pareti esterne del cortile.

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In questa attenzione alla storia del Palazzo, rientra la salvaguardia dell’intonaco lustro originale dello scalone monumentale e quella della pietra della facciata, che restituisce una cromia molto rara. E, ancora, il restauro di una porzione del pavimento originale, a cui sono ispirate le geometrie delle altre pavimentazioni realizzate. Altra peculiarità è il cortile porticato a esedra, che attraversa l’edificio, collegando piazza Santa Maria Paganica e via Garibaldi. La corte interna sarà uno spazio urbano pubblico aperto alla città, una scelta, ha sottolineato De Vitis, derivante dalla volontà di aprire questo spazio alla città, di concepire il museo come polo della creatività contemporanea, laboratorio di futuro capace di contribuire alla rinascita e allo sviluppo culturale di questo territorio".

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"Il progetto espositivo - ha agiunto De Vitis - è stato realizzato per valorizzare ulteriormente l’architettura del Palazzo appena restaurato. La mostra sarà quindi occasione per esplorare e sperimentare tutti gli spazi del museo, dalla corte allo scalone principale, dalla cappella alla teoria di sale espositive che si susseguono senza soluzione di continuità, in un itinerario che guarda allo straordinario lavoro di restauro realizzato per restituire l’edificio alla città e al pubblico". Oltre ai "gioielli" della collezione del MAXXI nazionale, il polo museale ospiterà cinque opere site specific realizzate da cinque importanti artisti italiani individuati dal Ministero nel 2015: Elisabetta Benassi, Daniela De Lorenzo,  Alberto Garutti, Nunzio e il maestro Ettore Spalletti, recentemente scomparso, cui è dedicato uno degli spazi più suggestivi.

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Alla cerimonia in Piazza Santa Maria Paganica, da pochi giorni dotata di un nuovo impianto di illuminazione che ne fa risplendere la bellezza anche di sera, erano presenti Margherita Guccione, direttore generale per la creatività contemporanea del Mibact; Pietro Barrera, segretario generale della Fondazione MAXXI; Anna Laura Orrico, sottosegretario del Ministero per i beni e le attività culturali e per il turismo; Alexey Fadeev e Konstantin Belyaev, consiglieri dell’Ambasciata della Federazione Russa in Italia; Stefano D’Amico, Segretario regionale del Mibact per l’Abruzzo;  Alessandra Vittorini, Sovrintendente per archeologia, belle arti e paesaggio per la città dell’Aquila e i Comuni del Cratere;  Pierluigi Biondi, Sindaco dell’Aquila; Marco Marsilio, Presidente Regione Abruzzo; Giovanna Melandri, Presidente Fondazione MAXXI.

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Per Melandri, ma il concetto è stato rimarcato anche dal segretario Barrera, il restauro di Palazzo Ardighelli rappresenta un esempio ammirevole di collaborazione internazionale e interistituzionale, un contributo alla ricostruzione della città dopo il sisma del 2009, all’insegna della cultura. "Un sogno che si avvera grazie a una collaborazione molto importante che ha visto MiBACT e Fondazione MAXXI, di concerto con il Comune di L’Aquila, la Regione Abruzzo e le istituzioni del territorio tra cui l’Università, il Gran Sasso Science Institute, l’Accademia di Belle Arti, l’Istituzione Sinfonica Abruzzese, il Teatro Stabile e molte altre ancora, impegnati insieme per un grande obiettivo: contribuire al rilancio del territorio ferito dal sisma attraverso la cultura, l’arte e la bellezza" le parole della presidente Fondazione MAXXI.

"Questo è un paese dove è più difficile costruire che distruggere ma ce l'abbiamo fatta grazie veramente a uno spirito positivo e costruttivo - ha proseguito Melandri- Oggi restituiamo alla città, al territorio, all'Italia e al mondo un gioiello del barocco aquilano. Ringrazio la Federazione Russa, il MiBACT, Cassa Depositi e Prestiti e tutti coloro che lavorando con competenza, generosità e passione hanno restituito al palazzo la sua bellezza.  Ora sta a noi farlo rivivere e, insieme con le amministrazioni, le istituzioni scientifiche e culturali, i centri di studio e ricerca e le associazioni del territorio, ci impegneremo perché le mostre, le iniziative, le attività di MAXXI L’Aquila offrano un contributo alla rigenerazione civile e sociale a lungo attese e alla vivacità culturale propria di questa città”.

La collaborazione con le istituzioni del territorio ha già dato i primi risultati. IL Palazzo sarà infatti fruibile fino alle ore 19 del 6 settembre grazie alle visite guidate curate dagli studenti dell’Accademia di Belle Arti dell’Aquila nel rispetto delle norme di sicurezza (per gli ultimi posti rimasti, prenotazione obbligatoria su www.maxxilaquila.art).

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Palazzo Ardinghelli: la storia

Storica dimora dell’omonima famiglia di origine toscana, il Palazzo è considerato uno dei massimi esempi del barocco aquilano ed è l’unico nella regione che ha la facciata con balconata a quota variata.

Situato in pieno centro storico, in piazza Santa Maria Paganica, fu edificato tra il 1732 e il 1743, dopo il grande terremoto che nel 1703 distrusse la città.

Progettato dall'architetto romano Francesco Fontana, figlio del più celebre Carlo, è caratterizzato da un cortile porticato da cui parte lo scalone monumentale di derivazione borrominiana sovrastato dai dipinti dell’artista veneto Vincenzo Damini, che rappresentano i Quattro Continenti e l’Aurora, datati 1744.

Nelle prime due sale del piano nobile fanno bella mostra due camini monumentali. Dalla parte opposta, invece, dopo il Salone principale, oggi Sala della Voliera, e una teoria di stanze incastonate una dentro l’altra, il cerchio di un ideale percorso si conclude con la cappella di famiglia, dove sarà esposta l’opera pensata appositamente dal maestro Ettore Spalletti.

Dopo la morte di Filippo Ardinghelli, per il Palazzo sono iniziati secoli di progressivo degrado. Alla fine del secolo scorso, ha ospitato prima gli Uffici della Pretura, poi l’Anagrafe del Comune, sino a essere venduto al Demanio dello Stato e, alla fine del 2008, affidato al MiBACT. Dopo pochi mesi, il terremoto dell’aprile 2009 ha danneggiato gravemente la struttura del palazzo, che già versava in una generale condizione di abbandono.

 

Ultima modifica il Domenica, 06 Settembre 2020 14:49

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