Sabato, 10 Ottobre 2020 17:46

Messa in sicurezza acquifero del Gran Sasso: ambientalisti in piazza a Teramo

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Un flash-mob con un'installazione di 100 bottiglie blu in piazza Martiri a Teramo, a rappresentare i 100 litri al secondo di preziosa acqua che, da oltre due anni, vanno persi dal punto di captazione sotto ai Laboratori di Fisica Nucleare del Gran Sasso per la mancata messa in sicurezza dell'acquifero.

Alcune decine di attivisti della Mobilitazione per l'Acqua del Gran Sasso hanno così richiamato l'attenzione su un problema non ancora risolto: le gallerie autostradali non sono state messe a norma entro il 30/04/2019, come prevedeva una legge di ben tredici anni prima; nei laboratori di fisica si continuano solo a mettere pezze insufficienti, con omissioni inaccettabili, correndo dietro agli esposti degli ambientalisti; la regione non ha approvato la carta delle aree di salvaguardia delle falde idropotabili, obbligatoria dal 2006.

Un'iniziativa per denunciare che in questi mesi sono stati dispersi oltre 6 miliardi di litri d'acqua.

"Stiamo parlando dell'acqua che disseterebbe una città di 40.000 persone, altro che piccole quantità come qualcuno vorrebbe sostenere, evidentemente per non far emergere il problema in tutta la sua gravità", sostiene la Mobilitazione per l'Acqua del Gran Sasso; "il tutto in un momento in cui l'acqua, in Abruzzo, viene razionata! La stessa magistratura teramana ha messo 'sotto chiave' l'acqua ma non le fonti di pericolo che non sono a norma. Le attività di messa in sicurezza necessarie da anni latitano: ciononostante un nuovo esperimento, LUNA MV, un acceleratore (classificato ufficialmente come macchina radiogena) con un bunker di cemento armato con pareti di 80 cm di spessore per schermare le radiazioni (realizzato prima di ottenere tutte le autorizzazioni, tanto che i Laboratori sono stati multati e hanno dovuto presentare una SCIA in sanatoria, solo dopo i nostri esposti per giunta), è stato autorizzato, con prescrizioni che rischiano di far mandare a scarico i 100 litri di acqua al secondo per decenni".

Nel frattempo non è stata ancora avviata la rimozione delle 2.300 tonnellate di sostanze pericolose, trimetilbenzene e acqua ragia, stoccate irregolarmente nei Laboratori. "Secondo quanto richiesto dalla regione vanno rimosse entro il 31 dicembre di quest'anno", ribadiscono gli ambientalisti. "Sappiamo che le strutture regionali stanno premendo sull'INFN affinchè la data sia rispettata. In un'epoca di cambiamenti climatici, di acqua inutilizzabile in troppi luoghi in quanto inquinata (il 50% dei corpi idrici abruzzesi è classificato ormai in qualità "scadente" dall'ARTA), è del tutto inaccettabile consentire di sprecare acqua potenzialmente di grande qualità, dovendo pure ricorrere alla potabilizzazione delle acque del fiume Vomano. Gli errori del passato non devono ripetersi".

L'acqua è fondamentale e per questo è prioritaria su tutto. "Bene l'attività scientifica e necessaria la mobilità autostradale ma vogliamo ricordare che senza acqua non si vive e che le crisi idriche, oltre ad incidere pesantemente sui diritti fondamentali dei cittadini, portano a conseguenze economiche gravissime in un territorio, dal turismo alle attività riproduttive".

Per questo, la Mobilitazione per l'Acqua del Gran Sasso chiede:

  • l'immediata rimozione delle sostanze pericolose dai Laboratori di Fisica;
  • la realizzazione di esperimenti solo se compatibili con l'utilizzo concreto della risorsa idrica per la popolazione e, quindi, il recupero dei 100 litri di acqua al secondo;
  • la messa in sicurezza dei tunnel autostradali senza compromettere l'acquifero;
  • investimenti immediati e consistenti per un programma straordinario di rifacimento/recupero perdite delle reti acquedottistiche che sono un vero e proprio colabrodo;
  • nessuna deroga alle norme di tutela dell'ambiente, delle acque e dei lavoratori. 

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