Una interrogazione urgente, a firma Paolo Romano (capogruppo di Italia Viva) e Giustino Masciocco (capogruppo di Articolo 1), apre uno squarcio sulla regolarità delle procedure autorizzative per l'insedimanento produttivo dei call center Comdata spa all'Aquila.
Un passo indietro.
Comdata spa si è aggiudicata la gara da 151 milioni di euro per gestire il contact center Inps, con un ribasso dell'81% sulla parte eccedente la stima del costo del lavoro; il servizio è svolto in 10 sedi sparse per l'Italia, una delle quali all'Aquila appunto, dove sono occupati 540 operatori.
Sin dall'avvio delle lavorazioni, i sindacati non hanno mancato di contestare una pesante riduzione delle ore di lavoro e, dunque, delle retribuzioni, arrivando a proclamare uno sciopero unitario. E le proteste non si sono placate, acuite dalle preoccupazioni per la sicurezza nell'ambiente di lavoro con il diffondersi della pandemia da coronavirus.
Dopo le prime resistenze, attualmente Comdata - come tutti i call center italiani - impiega l’80% del personale in telelavoro ma, in vista del rientro in sede di tutti gli operatori, continua a non fornire chiarimenti ai sindacati su come intenda garantire la sicurezza: anzi, la società non ha riconosciuto la designazione dei Rappresentanti dei Lavoratori per la Sicurezza che non sono mai stati convocati per la sottoscrizione del Documento di Valutazione dei Rischi.
Nella interrogazione, Romano e Masciocco svelano come le organizzazioni sindacali abbiano chiesto due ispezioni del Servizio Prevenzione della ASL subito dopo l’attivazione dello stato di emergenza covid. Ebbene, tempo dopo una organizzazione sindacale ha chiesto copia della Relazione conclusiva delle ispezioni: la Asl, però, ha negato l'accesso agli atti spiegando che l'attività ispettiva "ha generato indagini di polizia giudiziaria ed atti a valenza giudiziaria" e chiarendo che ogni istanza "andrà avanzata al P.M. titolare del procedimento penale presso la Procura della Repubblica, Tribunale di L’Aquila, attivato a seguito di Notizia di Reato".
Non solo.
I consiglieri comunali hanno preso visione di documenti ufficiali da cui emergono possibili problemi formali relativi alla sede operativa di Comdata, ubicata in località Boschetto di Pile. Sebbene il Comune dell'Aquila abbia autorizzato la società ad insediarsi nell'area industriale, l'ARAP - società della Regione Abruzzo che gestisce le Aree Industriali regionali - nel dicembre 2019 ha comunicato all'Ente di non aver fornito il parere favorevole obbligatorio. Di risposta, il Suap ha spiegato come la carenza di documentazione denunciata dalla società regionale non potesse ritenersi ostativa alla positiva conclusione del procedimento.
Ma gli art.li 6 e 7 delle N.T.A. del vigente Piano regolatore del N.S.I. dell’Aquila e lo stesso regolamento dell’Arap, spiegano chiaramente che non possono essere approvati progetti edilizi/esecutivi, e concessi i relativi nulla osta edilizi, in mancanza del provvedimento di autorizzazione all’insediamento. Ed infatti l’ARAP, fin dal dicembre 2019, ha invitato il Suap del Comune dell’Aquila a sospendere l’efficacia del titolo edilizio.
Per questi motivi, e considerate le preoccupazioni dei lavoratori del sito Comdata dell'Aquila, Romano e Masciocco hanno presentato una interrogazione al sindaco e all'assessore competente affinché forniscano "chiarimenti urgenti ed esaustivi per quanto riguarda la regolarità della procedura autorizzativa dell’insediamento produttivo".
In particolare, viene chiesto:
- se il SUAP del Comune dell’Aquila abbia ricevuto, nel frattempo, l’obbligatoria approvazione da parte dell’ARAP della Regione Abruzzo;
- se l’Amministrazione comunale dell’Aquila è in grado di fornire al Consiglio comunale e a tutti i lavoratori interessati i necessari elementi di rassicurazione rispetto alla corretta valutazione delle condizioni legali e tecniche propedeutiche all’autorizzazione dell’utilizzo dei locali presso i quali Comdata ha ubicato la propria sede operativa, anche alla luce della dichiarazione del Servizio Prevenzione della ASL;
- per quale motivo il SUAP del Comune dell’Aquila ha dapprima chiesto, come previsto dalle norme in materia, il pronunciamento dell’ARAP, gestore dell’area industriale, per il nuovo insediamento di una attività di servizi ad altissima intensità di personale un locale destinato ed utilizzato per attività industriale, ma ha successivamente comunicato ad ARAP di ritenere la richiesta non più necessaria, rimanendo di fatto con un’autorizzazione ritenuta da ARAP non corretta;
- se il SUAP del Comune dell’Aquila ha chiesto ad altri Enti competenti, pareri preventivi ai fini della conclusione della procedura autorizzativa, fra i quali ASL e Vigili del Fuoco.