Poco fa, con una nota pubblicata sul profilo Facebook, Dante Labs ha comunicato che "al fine di dare priorità alle persone in bisogno e ottimizzare l'utilizzo delle risorse scarse destinate ai test SARS-COV2 per il COVID-19, e dopo una consultazione con le autorità sanitarie, sarà possibile effettuare tamponi in sede solamente a persone munite di prescrizione medica o ospedaliera".
Insomma, non sarà più possibile fare il test volontariamente.
Giusto stamane, avevamo scritto come si ingrossasse - di giorno in giorno - la fila di persone davanti il gabbiotto della società aquilana, all'ex polo elettronico, considerati i tempi lunghi della Asl per fissare un appuntamento per i test e la legittima preoccupazione che si respira in città per l'aumento dei casi di contagio. In pochi giorni, il laboratorio privato è arrivato a processare fino a 500 tamponi al giorno.
Un servizio importante, una intrapresa imprenditoriale intelligente che ha rilevanti ripercussioni sociali; altrove, non è possibile fare il tampone fuori dai percorsi del servizio sanitario pubblico.
Ora, considerate di avere un bimbo di 6 anni, con lievi sintomi riconducibili al covid: i protocolli prevedono di avvisare il pediatra di libera scelta che, con ogni probabilità, indicherà di sottoporlo a tampone. Tuttavia, dall'attivazione delle procedure al test e fino ai risultati, possono passare anche 10 giorni; un tempo lungo, con il bimbo a casa e i genitori costretti ad organizzarsi non potendo portarlo a scuola. E' chiaro che chi ne ha le possibilità economiche possa decidere di rivolgersi al privato. Ed è soltanto un caso tra i tanti.
Bene il servizio Dante Labs, dunque; certo, ci si aspettava che il servizio sanitario pubblico potesse organizzarsi per tempo potenziando la capacità di fare i test ed istruirli in tempi brevi: non è certo una colpa del privato che, anzi, e lo ribadiamo, sta fornendo un servizio importante per il tracciamento dei casi.
E' sull'organizzazione, però, che avevamo sollevato dei dubbi: chi si è sottoposto a tampone racconta di essersi messo in fila dalle 6 del mattino per prendere il numero di prenotazione, col laboratorio che apre alle 9; stamane, chi è arrivato al polo elettronico alle 7 si è ritrovato davanti circa 200 persone. Fila al freddo ed in mezzo a centinaia di persone che attendevano il proprio turno: non c'erano, infatti, percorsi allestiti per evitare assembramenti, sul piazzale non c'era personale che controllasse che la fila si muovesse in modo ordinato. Un rischio, considerato che all'Aquila - almeno fino a stamattina - arrivavano anche persone da fuori regione per fare il tampone, e considerato che c'è chi si metteva in fila con sintomi riconducibili al covid.
Per non parlare del fatto che, contestualmente, andavano garantiti i servizi ai convenzionati, dall'Ance a Regione Abruzzo.
Insomma, avevamo sottolineato come fosse necessario rafforzare le misure di sicurezza, trovare modalità differenti per regolare l'afflusso e l'attesa del test.
Ora, il cambio di rotta che permetterà una gestione più efficace del servizio di test.