Domenica, 18 Ottobre 2020 11:55

Ferpa e Aipa, convegno nazionale all'Aquila: "Ricostituire un corpo nazionale di tutela ambientale". Pietrucci: "Ricostituire sistema operativo di azione e intervento"

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Si è tenuto all'Aquila, all'auditorium del Parco, in occasione dei 198 anni dalla fondazione del Corpo Forestale dello Stato, un convegno organizzato dalla Ferpa, la federazione per la rinascita della forestale ambientale, insieme all'Aipa.

"Incendi boschivi e dissesto idrogeologico", il tema del confronto, particolarmente sentito in città a qualche mese dagli incendi che hanno devastato la montagna di Arischia e il Monte Pettino.

Un convegno nazionale, quello tenuto all'Aquila, con lo sguardo rivolto alle discussioni nelle Commissioni parlamentari dove sono arrivate diversi progetti di legge per la ricostituzione di un corpo nazionale di tutela ambientale. Con il decreto legislativo 177 del 2016, la così detta Riforma Madia, il corpo delle Guardie Forestali è stato infatti soppresso e passato all’Arma dei Carabinieri, che ne ha preso la gran parte delle funzioni, degli effettivi e delle strutture materiali.

Ricorsi di molti forestali sono stati respinti, ma adesso sembra che i giochi potrebbero riaprirsi; sono state tre le iniziative parlamentari, presentate alla Camera dal deputato del M5s Maurizio Cattoi, da Silvia Benedetti del Gruppo Misto e da Luca De Carlo di Fratelli d’Italia; se ne stanno occupando congiuntamente le commissioni Difesa e Affari costituzionali. 

Le proposte hanno lo stesso obiettivo ma sono diverse tra loro; in ogni caso, si chiede la ricomposizione funzionale e dei reparti dispersi: si tratta di recuperare 6400 ex forestali passati all’Arma, 350 ai Vigili del Fuoco, 125 alla Polizia di Stato, 45 alla Guardia di Finanza, 50 al ministero dell’Agricoltura e circa 600 collocati in mobilità e destinati alle amministrazioni che avevano bisogno di risorse. 

"Una buona politica dovrebbe sempre prevenire i problemi, sicuramente non crearli, e possibilmente evitare di intervenire dopo che i danni si sono prodotti. Ma per fortuna siamo ancora in tempo a recuperare il tempo perduto e a rimediare agli errori" le parole del consigliere regionale Pierpaolo Pietrucci, che ha partecipato ai lavori. "Quest’anno gli errori – qui in Abruzzo, all’Aquila, a pochi metri dalle nostre case – avevano il colore e il calore delle fiamme, degli incendi che hanno devastato Monte Pettino, il cuore del selvaggio parco urbano naturale: meraviglioso spazio di sport, di natura, di cultura e di storia per migliaia di aquilani. E Dio solo sa quanto c’è mancata in quei giorni l’esperienza e la professionalità dei Forestali. Lo dico col massimo rispetto e gratitudine per tutti quelli che sono intervenuti: dai Vigili del Fuoco, all’Esercito, dalla Protezione Civile ai tanti giovanissimi volontari (per i quali andrebbe elaborato un Protocollo di coinvolgimento utile, legittimo e coerente con le operazioni ufficiali che si attivano in caso di calamità, ed evitare ordinanze che gli impediscano di dare il loro generoso contributo). Abbiamo avuto, anzi abbiamo vissuto, l’ennesima prova che è urgente intervenire per ricostruire una struttura – direi un vero sistema operativo di azione e d’intervento – di cui l’intero paese ha ogni anno sempre più bisogno".

Con convinzione, dunque, "vogliamo partecipare ad una iniziativa istituzionale che il Parlamento si appresta a discutere" ha aggiunto Pietrucci. "Lo abbiamo fatto come consiglieri regionali del PD, lo faremo insieme ad altre forze politiche, perché è giusto rendere protagonisti di un procedimento legislativo anche chi dal basso, quotidianamente, da vicino, condivide questi obiettivi".

I dati degli scioglimento del Corpo Forestale, con la militarizzazione forzata di un corpo civile e dedito alla sua specifica missione, sono evidenti. A quattro anni dalla riforma Madia, il servizio aereo antincendio è del tutto insufficiente: elicotteri a terra, personale disperso. Tanto che per fronteggiare le emergenze estive i vigili del fuoco hanno chiesto aiuto al ministero della Difesa definendo un accordo con esercito, aeronautica e carabinieri per allestire equipaggi misti con cui pilotare i mezzi antincendio. Quattro amministrazioni diverse, civili e militari, devono unirsi per fare quello che prima faceva, e da solo, il corpo forestale con il COA, il Centro Operativo Aereo, creato nel 1979 proprio con funzioni di antincendio boschivo (e fondi mirati); al momento dello scioglimento, era dotato di 16 elicotteri NH500, 4 Erickson S-64 e 17 AB412, di cui 5 “dual use”, cioè per impiego civile e militare. I mezzi garantivano la copertura del centro-sud in primavera ed estate per poi spostarsi al nord tra autunno e inverno, quando a bruciare è l'arco alpino.

Spiega Pietrucci: "La riforma Madia ha assegnato ai carabinieri, insieme a 7.000 forestali (e relative caserme, automobili, mezzi nautici), i cinque AB412 'dual use' ma non le competenze sull'antincendio, che sono andate ai vigili del fuoco insieme agli Eriksson, agli NH500, ai restanti AB412 e un centinaio di piloti e tecnici. I forestali passati ai vigili del fuoco sono stati però dispersi tra i vari servizi, e su dodici AB412 assegnati, solo due o tre sono tuttora dedicati all'antincendio. Quanto ai carabinieri, su cinque elicotteri uno solo è ancora dotato di gancio baricentrico e specchi per caricare acqua. Gli altri hanno perso la loro utilità".

Eppure già nel 2017 il trend era chiaro: rispetto all'estate 2012 la superficie di bosco bruciata è aumentata del 50% (da 74.543 ettari a 113.567) mentre le ore di volo degli AB412 assegnati all'Arma sono crollate da 716 a 140 (da 179 a 47 in media per ciascun elicottero). E non va meglio tra i vigili del fuoco: a fronte dell’incremento di flotta, dopo lo smembramento del COA, non si è visto, nelle campagne antincendio boschivo del 2017 e 2018 e neppure in quella del 2019, un proporzionale aumento nel numero dei mezzi utilizzati o nell'impiego del personale denuncia.

"Bisogna ricomporre le competenze, ridurre i costi, riunificare competenze preziose, accrescere il monitoraggio ambientale", conclude Pietrucci. "Sappiamo che la manutenzione del territorio è forse la sfida più complessa. Perché richiede la presenza dell’uomo in montagna, la cura del bosco, la pulizia dei canali, l’utilizzo intelligente del legnatico, l’attenzione per strade e sentieri, le bonifiche lunghe e complesse che devono seguire incendi o esondazioni. Troppi disastri e dissesti segnano l’Italia, soprattutto dopo i fuochi che devastano i fianchi delle montagne. Il clima che cambia ci obbliga a fare di più, non di meno per il territorio. I reati ambientali sono quanto di più odioso possa avvenire. Conoscere la natura, presidiarla, difenderla: con un nuovo Corpo Forestale saremo tutti più sicuri".

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