Venerdì, 30 Ottobre 2020 16:51

Coronavirus, Brusaferro (Iss): "RT arrivato a 1.7, situazione grave. Scenario in evoluzione verso la fase 4"

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L'epidemia peggiora e la fotografia che fa oggi il presidente dell'Istituto superiore di sanità, Silvio Brusaferro, è preoccupante.

L'Italia è in uno scenario di tipo 3 ma in evoluzione verso il 4 che significherebbe un lockdown sebbene più morbido rispetto alla primavera scorsa; la situazione è “complessivamente e diffusamente molto grave sul territorio nazionale con criticità evidenti in numerose Regioni”.

Il monitoraggio della cabina di regia racconta, per il periodo dal 19 al 25 ottobre, di numeri sempre più negativi. Addirittura, in certe regioni non si riesce nemmeno a raccoglierli al meglio, proprio per l'alta circolazione del virus. Tra l'8 ottobre e il 21 ottobre l'indice Rt, il fattore di replicazione, dei casi sintomatici è stato pari a 1,70: significa che ogni positivo ne contagia 1.7. Secondo gli esperti dell'Istituto superiore di sanità “11 regioni e Province autonome sono da considerare a rischio elevato di una trasmissione non controllata e 8 sono classificate a rischio moderato con probabilità elevata di progredire a rischio alto nel prossimo mese”.

Significativo è che scende la percentuale dei casi scoperti con il tracciamento: sono solo il 19.2% del totale. Significa, come detto da più parti negli ultimi giorni, che questa attività è ormai saltata. I casi non riconducibili a catene di trasmissione note, cioè slegati dall'attività di tracing, sono ben 49.511 contro i 23.018 della settimana precedente. Aumentano anche i focolai attivi (sono 12.716 dei quali 3.573 nuovi).

“Sono necessarie misure che favoriscano una drastica riduzione delle interazioni fisiche tra le persone e che possano alleggerire la pressione sui sistemi sanitari, comprese restrizioni di attività non essenziali e restrizioni della mobilità nonché l'attuazione della altre misure previste”, ha chiarito Brusaferro che ha invitato i cittadini a rimanere a casa il più possibile. È “fondamentale” che lo facciano. Chi esce comunque deve fare attenzione al distanziamento, usare correttamente la mascherina e rispettare le misure igienico sanitarie.

Le Regioni vengono invece invitate “nuovamente” ad analizzare il rischio e a “considerare un tempestivo innalzamento delle misure di mitigazione nelle aree maggiormente affette dalla diffusione del contagio”.

D'altra parte, il premier Giuseppe Conte - parlando ieri alla Camera - ha spiegato che le restrizioni introdotte col dpcm del 24 ottobre per gestire la pandemia “senza rimanere sopraffatti”, nel tentativo di “scongiurare un nuovo lockdown, che danneggerebbe ancora di più l'economia”. Se la situazione dovesse peggiorare ulteriormente, però, portando al limite la tenuta del sistema sanitario - la soglia fissata è di 35-40mila contagi in più al giorno - verrebbero assunte le misure compatibili con lo scenario 4, il lockdown appunto sebbene sul modello francese: aziende, fabbriche e uffici aperti, ma tutti a casa, negozi chiusi (tranne gli alimentari), si uscirebbe solo per andare a lavoro e portare i bambini ai nidi o alle elementari, per fare la spesa e per ragioni mediche. Scatterebbe con ogni probabilità anche lo stop agli spostamenti oltre i confini comunali e regionali, con lockdown territoriali (questa volta ferrei) nelle città più colpite dal virus.

Una stretta che, stando alle intenzioni del Governo, arriverebbe non prima del 9 novembre, e se necessario per almeno un mese, fino alla metà di dicembre per tentare di salvare almeno il Natale. Non è escluso, però, un anticipo del giro di vite nel caso di un peggioramento repentino della situazione.

Ultima modifica il Venerdì, 30 Ottobre 2020 22:26

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