La Fp Cgil non ha aderito all’accordo sindacale sottoscritto da Uil Fpl, Fsi, Cisl Fp, Fials e dalla Asl dell’Aquila relativo alle premialità Covid per il personale che ha operato durante l’emergenza di marzo-aprile.
“Pur apprezzando i tentativi della direzione aziendale (goffi, ad onor del vero), apparentemente intesi ad una possibile apertura alle sollecitazioni e istanze delle diverse sigle sindacali, ma concretizzatisi in una sostanziale conferma della posizione originaria, la Cgil ha ribadito fermamente il proprio disappunto” scrive in una nota il segretario provinciale della Fp Anthony Pasqualone.
“L’accordo sottoscritto dalla Asl e dalle altre sigle sindacali, recepisce l’accordo regionale del 30 luglio 2020 senza proporre alcuna sostanziale innovazione rispetto allo stesso, limitando la materia della trattativa esclusivamente alla individuazione delle unità operative e dei reparti da catalogare in fascia A, in fascia B e in fascia C nei confronti delle quali ripartire esigue risorse a fronte dell’impegno di tutte le lavoratrici e lavoratori della Asl. In buona sostanza la contrattazione conclusasi ieri non ha fatto altro che determinare quante e quali lavoratrici e lavoratori (tanti e troppi) escludere dalla premialità Covid”.
“Per questo motivo, e per tutte le ragioni ampiamente rappresentate nel corso della trattativa – e che di seguito vengono sinteticamente descritte – la Fp Cgil della Provincia dell’Aquila non ha sottoscritto la proposta di accordo:
- l’accordo in discussione non riconosce una premialità a tutti i lavoratori in servizio nei mesi di marzo ed aprile 2020, i quali con la loro presenza in servizio, a diverso titolo, hanno contribuito al contrasto della diffusione del virus;
- l’individuazione delle strutture da collocare nelle varie fasce di premialità (A-B-C) è stata pressoché unilaterale e discrezionale; infatti, l’unico concetto che è stato – solo parzialmente – superato, è quello di territorio (o campanile che dir si voglia); basti pensare che, in un primo momento, la Asl aveva, tanto per fare un esempio, collocato i servizi di Pronto Soccorso, di Pre-triage, di 118, di Radiologia e Laboratorio Analisi, in fasce diverse a seconda della loro collocazione territoriale. Inoltre sulle altre unità operative non c’è stata alcuna possibilità di contrattazione, in quanto si doveva sottostare ad un concetto ragioneristico della premialità, senza tener in considerazione le condizioni in cui tutte le lavoratrici e tutti i lavoratori hanno prestato la propria attività nei mesi di marzo e aprile 2020.
- gli importi continuano ad essere al di sotto delle richieste avanzate in sede regionale ed incongruenti con altri riconosciuti in periodo Covid;
- non si condivide la proposta laddove prevede che gli importi previsti per fasce sono legati ad una ulteriore valutazione ex post, senza che preliminarmente siano stati individuati i criteri;
- per quanto concerne i tempi di vestizione ancora non viene recepito quanto stabilito nel vigente contratto nazionale 2016-2018;
- l’accordo, in estrema sintesi, pur nel doveroso rispetto e riconoscimento che meritano i lavoratori esposti in prima linea, tiene fuori tanti, troppi lavoratori e lavoratrici che, a vario titolo, hanno contribuito alla gestione dell’emergenza ed al contrasto della diffusione del Covid-19, che, soprattutto nella fase iniziale dell’emergenza epidemiologica, hanno prestato la propria attività lavorativa senza la minima dotazione di Dispositivi di Protezione Individuale, senza la definizione certa e capillare di percorsi e protocolli organizzativi omogenei, in un clima di generale e costante apprensione ed esposizione al rischio di contagio.
“Per le ragioni qui brevemente richiamate, la Fp Cgil della Provincia dell’Aquila non ha sottoscritto la proposta di accordo, mortificante e penalizzante nei confronti di tutto quel personale che, pur essendosi impegnato e prodigato - senza alcun mezzo a disposizione - nella gestione del contrasto alla diffusione del Covid-19, resta inesorabilmente escluso dalla premialità”.