Il sistema sanitario in provincia dell'Aquila è vicino al collasso; situazione difficilissima negli ospedali di Sulmona e Avezzano.
Ieri mattina, a Sulmona, un uomo di 80 anni, Attilio Caranfa, residente a Roma ma domiciliato a Villalago, è morto nell'ex pronto soccorso del nosocomio, attrezzato in tutta fretta a reparto Covid, per un probabile attacco cardiaco dopo aver trascorso la notte in ambulanza, in attesa del riscontro al secondo tampone. Caranfa aveva fatto richiesta di un tampone tramite il suo medico di base a causa dell'insorgere di alcuni sintomi ma c'erano stati dei ritardi e, dunque, col peggiorare delle condizioni si era reso necessario il ricovero in ospedale; arrivato a Sulmona, dopo un primo esito positivo al tampone rapido, l'uomo è stato lasciato in ambulanza sul piazzale, in attesa che si liberasse un posto. Davanti a lui, c'erano già quattro pazienti positivi sistemati nell'ex pronto soccorso. In ambulanza è morto, colto da un malore fatale.
Tra l'altro, un altro paziente positivo, sistemato provvisoriamente nell'ex pronto soccorso, ha pensato bene di alzarsi dalla branda per fare una passeggiata in ospedale: per dire della situazione di precarietà che vive l'ospedale di Sulmona.
D'altra parte, l'Annunziata si trova, in queste ore, a svolgere funzioni da ospedale Covid pur non essendolo: ci sono soltanto due infermieri dedicati al pronto soccorso che devono fare la spola tra la nuova struttura e quella vecchia dove sono in attesa i Covid. Non c'è neanche un respiratore.
Situazione difficilissima anche ad Avezzano dove, nelle scorse ore, si sono registrati altri 4 decessi. "Aiutateci, c'è un super afflusso di pazienti con sospetti covid e vediamo file di ambulanze con dentro persone, probabilmente contagiate e che aspettano di essere visitate" l'appello disperato del personale sanitario, a rischio contagio e costretto a straordinari estenuanti.
In Pronto soccorso arrivano, tutti i giorni, tra i 50 e i 70 pazienti: l'85% circa ha sintomi riconducibili al covid. I pazienti, mediamente, prima di essere ricoverati sono costretti ad aspettare anche 48 ore: nell'area osservazioni sono disponibili 16 posti letto, tutti occupati, ma ci sono picchi di 40-50 persone presenti. E come non bastassero i problemi strutturali, manca il personale. Intanto, un focolaio di contagi è esploso nel reparto della riabilitazione cardiologica dell'ospedale di Tagliacozzo: potrebbero essere interessati anche dei pazienti del reparto di riabilitazione neuromotoria.
Va meglio al San Salvatore dell'Aquila dove, però, ieri si contavano 32 pazienti in attesa al Pronto soccorso: nel circondario, nelle ultime 24 ore si sono riscontrati 52 casi positivi con 3 decessi.
Anche per questo, l'Abruzzo nei prossimi giorni rischia di passare dalla 'zona gialla', quella a rischio moderato, alla zona arancione. Ciò si tradurrebbe in ulteriori misure di contenimento, tra cui la principale è quella legata al divieto di spostamento tra Regioni e Comuni. D'altra parte, il Ministero della Salute ha chiesto ulteriori appronfondimenti non ritenendo completamente attendibili i dati forniti dalla Regione.