All’Aquila il virus ormai è ovunque, negli uffici, nelle scuole, nelle case.
“Tutto il possibile” che il Direttore Generale della ASL dichiara di aver fatto non è evidentemente abbastanza.
"L’immobilismo e il silenzio delle amministrazioni comunali e regionali rispetto a una situazione di totale inefficienza della azienda sanitaria assumono invece ogni giorno di più i contorni di una colpevole complicità", l'affondo del capogruppo Pd in Consiglio comunale Stefano Palumbo. "Si poteva fare di più e meglio, semplicemente recependo alcuni suggerimenti, in particolare sul sistema di test e tracciamento".
Era il 28 ottobre quando Palumbo propose di coinvolgere l’Università dell’Aquila nel sistema di processamento dei tamponi, sulla scorta di quanto già fatto in primavera con l’Università di Chieti sull’area teatina; "la proposta è stata ribadita il 4 novembre durante il consiglio comunale straordinario e formalizzata all’interno dell’ordine del giorno votato all’unanimità. Nulla però è stato ancora fatto, in particolare dalla Regione, ente deputato a concedere l’accreditamento all’Ateneo, nonostante l’Università dell’Aquila si sia detta, più volte e pubblicamente, pronta a fare la sua parte. Nel frattempo, nelle sole due settimane intercorse dalla mia proposta ad oggi, sono circa 1.000 i nuovi casi di positivi registrati nel comune dell’Aquila. Numeri che se rapportati alla popolazione danno la dimensione del dramma che stiamo vivendo, rispetto al quale da cittadino e amministratore di questa città non chiedo ma pretendo siano adottate misure concrete e non fatti inutili annunci".
Nel comunicare l’affidamento dei lavori per l’adeguamento dei locali e degli impianti del laboratorio analisi del San Salvatore, "il direttore Testa si è infatti ben guardato dal precisare che sono previsti, da contratto, 70 giorni per la realizzazione dell’intervento. Disporremo dunque solo a fine gennaio di uno strumento che sarebbe stato fondamentale per fronteggiare la seconda ondata dei contagi, pronto, speriamo a questo punto, prima della terza ondata, con il laboratorio del nostro ospedale fino a quel momento in grado di analizzare appena un terzo dei circa 1.000 tamponi quotidianamente prelevati e la necessità, dunque, di continuare a ricorrere per il processamento alle strutture di Teramo e Pescara, con tempi di risposta attestati ad una settimana".
Una situazione inaccettabile.
È evidente ormai a tutti che in questa condizione è impossibile arginare la diffusione del contagio, eppure non si sta facendo nulla per provare a ribaltare un processo dagli esiti altrimenti tragici, "a questo punto con dolo se si rifiutano persino le disponibilità offerte" la stoccata di Palumbo.
Serve un cambio di rotta, subito, "e serve soprattutto una strategia per arrivare ad un’autosufficienza territoriale in grado di garantire l’esito di tutti i tamponi necessari nell’arco di 24 ore. Solo così e attraverso un tracciamento immediato si vince la battaglia. Per farlo occorre coinvolgere tutte le energie, le competenze e gli strumenti di cui il territorio dispone con l’umiltà dell’ascolto e la disponibilità all’aiuto. L’Università è pronta a dare una mano. Chi non se ne interessa o peggio lo impedisce? E soprattutto perché? Domande che esigono risposte chiare e soluzioni immediate. Chi non è in grado di darle si faccia da parte", le parole del capogruppo dem.
In effetti, il rettore dell'Università dell'Aquila Edoardo Alesse, pubblicamente, ha dato la disponibilità dell'Ateneo a processare i tamponi.
A quanto appreso da newstown, nel giro di tre o quattro settimane Univaq - già fornita di Laboratorio e di macchinari che potrebbero persino essere implementati in tempi brevissimi - potrebbe essere in grado di processare un alto numero di test, addirittura fino a 1000 al giorno.
Ora, è chiaro che l'Università non può far altro che dare la disponibilità: è Regione Abruzzo, magari sollecitata dal Comune dell'Aquila, che dovrebbe coinvolgere l'Ateneo fornendo la parte autorizzativa e regolatoria. E davvero ci si chiede come mai non sia stato ancora fatto.
L'Università è una eccellenza della città, la frontiera avanzata della sua capacità di reazione ad una emergenza, ed è davvero incomprensibile che non venga pienamente coinvolta in questa fase, che non si 'approfitti' delle eccellenze dell'Ateneo, in ambito sanitario e non solo, per affrontare la seconda ondata di contagi che sta colpendo così duramente L'Aquila.
Si faccia in fretta.