Due giorni fa è scoppiata la bufera sull'Expo 2015, che ha visto l'arresto di sette persone nell'ambito dell'inchiesta sui presunti appalti truccati in vista dell'Expo, che si svolgerà il prossimo anno a Milano.
Tra gli arrestati anche un "big" della prima fase della ricostruzione aquilana: Enrico Maltauro. Secondo la Procura della Repubblica di Milano, un importante appalto per l'Expo 2015 ''del valore di 67 milioni di euro'' sarebbe stato aggiudicato ''in favore di un'Associazione Temporanea di Imprese (Ati) partecipata da Celfa soc. coop., oltre che dalla Maltauro costruzioni Spa'', società di Enrico Maltauro, imprenditore vicentino, finito così in carcere. Si tratta della gara riguardante le cosiddette ''architetture di servizio'' e che sarebbe stata condizionata, secondo quanto riportato dall'ordinanza di custodia cautelare, in cambio di una tangente da ''600mila euro da suddividersi in parti uguali'' tra i componenti dell'Ati.
La Maltauro Costruzioni è una delle imprese che, in Ati con l'aquilana Taddei Spa, ha realizzato diversi edifici all'interno delle 19 aree del Progetto Case, a Bazzano, Camarda, Poggio di Roio e Paganica. Il gruppo capeggiato dall'amministratore delegato Enrico Maltauro (dimesso dal cda aziendale dopo l'arresto) è stato protagonista anche della ricostruzione della sede dell'Anas dell'Aquila. L'avveniristico palazzo, situato in zona Sant'Antonio, è stato uno dei primi edifici pubblici ricostruiti dopo il terremoto nel 2009. Anche in quel caso Maltauro era in associazione con l'aquilana Taddei Spa (capofila), oltre che con la perugina Tamagnini Impianti Srl. All'inaugurazione dell'edificio, avvenuta nel febbraio 2011, presenziò un parterre politico di primo livello, nel quale spiccavano l'allora ministro delle Infrastrutture e trasporti Altero Matteoli e l'ex sottosegretario alla presidenza del Consiglio Gianni Letta.
Nei giorni scorsi il quotidiano La Repubblica ha diffuso un video nel quale Enrico Maltauro consegna una busta - che gli inquirenti presumono si tratti di una tangente di 15mila euro - a Sergio Cattozzo, ex segretario dell'Udc Liguria.