Lunedì, 23 Novembre 2020 17:57

“Evidente degrado e mancate manutenzioni”: indagati i vertici di SdP

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Per gli investigatori e i tecnici nominati dalla procura di Teramo, non avevano mai fatto manutenzione su 9 viadotti della A24.

"Totale inadempienza", sostiene la Guardia di Finanza; tutt’altro che sporadica, visto che la situazione – che riguardava sia gli interventi ordinari che straordinari – andava avanti dal 2009. E alcuni lavori sono stati eseguiti solo dal 2018, dopo il crollo del Ponte Morandi, senza spese a carico della società perché sono stati "utilizzati contributi statali".

Sono accuse gravissime quelle mosse dai magistrati teramani nei confronti dei vertici di Strada dei Parchi, società della Toto Holding e concessionaria che gestisce le autostrade A24 e A25, già al centro di numerose contestazioni da parte del ministero dei Trasporti.

Lelio Scopa, Cesare Ramadori, Mauro Fabris, Iginio Lai, Marco Rocchi e Gabriele Nati – tutti ai vertici della concessionaria negli ultimi 11 anni – sono indagati dai pm Laura Colica e Silvia Scamurra con le accuse, a vario titolo, di abuso d’ufficio, inadempimento di contratti di pubbliche forniture e attentato alla sicurezza dei trasporti.

Insieme alla stessa Toto Holding e alla Toto Costruzioni, sono destinatari di un decreto di sequestro preventivo emesso dal giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Teramo, Roberto Veneziano, di 26.7 milioni di euro eseguito dai finanzieri.

Oggi, presso il Tribunale di Teramo, si è svolta l’udienza camerale per l’esame delle istanze di riesame presentate dagli indagati. "Abbiamo la consapevolezza di aver sempre rispettato le prescrizioni, le regole, la tutela della sicurezza dei nostri utenti. Abbiamo la coscienza tranquilla in attesa della decisione del Tribunale del riesame che non si è ancora pronunciato, e nella cui serenità e serietà di giudizio confidiamo pienamente", si legge in una nota stringata di Strada dei Parchi.

Molti dei manager sotto inchiesta sono coinvolti anche negli accertamenti riguardanti la A25 da parte della procura di Pescara.

La ricostruzione della Guardia di Finanza di Teramo

"A conclusione di complesse indagini di Polizia Giudiziaria coordinate dalla Procura della Repubblica di Teramo, militari del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria hanno eseguito un decreto di sequestro preventivo (ex art. 321 c.p.p.) di disponibilità finanziarie, beni mobili, immobili, per un ammontare complessivo di 26.714.224,94 euro nei confronti dei sei soggetti indagati che nel tempo hanno assunto cariche apicali della ‘Strada dei Parchi S.p.a.’ nonché di altre 2 società collegate".

Così, in una nota diffusa dal Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Teramo. 

Il provvedimento è stato emesso dal Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale di Teramo, che ha accolto le richieste dei Pm titolari delle indagini, Laura Colica e Silvia Scamurra, al termine delle complesse investigazioni originate da alcune segnalazioni (successive ai tragici fatti riconducibili al crollo del ponte Morandi di Genova) che denunciavano lo stato di evidente degrado delle pile dei viadotti della A24, e in particolare di quelli ricadenti nel territorio teramano.

Spiegano le Fiamme Gialle: "I preliminari sopralluoghi e rilievi fotografici delegati al Nucleo di Polizia Economico Finanziaria della Guardia di Finanza di Teramo, effettuati alle pile del Viadotto Casale San Nicola del Comune di Isola del Gran Sasso, evidenziavano lo stato di grave degrado (ossidazione dei ferri dovuta anche a cedimento strutturale dei copriferri). Le indagini sono state quindi estese anche ad altri viadotti della stessa tratta autostradale (Cretara, S. Nicola 1 e 2, Le Grotte, Cerchiara), sempre insistenti sui territori dei Comuni di Isola del Gran Sasso e Colledara. Le ispezioni svolte, anche con l’ausilio di appositi Consulenti Tecnici nominati dai Pm titolari delle indagini, hanno permesso un approfondimento tecnico delle infrastrutture, rilevando criticità su alcune delle pile e degli impalcati costituenti le opere d’arte oggetto di indagine, ovvero ‘ammaloramento’ evidente dello strato di calcestruzzo posto a protezione dei ferri d’armatura (strato copriferro), danneggiamento delle canaline di raccolta e dei discendenti che convogliano le acque di dilavamento provenienti dalla sede autostradale, grave stato di ossidazione dei ferri delle armature esposti agli agenti atmosferici a causa della mancanza dello strato copriferro".

Numerose le acquisizioni documentali effettuate presso i competenti uffici del Ministero delle Infrastrutture e Trasporti di Roma, la sede della società Concessionaria Strada dei Parchi Spa, e la Magistratura Amministrativa (Tar Lazio e Consiglio di Stato).

La Guardia di Finanza aggiunge: "Le molteplici audizioni di Dirigenti e Funzionari del citato Ministero e dei responsabili della società, oltre che le preziose consulenze tecniche eseguite dal docente Berardino Chiaia del Politecnico di Torino, hanno condotto a contestare plurimi gravi fatti di reato di ‘Inadempimento di contratti di pubbliche forniture’ (art. 355 co. 1 e 2 n. 1 c.p) e di ‘Attentato colposo alla sicurezza dei trasporti e disastro colposo’ (art. 432 co. 1 c.p.). La grave situazione accertata a partire da settembre 2018 ad oggi delle opere d’arte dei 7 viadotti teramani è stata evidentemente causata dalla totale inadempienza (dal 2009 ad oggi), da parte della concessionaria autostradale, degli obblighi di manutenzione ordinaria sulle opere d’arte discendenti dall’atto concessorio".

D'altra parte, le uniche opere di manutenzione ordinaria svolte dalla concessionaria Strada dei Parchi spa "hanno riguardato negli anni la pavimentazione, il verde, le segnaletiche e non le parti strutturali dei viadotti (cassoni, pile e appoggi e ritegni antisismici)", scrivono i finanzieri. "I citati interventi di manutenzione ordinaria sulle opere d’arte sono stati effettuati a partire dal 2018 e neppure a spese della concessionaria perché sono stati utilizzati contributi statali, erogati in base ai provvedimenti successivi i fatti di Genova. Grave poi è risultata anche l’inottemperanza agli obblighi di manutenzione straordinaria che gravavano sulla concessionaria dal 2009 relativamente al Viadotto Temperino, da eseguirsi entro il 2013 ma anch’essi omessi fino al 2018/2019, quando sono stati eseguiti con contributi dello Stato".

Ciò ha comportato la contestazione alla concessionaria delle gravi inadempienze agli obblighi derivanti dall’incarico pubblico di gestione dell’autostrada A24 nel tratto teramano e la contestazione dell’attentato colposo ai pubblici trasporti, "poiché le prolungate omissioni dal 2009 al 2018 (e in parte ancora fino all’attualità) non hanno assicurato la funzionalità e l’esercizio in sicurezza della tratta autostradale e hanno messo in pericolo la sicurezza dei pubblici trasporti".

Per i reati di ‘Inadempimento di contratti di pubbliche forniture’ (art. 355 co. 1 e 2 n. 1 c.p), la Procura di Teramo ha chiesto ed ottenuto dal Gip Veneziano il sequestro preventivo finalizzato alla confisca diretta del profitto del reato per circa 5 milioni, pari ai rilevanti risparmi di spesa conseguiti anche avendo ottenuto contributi statali. 

Le Fiamme Gialle teramane hanno esaminato lo stato del consistente contenzioso amministrativo in materia di obblighi gravanti sulla Strada dei Parchi spa derivanti dalle Convenzioni di affidamenti infragruppo: "sono stati sentiti in atti Dirigenti e Funzionari del citato Ministero e i responsabili della società, sono state accertate a carico dei vertici della concessionaria plurime condotte di abuso d’ufficio poiché, abusando della loro qualità di ‘incaricato di pubblico servizio’, pur avendo da Concessione e da legge la facoltà di affidare i lavori connessi all’autostrada ad imprese collegate nella misura massima del 60% del valore della concessione, hanno superato detta percentuale già dal 2015; nonostante le varie diffide del Ministero, hanno continuato ad affidare i lavori infragruppo alla Toto spa Costruzioni Generali, anche violando costantemente i dettami del Codice degli Appalti – sottolinea ancora il Comando Provinciale teramano – Tali condotte illecite hanno comportato il sequestro diretto e per equivalente nei confronti di tre degli indagati e il sequestro diretto nei confronti delle società collegate alla Concessionaria, per circa 21 milioni di euro".

Dalle Fiamme Gialle concludono: "In data odierna presso il Tribunale di Teramo si è svolta l’udienza camerale per l’esame delle istanze di riesame presentate dai soggetti nei cui confronti è stato operato il sequestro. L’importante attività investigativa portata a termine, indica la Guardia di Finanza come il principale referente operativo nella lotta agli illeciti nel settore degli appalti, alla non corretta gestione dei servizi pubblici e alla tutela della collettività, su cui inevitabilmente grava la cattiva gestione della cosa pubblica".

Ultima modifica il Martedì, 24 Novembre 2020 10:00

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