Giovedì, 26 Novembre 2020 15:08

L'Aquila è una città per bici? L'esperienza di un ciclista urbano

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Di Gabriele Curci * - Il Comune dell’Aquila ha annunciato l’inizio dei lavori per una prima versione temporanea della ciclovia urbana, cogliendo opportunamente l’occasione dell’emergenza sanitaria.

Sono circa tre anni che uso in modo abbastanza regolare la bicicletta elettrica per muovermi in città, soprattutto per spostamenti casa-lavoro e per spese di vario genere, per cui vorrei condividere la mia esperienza maturata finora come ciclista urbano, visto che forse verrà data la possibilità all’attualmente esigua comunità di cui faccio parte di crescere molto grazie ad infrastrutture adeguate. Procedo aiutandomi con alcune parole chiave.

Salita

È il primo deterrente all’uso della bicicletta in una città come L’Aquila, caratterizzata da un territorio pieno di saliscendi, belli dal punto di vista paesaggistico, meno dal punto di vista ciclistico inteso come trasporto. Si risolve con la bicicletta elettrica o a pedalata assistita che dir si voglia. È un mezzo eccezionale, che fornisce una spinta addizionale alla normale pedalata muscolare, che permette di affrontare i tratti in salita senza sudare. Lo sforzo richiesto per andare è paragonabile a una camminata a passo medio-lento, quindi adatto ad un esercizio fisico blando anche per chi non vuole fare sport, ma vuole mantenere un tono muscolare e uno stato di salute adeguato. Non sono appassionato di biciclette più di tanto, le intendo più che altro come mezzo di trasporto e non di sport. Fin da piccolo, in TV guardo più volentieri la Formula 1 del Giro d’Italia, ma quando si tratta di spostarsi in città, specialmente da soli, trovo assurdo utilizzare un mezzo di 1-2 tonnellate che occupa costantemente 10-12 metri quadrati (cioè, la macchina), non ha senso.

Freddo

La seconda grande obiezione all’uso della bici a L’Aquila è il freddo, che come è noto è presente 11 mesi su 12 (nel rimanente è fresco). Anche lasciando da parte i discorsi sui cambiamenti climatici, con cui mi trovo per professione a confrontarmi e che vedono anche a L’Aquila un riscaldamento così pronunciato negli ultimi tre decenni da far traballare la tradizionale concezione di città “fredda”, il problema è risolvibile con un adeguato abbigliamento. Personalmente, in ogni stagione, in realtà mi vesto come mi vestirei per andare in macchina, autobus o a piedi, ma mi munisco di foulard per il collo, guanti, giubbetto antivento e della pesantezza giusta e soprattutto di una fascia che ripara fronte e orecchie. Porto gli occhiali da vista, ma se non li avessi ne indosserei un paio da sole. In questo periodo, anche mascherina. La fascia è fondamentale: deve essere fatta di materiale tecnico per escursioni sotto zero, quindi da cercare nei negozi specializzati per trekking/escursionismo. Costa (la mia l’ho pagata 25 euro), ma sono tra i soldi meglio spesi in assoluto, quelli che rappresentano una soluzione definitiva.

Bambini

Quando devo fare uno spostamento da solo, orami uso solo la bici, in tutte le stagioni. Quando invece ho dei passeggeri, ad esempio i figli da accompagnare e riprendere a scuola, allora sono costretto ad usare la macchina. Fino a prima dell’emergenza Covid, in realtà, andavamo in autobus a scuola poi io proseguivo a piedi verso l’ufficio che è a dieci minuti, ma ora con gli orari sfalsati dalle entrate/uscite scaglionate è diventato impraticabile. Andare in bici insieme non è neanche praticabile, per diversi motivi. Il primo è che il tragitto è abbastanza lungo (5 km) e con pendenze e l’età minima per la bicicletta elettrica è 14 anni: difatti è praticamente un motorino, solo che devi per forza muovere i pedali per avere motore. Quindi arriverebbero a scuola stanchi e sudati. Secondo, gli zaini: anche alle elementari i bambini oggi portano intono ai 10 kg di materiale. Potrei caricarli io sulla mia bici con opportuni montanti, ma insomma, sarebbe meglio alleggerire in generale il carico: questo sarebbe il primo passo per facilitare anche altre modalità di ingresso/uscita da scuola che renderebbero più indipendenti i bambini, ma va coordinato con la scuola. Terzo e veramente determinante: la strada non è sicura. Da adulto, me la sento di avventurami su strade senza un minimo di segnaletica a supporto della ciclabilità, ho studiato i miei percorsi che ritengo più sicuri, mi sono abituato a condividere la carreggiata con le auto, pur in mezzo ad automibilisti che per la gran parte non sono abituati alla presenza di biciclette in strada. Ma con i bambini, semplicemente, non si può, ci vogliono percorsi protetti sicuri.

Sblocco

Intendo mentale. Da quanto finora riportato, la mia esperienza dice che i problemi relativi a salite e freddo sono facilmente risolvibili individualmente, quello della sicurezza stradale no. Per questo accolgo con particolare interesse e sollievo l’iniziativa del Comune di iniziare un programma di investimenti sulla ciclabilità urbana. Ci sarà bisogno della collaborazione e partecipazione di tutti, anche di chi continuerà a guidare e basta (spero una minoranza). Un uso meno costante e univoco dell’automobile privata, specialmente se da soli, può contribuire non solo a sentirsi meglio fisicamente, a salvaguardare l’ambiente, a contribuire a rendere la città più vivibile, ma anche a innescare un processo di “sblocco” nelle nostre menti. Questa è l’ultima parola chiave e l’ultima cosa che volevo condividere, forse la più importante: andare in bici per gli spostamenti quotidiani, significa dedicare dei minuti in più all’introspezione e all’osservazione. Vi accorgerete gradualmente di molti aspetti che trascurate sia di voi stessi, che dei vostri cari, che della città, e che invece meritano la massima attenzione e che non è giusto che ci vengano rubati. Gli spostamenti potranno essere a volte un po’ più lenti, ma a volte anche più veloci che con la macchina. Il vantaggio è che il tempo di viaggio sarà sempre lo stesso e quindi facilmente programmabile e non ci sarà bisogno di parcheggiare. Per cui, se già non avete la vostra bicicletta elettrica, vi invito ad affittarne una, a concedervi una settimana di prova per vedere l’effetto che fa. Sono sicuro che sarà buono, provateci!

* Professore Associato del Dipartimento di Scienze Fisiche e Chimiche - CETEMPS

 

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