E’ una lunga traversata nel deserto, quella in cui da mesi sono, malgrado loro, coinvolti 14 mila giovani medici italiani ammessi alle scuole di specializzazione in base alla prova concorsuale svoltasi a settembre.
Professionisti di cui l’Italia, specie in un periodo come questo, avrebbe disperato bisogno, sono bloccati in un limbo, costretti a tenere in sospeso le loro vite, in attesa che si sbrogli la matassa di ricorsi e contro ricorsi tra ministero dell’Università e giustizia amministrativa (Tar e Consiglio di Stato).
Breve riassunto delle puntate precedenti.
Il 22 settembre si svolge con mesi di ritardo il concorso nazionale per accedere alle scuole di specializzazione di medicina. La prova, alla quale partecipano circa 24 mila candidati, avrebbe dovuto svolgersi, in realtà, in estate ma una serie di ritardi aveva portato il ministero a posticiparla.
Le graduatorie definitive, attese per il 5 ottobre, slittano per via di una serie di ricorsi depositati da alcuni candidati contro la prova selettiva. Alla fine, l’elenco degli ammessi esce il 26 ottobre ma sotto forma di graduatoria temporanea.
Passa ancora un mese. La situazione si sblocca il 23 novembre con la pubblicazione l'elenco definitivo. Il Mur (ministero dell’Università e della Ricerca) comunica anche il cronorprogramma con la tabella riepilogativa per la scelta della sede, l'assegnazione e l'immatricolazione: 1 dicembre chiusura della fase di scelta per i candidati, 3 dicembre pubblicazione delle assegnazioni alle scuole di specializzazione, entro il 10 dicembre immatricolazione dei futuri specialisti, 16 dicembre pubblicazione degli esiti delle immatricolazioni per ciascun candidato, ovvero il via libero definitivo alla presa di servizio.
Ieri però è arrivata una nuova doccia fredda.
In una nota stampa, il Mur ha scritto: "Si informano i candidati al concorso di ammissione dei medici alle scuole di specializzazione di area sanitaria per l’a.a. 2019/2020 che il Consiglio di Stato, nell’accogliere l’appello cautelare proposto dal Mur avverso i ricorsi di taluni candidati in relazione al quesito n. 87, sospendendo la sentenza impugnata, ha tuttavia espressamente aggiunto che 'le ulteriori operazioni concorsuali (previste dall’adottando cronoprogramma per l’assegnazione delle sedi) andranno svolte successivamente alla decisione cautelare collegiale', fissando la camera di consiglio per il 15 dicembre".
Insomma, altri 12 giorni di attesa. E il cronoprogramma con le successive fasi della procedura concorsuale non è ancora stato divulgato.
Tutto ciò accade a ridosso di Natale. I futuri specializzandi, che in questi mesi si sono arrangiati come hanno potuto (chi aprendo una partita Iva per lavorare come medico nelle Usca o come guardia medica, chi facendo il volontario), vorrebbero conoscere il loro destino: per molti di loro iniziare la specializzazione significherà andare in un un’altra città, lontani da amici, famiglie e affetti. Spostarsi in un’altra regione e cercare un appartamento in pochi giorni, con tutte le restrizioni anti Covid in vigore, non è cosa semplice.
Il nuovo stop ha sollevato le proteste di Ordine dei medici, sindacati e associazioni mediche, che ora annunciano azioni di protesta.