Una zona gialla "rinforzata" durante i giorni feriali (con divieto di spostamento tra le regioni) e una arancione nel fine settimana. Vietato spostarsi verso un’altra abitazione nella regione per massimo due persone (accompagnate dai figli minori di 14 anni ed eventuali conviventi disabili).
Sono le prime indicazioni contenute nel nuovo decreto su cui il Consiglio dei ministri ha iniziato a discutere ieri sera. Le nuove misure dovrebbero rimnere in vigore fino al 15 gennaio.
Fino a questa data sarà vietato ogni spostamento in entrata e in uscita tra regioni diverse o province autonome. Possibili solo gli spostamenti fra regioni motivati da comprovate esigenze lavorative o situazioni di necessità o motivi di salute. Resta comunque consentito, come già confermato dai precedenti decreti, il rientro alla propria residenza, domicilio o abitazione. Non ci si potrà spostare nelle seconde case ubicate in altra regione o provincia autonoma.
Nei giorni festivi e prefestivi compresi tra il 7 e il 15 gennaio si applicheranno le restrizioni da zona arancione, ma sono consentiti gli spostamenti dai comuni con popolazione non superiore a 5mila abitanti e per una distanza non superiore a 30 chilometri dai confini. Vietato però spostarsi verso i capoluoghi di provincia.
Il nuovo decreto dovrebbe conferamere anche la norma che consente una visita al giorno ad amici e parenti: sarà infatti permesso lo spostamento verso una sola abitazione privata, una sola volta al giorno, in un arco temporale compreso fra le 5 e le 22, e nei limiti di due persone ulteriori rispetto a quelle già conviventi. Le due persone possono essere accompagnate dai minori di 14 anni sui quali esercitano la potestà genitoriale e dalle persone disabili o non autosufficienti conviventi. Resta il coprifuoco alle 22.
Il ministro della Salute Roberto Speranza ha portato in Cdm l’inasprimento delle soglie che definiscono il passaggio di una regione o di una provincia autonoma in fascia arancione o rossa.
Scuole: lite su riapertura
Durante la riunione del consiglio dei ministri si è discusso animatamente sulla riapertura delle scuole, attualmente fissata per il 7 gennaio.
Il capo delegazione del Pd Dario Franceschini, appoggiato dall'area più 'rigorista' del governo, sarebbe favorevole a posticipare le riaperture (parliamo delle scuole superiori) spostando il ritorno sui banchi "non prima del 15 gennaio". Contrati il M5S e la ministra della Scuola Lucia Azzolina, fermi sulla linea dei ritorno nelle aule dal 7 gennaio. Fortemente critiche anche la ministre di Iv, che hanno parlato di "un caos inaccettabile" sul capitolo scuola, "segno di un fallimento del processo di riapertura e del ritorno sui banchi".
Per Azzolina, "i contagi non sono imputabili alla scuola, non è quella la fonte dei focolai - avrebbe detto la ministra, raccontano all'Adnkronos alcuni presenti - i nostri ragazzi hanno pagato sin troppo, basta chiedere loro sacrifici". Intanto la discussione prosegue, il dl sulle misure da adottare dopo l'Epifania non è stato ancora approvato, mentre la ministra e capo delegazione di Italia Viva Teresa Bellanova punta il dito: "Al 4 gennaio non sapere ancora se i ragazzi rientreranno a scuola è davvero inaccettabile".