Giovedì, 21 Gennaio 2021 16:37

Bussi, discariche continuano ad inquinare. Forum H2O: "Enclave con leggi diverse?"

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La mega-discarica dei veleni tossici di Bussi sul Tirino continua ad inquinare.

È quanto emerge dalla relazione dell’Agenzia regionale per la tutela dell’ambiente (Arta) redatta sulla scorta dei dati sulla contaminazione nelle acque sotterranee e nei gas interstiziali.

Le attività di controllo, condotte a partire dal 2015 dal Distretto provinciale di Chieti dell’Agenzia, hanno accertato l’inefficacia delle misure di prevenzione in essere nelle aree situate a monte dello stabilimento. In particolare, non hanno funzionato gli interventi di capping, ovvero di copertura e impermeabilizzazione della discarica, ed il sistema di emungimento delle acque sotterranee, vale a dire il procedimento che permette di prelevare l’acqua di falda, depurarla con carboni attivi e rimetterla in circolo pulita.

Secondo le analisi dell’Agenzia, tali misure non hanno garantito un efficace isolamento del corpo dei rifiuti provocando ulteriore contaminazione delle acque “sia per lisciviazione, ovvero migrazione in falda di eventuali fluidi presenti nei rifiuti, sia per l’immissione in atmosfera di contaminanti volatili”, si legge in una relazione.

Dall’esito degli accertamenti condotti dall’Agenzia, sono state rilevate numerose eccedenze di contaminazione (Csc) particolarmente allarmanti per i composti dei solventi clorurati. Tra le criticità, si segnala l’Esacloroetano, in valori massimi a valle delle discariche 2A e 2B. Infine, nelle aree di scavo per la realizzazione del metanodotto a servizio della Centrale Turbogas di Edison, le analisi hanno evidenziato una diffusa presenza di diossine e mercurio con concentrazioni eccedenti i limiti di legge.

“L’ultima verifica effettuata sul sito di Bussi – ha inteso sottolineare il direttore generale dell’Arta, Maurizio Dionisio - impone la massima celerità nell’espletamento di attività di bonifica risolutive e altamente efficaci. Auspico, pertanto, la realizzazione di attività di messa in sicurezza e la predisposizione di misure di prevenzione nel minor tempo possibile”.

Durissimo il commento del Forum abruzzese dei movimenti per l'acqua. "Se un cittadino butta una cicca di sigaretta viene giustamente multato. Se qualcuno vede una ditta smaltire in un tombino del liquido inquinante e chiama un vigile urbano l'azienda viene sanzionata. Invece Bussi, e in particolare le sue mega-discariche, devono evidentemente essere un luogo franco visto che l'Arta, l'organo tecnico deputato ai controlli, continua a evidenziare da anni la continua diffusione degli inquinanti cancerogeni e tossici nell'ambiente ma la Procura della Repubblica, competente a reprimere i reati ambientali, non interviene. Evidentemente non esiste alcun responsabile di tale situazione. Anzi, la situazione non deve proprio esistere visto che non accade nulla anche se la stampa continua a divulgare ampiamente quelle che a casa nostra paiono notizie di reato".

"Ci chiediamo se per la Procura di Pescara la cittadina di Bussi sia un'enclave con leggi diverse. Se è così chiediamo gentilmente di conoscerle così ci metteremo almeno l'animo in pace", le parole affidate all'Ansa dall'attivista Augusto De Sanctis. "Quando leggiamo nel Testo Unico dell'Ambiente, il D.lgs.152/2006, delle bonifiche e della relativa tempistica, a partire dall'obbligo di adozione immediata di misure di messa in sicurezza efficaci 'ad horas' dalla scoperta dell'inquinamento, iniziamo a pensare che le leggi dello Stato siano beffardi testi umoristici visto che a Bussi sono passati 14 anni e non è stato risolto quasi nulla e gli inquinanti fuoriescono".

Per le discariche 2A e 2B sono passati pure 30 mesi dall'individuazione del responsabile della contaminazione, Edison quale erede di Montedison. "Facciamo un ultimo appello alla Procura di Pescara: potrebbe almeno provare a ordinare alle molecole cancerogene e tossiche che se ne vanno tranquillamente in giro per l'ambiente di astenersi dal fare male. Ecco ci parlino, magari in questo si dimostreranno utili ed efficaci. Sulle azioni del Ministero dell'Ambiente, che, anche storicamente ormai, a nostro avviso sembra essere più a suo agio nel ruolo di stopper delle bonifiche piuttosto che di promotore delle stesse, abbiamo già commentato abbondantemente per cui ha una sua logica il fatto che abbia proposto ricorso al Consiglio di Stato contro la cristallina sentenza del TAR Abruzzo che ha censurato l'annullamento da parte ministeriale della gara per la bonifica. Restano le inequivocabili giravolte dei funzionari che abbiamo evidenziato nei documenti. Da parte nostra continueremo a credere, forse ingenuamente, nelle norme dello Stato. Almeno come cittadini, non possiamo e non dobbiamo tacere".

Ultima modifica il Giovedì, 21 Gennaio 2021 16:56

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