Giovedì, 04 Febbraio 2021 11:56

Piano vaccini Covid, nuovo calendario. Monoclonali, ok dell'Aifa

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In seguito ai rallentamenti delle consegne da parte di Pfizer e Moderna e la raccomandazione di usare il siero AstraZeneca per gli under 55, è stato rimodulato il piano vaccini dell'Italia.

La decisione è stata presa ieri nel corso del vertice di oggi pomeriggio tra Governo, Regioni e commissario straordinario per l'emergenza Coronavirus, Domenico Arcuri.

Cambia di conseguenza anche il calendario delle somministrazioni delle varie categorie individuate. 

Le Fasi della campagna vaccinale in Italia sono 4, così come spiegato da QuotidianoSanità.

La prima comprende operatori sanitari e socio-sanitari, ospiti Rsa e over 80; la seconda le persone da 60 anni in su, persone con fragilità di ogni età, gruppi sociodemografici a rischio più elevato di malattia grave o morte, personale scolastico ad alta priorità; la terza personale scolastico, lavoratori di servizi essenziali e dei setting a rischio, carceri e luoghi di comunità, persone con comorbidità moderata di ogni età; la quarta la popolazione rimanente.

I vaccini Pfizer e Moderna verranno utilizzati per i soggetti fragili e più anziani, mentre il vaccino AstraZeneca per i soggetti tra i 18 ed i 55 anni, già da febbraio, per cui la Fase 1 e la Fase 3 procederanno insieme attraverso due percorsi paralleli.

Riassumendo, dunque, i farmaci di Pfizer e Moderna saranno somministrati agli over 80 e ai più fragili, quello di AstraZeneca, invece, al di sotto dei 55 anni a personale scolastico, forze armate e di polizia, personale carcerario e detenuti.

Dunque, sulla base di quanto deciso ieri nell'incontro tra governo e Regioni, la fase 2 e 3 della campagna di vaccinazione entreranno nel vivo dopo l'arrivo lunedì 8 febbraio del primo carico di dosi di AstraZeneca.

In particolare, l'adesione alla Fase 3 è aperta contemporaneamente a tutte le categorie indicate, per le quali si prevede per l'appunto l'utilizzo del vaccino AstraZeneca.

L’obiettivo del piano nazionale vaccino rimodulato è somministrare 2 milioni di dosi a febbraio, 4 milioni a marzo e 8 milioni ad aprile, per un totale di 14 milioni di dosi distribuite nel primo trimestre dell'anno.

Sì dell'Aifa agli anticorpi monoclonali

La Commissione tecnico scientifica dell'Agenzia italiana del farmaco Aifa ha autorizzato l'uso dei due anticorpi monoclonali anti-Covid delle americane Eli Lilly e Regeneron, per l'impiego in fase precoce in pazienti ad alto rischio.

Si tratta di anticorpi sintetici fabbricati in laboratorio e ottenuti da quelli naturali prodotti dai pazienti immunizzati, da somministrare a chi ancora deve superare la malattia.

Queste cellule artificiali producono anticorpi migliori nell’organismo per debellare il coronavirus. La somministrazione prevede una infusione endovenosa di circa un’ora con un tempo di osservazione tra i 15 e i 30 minuti come nel caso dei vaccini.

L’Aifa ha approvato due tipi di monoclonali: gli americani Regeneron, mix di due anticorpi che abbatte la carica virale, ed Eli Lilly, che sarebbe in grado di ridurre la mortalità del 70%. Verso la primavera inoltrata dovrebbero essere disponibili anche quelli della Toscana Life Sciences. Costeranno circa 2.000 euro a dose che, secondo gli esperti, equivalgono a poco più di un giorno di ricovero ma garantiscono la possibilità di garantire una terapia completa ai pazienti.

In pratica, i monoclinali si legano alla proteina che il virus usa per entrare nelle cellule, cioè la proteina spike, bloccandone l’ingresso ed impedendo la replicazione. Si tratta di una difesa costruita appositamente contro il Covid, quindi funziona come se il soggetto fosse già stato vaccinato.

Lo scudo contro il contagio, però, dura solo qualche mese, non è certo efficace come quello del vaccino. Secondo gli esperti, i monoclonali vanno, dunque, utilizzati all’inizio della malattia, cioè entro 72 ore e non oltre 10 giorni da quando è stato riscontrato il coronavirus. Risultano, inoltre, poco efficaci quando il paziente ha sviluppato i sintomi più gravi. Ecco perché dovrebbero essere usati quanto prima, soprattutto in soggetti maggiormente a rischio di contrarre il Covid e di sviluppare la malattia nella forma più seria (anziani, diabetici, obesi, immunodepressi, ecc.).

Da aggiungere, però, che questi anticorpi monoclonali approvati dall’Aifa potrebbero non essere in grado di combattere le nuove varianti del virus.

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