Mercoledì, 31 Marzo 2021 10:06

Messa in sicurezza acquifero Gran Sasso: ecco a che punto siamo

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Si è tenuto ieri, all'Aquila, un nuovo incontro tra il Commissario straordinario per la messa in sicurezza del sistema Gran Sasso, Corrado Gisonni, e l’Osservatorio Indipendente sull’Acqua del Gran Sasso promosso da WWF, Legambiente, Mountain Wilderness, ARCI, ProNatura, Cittadinanzattiva, Guardie Ambientali d’Italia - GADIT, FIAB, CAI e Italia Nostra.

L’incontro è servito per fare il punto in merito alle attività commissariali.

In sostanza, Gisonni ha comunicato che sono quasi terminate le attività di ricerca, tramite videoispezione, finalizzate alla definizione di tutto il sistema di captazione delle acque del Gran Sasso e del suo stato di manutenzione; il quadro conoscitivo, che secondo le precedenti indicazioni doveva essere pronto per la fine del 2020, dovrebbe essere completato entro due o tre settimane. Il ritardo accumulato è stato dovuto – a detta del Commissario – alle problematiche legate all’emergenza CoViD-19, nonché ad alcune difficoltà tecniche incontrate, in particolare sul versante aquilano. È comunque emerso un quadro anche più complesso di quanto si ipotizzasse con elementi fino ad oggi non conosciuti.

Una volta completato il quadro conoscitivo, si procederà alla progettazione. La prima fase, relativa al progetto di fattibilità tecnica ed economica, sarà gestita direttamente dalla struttura commissariale; la seconda fase della progettazione definitiva, che richiederà un bando europeo, non è ipotizzabile che possa concludersi prima del 31/12/2021: a quel punto si aprirà la strada al progetto esecutivo e all’esecuzione dei lavori per la messa in sicurezza definitiva.

Per quanto riguarda invece l’allontanamento delle sostanze pericolose dai Laboratori INFN, legato principalmente alla prevista dismissione degli apparati sperimentali LVD e Borexino, si devono registrare ulteriori ritardi: la scadenza per lo smantellamento era stata fissata al 31/12/2020, dopo una prima ipotesti al 31/12/2019, ma ad oggi la rimozione è ferma. Venerdì 2 aprile si terrà una nuova riunione della Commissione tecnica che dovrà esaminare la procedura delle operazioni propedeutiche alla rimozione che prevedono delle verifiche sulla stabilità dei serbatoi con l’utilizzo di sostanze di cui deve essere garantita la non pericolosità per l’acquifero.

Infine è stata affrontata la questione della presenza di ben tre commissari di governo relativamente agli interventi che attengono al sito del Gran Sasso. Oltre al Commissario Gisonni, in effetti, esiste un Commissario straordinario per l’espletamento dell’attività di programmazione, progettazione, affidamento ed esecuzione di interventi per la sicurezza antisismica delle autostrade A24 e A25, nella persona di Maurizio Gentile, e un commissario ad acta nominato dal Consiglio di Stato l’attuazione del piano economico finanziario cui è legata la messa in sicurezza strutturale antisismica delle autostrade A24 e A25, nella persona di Maria Barillà.

Una situazione paradossale che si sarebbe dovuto evitare e che, comunque, ora impone un coordinamento degli interventi al fine di evitare doppie spese e ulteriori ritardi.

"Come sempre, l’Osservatorio apprezza la disponibilità del Commissario Gisonni, ma il quadro emerso non è soddisfacente" si legge in una nota delle associazioni. "Il fatto che si siano dovuti attendere 20 anni, da quando le associazioni ambientaliste denunciarono lo stato di pericolo in cui versa la più grande risorsa idrica d’Abruzzo, per avere un quadro conoscitivo del sistema di captazione e distribuzione del Gran Sasso è vergognoso. Ad oggi nessuna istituzione ha smentito il Commissario affermando che il quadro in realtà già esisteva: siamo pertanto di fronte ad una gravissima responsabilità in capo a tutti gli organi nazionali e regionali, compresa la precedente esperienza commissariale, susseguitisi in questi due decenni".

Altrettanto grave è che l’allontanamento delle sostanze pericolose, dopo essere stato rinviato per consentire la conclusione degli esperimenti, sia oggi ulteriormente ritardato. L’Osservatorio ribadisce ancora una volta che "è necessario agire in fretta e bene. La ricostruzione del sistema di captazione e del suo stato di manutenzione è fondamentale per pianificare e attuare una messa in sicurezza definitiva dell’acquifero, così come è altrettanto fondamentale che l’INFN sia obbligato a portare via tutte le sostanze pericolose per l’acquifero nel più breve tempo possibile. Perché ciò avvenga tutte le istituzioni devono collaborare negli appositi tavoli di confronto istituiti. La sicurezza dell’acquifero deve essere finalmente garantita, ma sempre nel pieno rispetto delle normative poste a tutela della salute e dell’ambiente".

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