Non abbiamo numeri certi ma, stando al Direttore del Dipartimento di Igiene e prevenzione della Asl 1 Domenico Pompei, il 30-40% delle persone chiamate per sottoporsi a vaccinazione con Astrazeneca, in funzione delle categorie stabilite, rifiuta l'inoculazione della dose; d'altra parte, non sono poche le persone che non si presentano affatto nei centri indicati, senza avvertire le autorità sanitarie che, magari, hanno preparato le dosi sulla base dei cittadini attesi.
E quando succede, c'è la necessità di utilizzare le dosi infialate entro poche ore, altrimenti vanno gettate.
Un problema gravissimo che, sia chiaro, non riguarda soltanto la Asl 1 ma è piuttosto diffuso a livello nazionale; è il risultato di ciò che si è detto, e scritto, nei giorni scorsi sui vaccini Astrazeneca, di una comunicazione istituzionale fallimentare, incapace di informare i cittadini sugli effettivi rischi collaterali, assolutamente marginali, legati alla somministrazione del siero anglo-svedese.
Ci sono diverse testimonianze di cittadini che, informati da amici o conoscenti che c'erano dosi in eccesso, si sono presentati a 'fine turno' nel centro vaccinale di Bazzano, in particolare, e hanno potuto vaccinarsi, pur non essendo tra le categorie prioritarie; altri, hanno raccontato di aver ricevuto la dose di Astrazeneca addirittura al mattino.
A confermarlo è lo stesso Pompei. Contattato da NewsTown, il medico spiega: "E' vero, ci sono stati segnalati casi di cosiddetti 'panchinari', non iscritti in nessuna delle piattaforme attivate fino ad ora, che hanno ricevuto il vaccino. Ma si tratta di pochissimi casi ed escludo che queste persone possano essere state contattate dal personale medico-sanitario. In caso di disdette, può capitare che si attinga dalle liste di riserva ma viene chiamato sempre chi aveva mandato la manifestazione di interesse, nell'ambito della stessa categoria. Ciò detto, quello dei fuori lista è un fenomeno che va arginato, ci adopereremo affinché determinate situazioni non si verifichino più. Noi lavoriamo per rispettare le priorità stabilite".
Ora, vanno sottolineati due aspetti. Il primo: è preferibile che i vaccini vengano inoculati piuttosto che gettati. Il secondo, non si intende in alcun modo colpevolizzare il personale sanitario che, con straordinaria abnegazione, sta operando nei centri vaccinali né i cittadini che, legittimamente, si sono presentati nel centro vaccinale chiedendo di far parte delle così dette 'riserve'.
Va detto con altrettanta chiarezza, però, che la gestione delle dosi eventualmente in eccesso non può essere affidata al caso o, peggio, a rapporti amicali o di conoscenza; stabilire regole chiare, e trasparenti, significa assicurare parità di trattamento a tutti: non si può consentire che venga favorito chi ha la fortuna di avere la 'dritta' giusta. Anche perché, è presumibile che, di testimonianza in testimonianza, nei prossimi giorni possano crearsi degli assembramenti disordinati davanti ai centri vaccinali della Asl 1.
In caso di rinuncia o di dosi in eccesso, basterebbe chiamare chi ha inviato la manifestazione d'interesse nell'ambito della stessa categoria prioritaria da vaccinare e, dovesse rendersi necessario, aprire una lista 'riserve' secondo principi chiari e trasparenti da cui attingere in caso di necessità.
Non è affatto difficile, anzi. Ed è una procedura di semplice buon senso.