Domenica, 25 Aprile 2021 01:06

25 aprile: la storia di Annina e Luigi Santomarrone. A Roio poste due pietre d'inciampo

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“La solidarietà disarmata di tante persone semplici come Annina e Luigi è stata la condizione per sconfiggere il nazifascismo e creare le basi dell’Italia democratica”.

Così Fulvio Angelini,  presidente provinciale Anpi L’Aquila, ha voluto ricordare i fratelli Annina e Luigi Santomarrone, nel giorno della posa delle pietre d’inciampo a loro dedicate.

In occasione del 25 aprile e del 76° anniversario della liberazione dal nazifascismo, l’Anpi L’Aquila, insieme a Anppia (Associazione nazionale partigiani politici italiani antifascisti), Iasric (Istituto Abruzzese per la Storia della Resistenza e dell’Italia Contemporanea) e d’accordo con il Comune dell’Aquila, ha apposto, ieri, due pietre d’inciampo per onorare la memoria di due fratelli aquilani che morirono nei lager nazisti.

Le targhe sono state sistemate a Roio Piano, in via dei Giardini, davanti quella che fu la casa dove abitarono Annina e Luigi.

Alla cerimonia di ieri erano presenti, oltre a Fulvio Angelini, anche Carlo Fonzi, presidente dell’Istituto abruzzese per la storia della resistenza; Monica Perilli, dell’associazione Annina Santomarrone, che, con un paziente e certosino studio delle fonti, orali e scritte, ha ricostruito la storia dei due fratelli; il vice sindaco dell’Aquila Raffaele Daniele.

santomarrone

“La resistenza umanitaria, praticata soprattutto dalle donne, ha contribuito al successo di tutta la Resistenza” ha ricordato Monica Perilli “Non dobbiamo mai dimenticare che la nostra Costituzione italiana è stata scritta grazie al contributo e alla volontà di uomini e donne che, anche a costo della propria vita, hanno combattuto per avere un mondo migliore e non hanno solidarizzato con la dittatura fascista e l’invasione nazista”.  

“Il professor Masci, dirigente scolastico dell’istituto comprensivo Rodari, ci ha proposto di far visitare questo luogo ai ragazzi delle scuole" ha affermato Fulvio Angelini "Io aggiungo che sarebbe bellissimo intitolare la scuola ai fratelli Santomarrone, due eroi involontari, due persone semplici che rappresentano la parte forse più bella e più profonda della resistenza, la resistenza umanitaria, che aiutò i partigiani in armi a combattere l’esercito tedesco invasore. Le stragi avvenute nel nostro comprensorio, a Onna, Filetto, Pietransieri, ci ricordano quanto i nazisti avessero in odio questa resistenza silenziosa. A Pietransieri vennero uccisi 128 civili, 34 avevano meno di 10 anni, tra essi c’era addirittura un bambino di sei mesi. Che pericolo rappresentavano? Nessun pericolo diretto. Erano solo sospettati di sostenere i partigiani. Incarnavano la coscienza e il coraggio di non voler stare dall’altra parte, la dignità dell’Italia, il sentimento della cristianità, la solidarietà per i bisognosi”. Valori che, oltre a essere ricordati e celebrati, vanno anche attualizzati, calati e riaffermati nel presente: “Oggi chi salva i migranti in mare o sulle rotte come quella balcanica rischia di essere denunciato, condannato e arrestato per aver compiuto un gesto di umanità. I temi della solidarietà e del rispetto dei diritti sono temi attuali. L’onore che facciamo a Annina e Luigi Santomarrone è quello di provare a interpretare oggi, nel nostro mondo, lo spirito di umanità e generosità che loro hanno rappresentato”.

“Un’amministrazione, di qualunque colore essa sia, non può che lodare queste manifestazioni” ha osservato Raffaele Daniele “Essere partigiani oggi può sembrare anacronistico ma non lo è. Vuol dire custodire la memoria e farsi garanti di quella Costituzione che in tanti contribuirono a scrivere con il loro sangue”.

LA STORIA

Annina e Luigi abitavano insieme, con il marito di lei, Nicola. Un giorno dei primi mesi del 1944 la polizia fascista bussò alla loro porta e li arrestò tutti e tre. A tradirli era stata una spia fascista, che aveva parlato in cambio di denaro. I fratelli Santomarrone e il marito di Annina non erano ebrei. Vennero venduti ai fascisti perché avevano ospitato, nella loro casa, un prigioniero di guerra inglese.

“Non l’ho aiutato perché era inglese ma perché era un cristiano come me” disse Annina durante il processo che venne intentato a suo carico. Lei e il fratello vennero condannati a cinque anni di reclusione e deportati in Germania, in due campi di sterminio nazista. Nicola invece si salvò, anche se non si è mai capito perché e come riuscì a sfuggire alla condanna e alla deportazione.

Luigi venne internato a Dachau (vicino Monaco di Baviera) il 28 aprile del 1944 (numero di matricola 67249) e lì morì il 7 febbraio del 1945. Annina venne portata invece a Ravensbruck, il più grande campo di concentramento femminile tedesco (numero di matricola 83844) e da lì non fece più ritorno.

Entrambi erano stati schedati come deportati politici.

LE PIETRE D’INCIAMPO

Le pietre d’inciampo sono un’iniziativa promossa dall’artista tedesco Gunter Demning una trentina di anni fa per coltivare una memoria diffusa dei cittadini deportati nei campi di sterminio nazisti, devono il loro nome al Nuovo Testamento e alla Lettera di San Paolo Apostolo ai Romani: "Ecco, io metto in Sion un sasso d'inciampo e una pietra di scandalo; ma chi crede in lui non sarà deluso".

L' inciampo a cui alludono queste targhe di ottone grandi come sampietrini non è da intendersi tanto in senso fisico, quando piuttosto visivo e mentale. Il loro scopo è far fermare a riflettere chi vi passa vicino e si imbatte in esse, anche casualmente.

Le due pietre d’inciampo dedicate ai fratelli Santomarrone vanno ad aggiungersi a quella posata nel 2012 a piazza Duomo in onore di Giulio Della Pergola, commerciante deportato e ucciso nel gennaio del 1944 ad Auschwitz.

Ultima modifica il Domenica, 25 Aprile 2021 20:29

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