Giovedì, 29 Aprile 2021 20:27

Grimaldi: "Buone risposte da monoclonali, spero negli antivirali"

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“Viviamo un momento di transizione; siamo usciti da una terza fase travagliata, con dati altalenanti: abbiamo avuto un’impennata della curva nell’aquilano seguita da una discesa graduale, e in questo momento siamo in attesa di capire cosa potrà accadere con le riaperture di questi giorni. Ci sono dei focolai, facciamo ancora dei ricoveri ma non c’è la pressione che abbiamo dovuto sopportare nel periodo autunnale”.

A fare il punto della situazione nell’aquilano è il primario del Reparto di Malattie infettive, Alessandro Grimaldi che tiene a ribadire come si stia affrontando una pandemia virale, in profonda e continua evoluzione.

“L’anno scorso, di questi tempi, eravamo in lockdown totale: alla fine di aprile, avevamo smesso di ricoverare pazienti affetti da covid. Oggi la situazione è diversa: tocchiamo con mano le difficoltà del tessuto economico, c’è la voglia di ripartire, di tornare ad una vita sociale un pochino più normale, e queste esigenze si devono adattare ad un virus che cambia, muta, diventa più contagioso, alla situazione delle strutture ospedaliere ancora sotto pressione e ad un numero di morti giornalieri che desta sconcerto e preoccupazione. Considerando che probabilmente non ci libereremo presto del virus, bisogna trovare il modo di conviverci puntando sulla prevenzione e sui controlli. Per questo, le riaperture debbono essere accompagnate da controlli severi”.

Altrimenti si rischia di vanificare gli effetti benefici dei vaccini: “La preoccupazione maggiore è che prima o poi arrivi una variante che sfugga all’azione dei vaccini. E’ un momento delicato, nessuno ha la soluzione ideale: ci vuole un grande senso di autodisciplina”.

Una campagna, quella vaccinale, che nella nostra provincia, sebbene non manchino le criticità, prosegue a buon ritmo. Il Direttore sanitario della Asl 1, Alfonso Mascitelli, audito in Commissione ‘Politiche sociali’ del Comune dell’Aquila, ha chiarito che il 32.7% della popolazione residente ha già ricevuto almeno una dose del vaccino, ponendo la provincia dell’Aquila al secondo posto in Abruzzo, subito dopo Teramo. E intanto, il 3 maggio verrà inaugurato il nuovo polo a San Vittorino, nei locali della Scuola Edile, con 9 linee vaccinali, che andrà ad aggiungersi alle strutture di via Ficara e di Bazzano.

D’altra parte, il virus è diventato più impegnativo da trattare: tuttavia, “nel reparto di Malattie infettive non abbiamo più decessi dal mese di dicembre”, sottolinea Grimaldi; “siamo stati fortunati, certo, ma forse significa che cominciamo a prendere le giuste misure. Se si interviene precocemente, con cure efficaci, anche a domicilio, si possono avere buone speranze di salvare la vita ai pazienti. Ed oggi abbiamo armi nuove a disposizione: in particolare, gli anticorpi monoclonani che abbiamo iniziato a somministrare da qualche settimana ai soggetti particolarmente a rischio, coloro che hanno comorbidità che li rendono più vulnerabili al virus”.

In Commissione, Mascitelli ha riferito che l’Unità operativa guidata da Grimaldi è stata accreditata proprio per la somministrazione degli anticorpi monoclonali.

“La mia speranza è che ai vaccini si possano affiancare dei farmaci antivirali: a breve dovremmo avere un farmaco antivirale nuovo che sembrerebbe discretamente efficace sul virus e che si potrebbe aggiungere al Rendesevir che utilizziamo ampiamente e che ci ha dato buoni risultati; al momento, è l’unico farmaco – insieme agli anticorpi monoclonali – che si può utilizzare nella fase iniziale e va ad inficiare, così, la replicazione del virus. Avere queste armi a disposizione potrebbe essere una svolta epocale”, ribadisce Grimaldi; infatti, “qualora ci fossero delle varianti che dovessero sfuggire al vaccino, avremmo a disposizione dei farmaci salvavita. E’ quello che è successo con l’Hiv: all’inizio degli anni ’90 avevamo dei farmaci che limitavano la replica del virus ma dopo poco tempo intervenivano delle varianti che inducevano una resistenza. Poi, a metà degli anni ’90 abbiamo cominciato ad avere più classi di antivirali che agivano in diverse fasi della replicazione del virus: il cocktail di questi farmaci ci ha permesso di rendere questa infezione, ancora temibilissima, di fatto cronica. Oggi non possiamo eliminare il virus dall’organismo ma possiamo bloccarne la replica e vanificarne gli effetti. Altri risultati straordinari sono stati ottenuti nella lotta all’epatite C che, ogni anno, faceva e fa milioni di morti per complicanze: oggi abbiamo dei farmaci che in 8 settimane bloccano la ripetizione del virus e ci permettano di eliminarlo dall’organismo. Spero che parallelamente ai vaccini possa svilupparsi un filone di terapie antivirali efficaci che potrebbero rappresentare una vera e propria svolta nella battaglia contro il covid-19. Anche perché non è facile vaccinare la popolazione mondiale in tempi brevi, anzi”.

Ultima modifica il Venerdì, 30 Aprile 2021 01:04

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