“Il ministro Cingolani proponga al Governo di impugnare la norma che taglia il Parco regionale del Sirente Velino, una scelta anacronistica e in contrasto con le norme nazionali e gli obiettivi dell’Unione Europea sulla tutela della biodiversità e sul percorso della Next Generation. Servono più aree protette e più territori protetti per frenare la perdita della biodiversità e ridurre gli effetti del cambiamento climatico in atto”.
A lanciare l'appello è Legambiente Abruzzo.
“Questa azione - prosegue l’associazione ambientalista- rischia di essere solo un regalo alla speculazione e alle corporazioni che pensano di continuare a gestire il territorio abruzzese per far divertire qualche anziano cacciatore e mettere a rischio la tutela delle specie a rischio di estinzione come l'orso bruno marsicano. Il territorio del Sirente Velino non merita questo oltraggio e non lo meritano gli abruzzesi che da sempre sono stati favorevoli alla nascita delle aree protette ed oggi appare sempre più necessario che nasca un Parco nazionale per togliere dalle mani della Regione la gestione di un territorio che evidentemente non sa gestire e tutelare in maniera adeguata”.
“Dobbiamo prendere atto che in Abruzzo la tutela della biodiversità è una missione che sa fare lo Stato attraverso i Parchi nazionali e le comunità locali che si sono assunte la responsabilità della gestione diretta dei loro territori attraverso le riserve regionali”.
“Per il parco regionale del Sirente Velino, area fondamentale per la tutela delle specie a rischio e per la tutela globale della biodiversità, occorre immediatamente una legge per trasformarlo in Parco nazionale - la proposta di Legambiente - e, per evitare effetti nefasti, che il governo blocchi questa assurda legge approvata dal Consiglio regionale abruzzese”.