Velino coperto dalle nuvole, quasi a nascondere l’area della tragedia dove, lo scorso gennaio, in un’altra giornata di maltempo, scomparvero Valeria Mella, Gianmarco Degni, Tonino Durante e Gian Mauro Frabotta, ricordati oggi dal Comune di Avezzano che ha voluto dedicare ai quattro sfortunati concittadini una targa commemorativa in via Aldo Moro - largo caduti dei Vigili del fuoco - di fronte al nuovo Municipio.
In un clima di intensa commozione, il sindaco Gianni Di Pangrazio ha ricordato i quattro giovani e la tragedia che “ha colpito al cuore” l’intera comunità avezzanese e marsicana. “E’ una giornata uggiosa”, ha sottolineato il primo cittadino, con al fianco il vescovo, Monsignor Pietro Santoro, l’assessore regionale alla protezione civile Guido Liris, il presidente della provincia Angelo Caruso, il presidente del Consiglio comunale Fabrizio Ridolfi, il consigliere delegato alla protezione civile Maurizio Seritti, gli assessori e i consiglieri comunali, i rappresentanti di tutte le forze dell’ordine e del soccorso, “e non poteva essere diversamente visto che oggi si ricorda una tragedia che ha colpito al cuore un’intera comunità. Abbiamo scelto questa piazzetta perché è dedicata ai Vigili del fuoco che, in quei bruttissimi giorni, insieme a tutti i soccorritori, furono impegnati senza mai perdere la speranza di trovare ancora in vita quei poveri ragazzi che sono stati accolti in cielo dal Signore e ricordare il grande cuore della nostra città e della comunità marsicana”.
La tragedia del monte Velino, infatti, oltre a tenere con il fiato sospeso le famiglie e l’intera comunità marsicana fino al tragico epilogo, fece scattare una mobilitazione ad ampio raggio su scala nazionale con un enorme dispiegamento di forze a tutti i livelli. Quei giorni drammatici sono stati ricordati pure dal Vescovo dei Marsi che, al termine della piccola cerimonia in ricordo di Valeria, Gianmauro, Tonino e Gian Marco, ha benedetto la pietra che guarda al Velino e la targa in pietra lavica dipinta a mano, donata da una famiglia avezzanese, con la scritta “Che sia sempre il sorriso a condurvi sulle cime più alte...”
“Abbiamo atteso”, ha ricordato monsignor Santoro, “pregato, sperato e poi consegnato al signore i nostri 4 ragazzi: le loro anime sono vive per l'eternità. Siamo qui per riconsegnare i loro volti alla storia della Marsica, perché ciò che è accaduto sta a significare che appartengono alla nostra storia. Sono e sono stati una lezione di vita poiché sono stati cercatori di meraviglia e di bellezza del creato. Questa pietra guarda il Velino affinché la vita sia ricerca di bellezza e di amore. Abbraccio le famiglie e preghiamo perché ognuno di noi possa essere degno della loro storia. Un giorno ci rivedremo. Certo ora è un legame diverso”, ha concluso rivolto ai familiari, “ma siate fieri dei vostri ragazzi”.