Giovedì, 03 Giugno 2021 09:47

Rete ospedaliera, Sulmona ospedale di I° livello: manterrà punto nascita

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Sulmona conserverà il suo punto nascita, sebbene in deroga alla legge Lorenzin non raggiungendo il tetto dei 500 parti annui.

E’ quanto si evince dall’ultima bozza del piano regionale di riordino della rete ospedaliera. 

In un primo momento, la Regione aveva classificato l’ospedale dell’Annunziata come presidio di base; poi, il dietrofront: il nosocomio di Sulmona sarà di primo livello, così come gli ospedali di L’Aquila, Avezzano, Chieti, Lanciano, Vasto, Pescara e Teramo.

Sei saranno i presidi di base: Ortona, Popoli, Penne, Atri, Giulianova e Sant'Omero.

Due i presìdi ospedalieri in zone particolarmente disagiate, sede di Pronto soccorso: Castel di Sangro e Atessa.

Così, Sulmona manterrà il punto nascita che, si legge nel documento elaborato dall'assessorato alla Sanità, “presenta tutti i requisiti tecnologici e di sicurezza di cui all'accordo Stato-Regioni del 16 dicembre 2010 per la valutazione delle richieste di mantenere in attività punti nascita con volumi di attività inferiori ai 500 parti annui e in condizioni orogeografiche difficili”. Nel documento si rappresenta, inoltre, che “sono in corso le procedure di reclutamento del personale al fine di garantire al punto nascita i requisiti di legge”. Nel giustificare la deroga la Regione prende in considerazione anche le insidie dovute a distanze chilometriche, tassi di infortunio, incidenti stradali e tempi di percorrenza, qualora le gestanti in carico al presidio ospedaliero sulmonese venissero costrette a ricorrere ad un punto nascita alternativo.

Tuttavia, non mancano le polemiche.

La sindaca di Sulmona, Annamaria Casini, parla di “sveltina della Regione che concede il primo livello solo sulla carta, senza provvedere a dotarlo delle necessarie professionalità. Se la situazione resterà questa, il piano sarà sicuramente bocciato dal ministero della Salute”, l’affondo della prima cittadina.

Mariani: "Penalizzata provincia di Teramo"

“Il Piano di Riordino della rete ospedaliera 2019/21 in Abruzzo presentato in Commissione dall’Assessore alla Sanità rappresenta un vero e proprio insulto per la provincia di Teramo”.

Lo afferma Sandro Mariani, Capogruppo di “Abruzzo in Comune”, nel commentare l’audizione della Verì di questo pomeriggio nella quale è stato illustrato, a brevi linee, la bozza del nuovo piano di riordino della rete ospedaliera.

“Già è assurdo dover discutere a giugno 2021 un qualcosa che doveva essere programmato nel 2019, ma quello che da teramano mi fa veramente rabbia è vedere come la Giunta Marsilio abbia di fatto depauperato la sanità teramana nel suo complesso, ponendo questa provincia in una forma di “sudditanza operativa” rispetto agli altri presidi di Chieti, Pescara e L’Aquila” spiega Mariani. “Da quanto ci ha presentato l’Assessore Verì emerge come Teramo perde ogni possibilità di ottenere il DEA di II° livello lasciando, con funzioni importanti e di rilievo a livello regionale, solo la cardiologia, depotenziando la neurochirurgia e lasciandola a funzione di spoke di I° livello solo per interventi alla colonna vertebrale”.

“Non va meglio a Giulianova che esce fortemente indebolita, diventando in pratica quasi un ospedale periferico, il tutto alla faccia delle promesse fatte a più riprese dagli esponenti del Carroccio e ribadite dallo stesso Salvini che aveva promesso che il Maria S.S. dello Splendore sarebbe diventato DEA di I° livello” incalza il Capogruppo di “Abruzzo in Comune”. “In pratica, alla faccia di quanto annunciato dall’Assessore Verì lo scorso marzo, quando visitando il nosocomio giuliese assieme al sindaco Jwan Costantini e ai Consiglieri Regionali Tony Di Gianvittorio e Simona Cardinali spiegò che il problema non era la classificazione, ma le specialistiche sul territorio, oggi scopriamo che per Giulianova ci sono solo tre U.O.C., ovvero Chirurgia, Medicina e Lungodegenza, una scelta che ne castra ogni successiva ambizione di crescita e di sviluppo. Non parliamo poi di Atri, dove muore definitivamente il tema del Punto Nascite, o di Sant’Omero che non sono stati praticamente considerati!”.

Il Capogruppo di “Abruzzo in Comune” lamenta inoltre le difficoltà di una Commissione Sanità gestita da remoto, con diversi Consiglieri collegati ed una oggettiva difficoltà a confrontarsi a causa delle ormai note problematiche tecniche che non sono più accettabili. “Ora il Piano di Riordino della rete ospedaliera 2019/21 avrà una lunga gestazione, dovrà passare in Giunta e poi in Consiglio Regionale e qui annuncio sin da ora che darò battaglia perché quello che ho letto non mi piace, offende e penalizza la provincia di Teramo rendendo il “Mazzini” il quarto presidio ospedaliero della regione, con una offerta decisamente inferiore rispetto agli altri capoluoghi di provincia. Un qualcosa che è inaccettabile, tanto che auspico che tutti i Consiglieri teramani, di maggioranza e opposizione, siano pronti a dare battaglia perché non è possibile che venga trattata così un territorio, quello teramano, che con questo piano diventerà la periferia dell’Impero del romano Marsilio in Abruzzo!”.

Ultima modifica il Giovedì, 03 Giugno 2021 20:05

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