Rinasce la torre di S. Stefano di Sessanio, il cui crollo fu una delle immagini tristemente simboliche del terremoto del 6 aprile 2009.
Si è tenuta stamane la 'Giornata della Memoria', cerimonia organizzata per festeggiare l'avvenuto recupero dell'edificio, a seguito di un intervento di ricostruzione costato circa 1,5 milioni di euro.
All'evento hanno presenziato il commissario del sisma 2016 Giovanni Legnini, il presidente della Regione Marco Marsilio, il responsabile dell'Usrc Raffaello Fico, il responsabile dell'Usra Salvo Provenzano, il capo dipartimento di Casa Italia Elisa Grande, il capo dipartimento della Protezione civile Fabrizio Curcio, il progettista e direttore dei lavori Bruno Gori, il prefetto della provincia dell'Aquila Cinzia Torraco, il Questore Enrico De Simone, i parlamentari Stefania Pezzopane e Luigi D'Eramo, il rettore di Univaq Edoardo Alesse, il sindaco di S. Stefano di Sessanio Fabio Santavicca, il sindaco dell'Aquila Pierluigi Biondi con l'assessora al turismo Fabrizia Aquilio, l'assessore regionale alle Aree interne e alla Ricostruzione Guido Liris, i consiglieri regionali e del comune dell'Aquila Americo Di Benedetto e Roberto Santangelo, il consigliere provinciale e del comune dell'Aquila Luca Rocci oltre ad alcuni sindaci del territorio.
"E' un momento di enorme valore simbolico: la torre di Santo Stefano di Sessanio torna ad essere un punto di riferimento nel paesaggio e nella cultura del territorio; questa inaugurazione ci apre il cuore e dimostra che la ricostruzione è in stato avanzato: tanto altro continueremo a fare per restituire bellezza e futuro a questi luoghi", le parole del governatore Marco Marsilio.
"E' un bellissimo segnale" commenta Giovanni Legnini "La torre è uno dei beni culturali simbolo del Cratere 2009, come tale fu inviduato subito dopo il terremoto. Oggi è davvero una giornata di festa, per Santo Stefano e l'intero Abruzzo"
"Con la Cabina di regia abbiamo definito i programmi unitari per entrambi i crateri, con la partecipazione e il consenso di tutte le istituzioni, dalle regioni ai rappresentnti dei sindaci fino alle strutture della presidenza del Consiglio. Adesso siamo impegnati nella prima fase, quella dell'individuazione dei progetti. Tra questi ci saranno sicuramente interventi rilevanti per i piccoli comuni delle aree interne, che rapprensentano la gran parte dei comuni dei due Crteri, a partire da un robusto programma di connessione digitale rafforzata. L'isolamento di questi territori si vince portando economia, infrastrutture e connettendo dal punto di vista digitale i centri stessi".
La storia della torre è di fatto la storia del paese di Santo Stefano di Sessanio, soprattutto nella fase di insediamento ed incastellamento del borgo. I primi insediamenti si fanno risalire al periodo dell’Alto Medioevo, approssimativamente nel periodo della colonizzazione monastica. Dopo le invasioni saracene e con i cambiamenti connessi al processo di “al livellamento”, si è avviata la fase di formazione del castellum di Santo Stefano; la presenza di insediamenti rurali e la vicinanza al convento cistercense di Santa Maria del Monte accreditano l’ipotesi dell’esistenza sulla sommità del colle di una torre di solo avvistamento, a scopo difensivo.
L’edificio era costituito inizialmente dal solo fusto cilindrico privo di coronamento, con porta di accesso ad una quota elevata e con finestre, tutti elementi incorniciati da blocchi in pietra. Sarà proprio la presenza di questo singolare elemento edificato a determinare la genesi del tessuto edilizio circostante.
L’evolversi delle tecniche militari e l’avvicendarsi di fenomeni rovinosi indurranno poi a cambiamenti e modifiche della versione originale della torre. E’ possibile riferire al periodo angioino la sua trasformazione più vistosa che ha aggiunto alla canna cilindrica originale l’apparato a sporgere del coronamento impostato su beccatelli a tre aggetti che hanno trasformato di fatto la torre in un vero presidio di difesa del borgo.
Sostanziali cambiamenti seguirono, anche nel borgo di Santo Stefano, alla vendita nel 1579 della Baronia di Carapelle a Francesco I dei Medici. Il restauro della torre, senza cambiamenti sostanziali, venne ricompreso nei più generali lavori di abbellimento del borgo, ormai al centro di un’intensa attività commerciale, tanto da essere, successivamente e in modo improprio, definita “torre medicea”.
Per questi motivi, la giornata di oggi è così importante per il borgo e, più in generale, per il territorio aquilano. "La rinascita avviene anche attraverso i simboli; nella nostra quotidianità ci dimentichiamo troppo spesso dei simboli che tornano, però, quando accadono eventi tragici come un terremoto. E soltanto allora ce ne ricordiamo. Credo che sia importante ad essere qui a testimoniare il momento di rinascita, così come abbiamo fatto nel 2009 al momento della distruzione", ha detto il capo Dipartimento della Protezione civile Fabrizio Curcio che, all'epoca del terremoto, era al fianco di Guido Bertolaso.
Curcio, passato anche dal Dipartimento Casa Italia, da tempo invoca una legge quadro per le ricostruzioni. In questo senso, si sono fatti passi avanti importanti: "Si. Abbiamo fatto diversi incontri tecnici; ci sono ipotesi che stiamo studiando col commissario Legnini e col Dipartimento Casa Italia. Abbiamo una attenzione importante da parte del Governo e, quindi, penso che a breve riusciremo a fare qualcosa che abbia un percorso legislativo importante. Ci stiamo lavorando".