Tra gli ambientalisti che sabato scorso hanno manifestato davanti al finto Ministero della Transizione Ecologica c’era anche una folta delegazione dei Comitati cittadini per l’ambiente di Sulmona.
I comitati di tutta Italia si sono dati appuntamento nella capitale per contestare le politiche del governo Draghi e in particolare del ministro Cingolani che, di fronte alla gravissima crisi climatica che investe l’intero pianeta, continuano a fare solo vuote promesse mentre dovrebbero imprimere un deciso cambio di passo verso una vera transizione energetica che metta al centro lo sviluppo delle rinnovabili e l’abbandono delle fonti fossili.
Alla manifestazione, promossa dalla Campagna nazionale “Per il Clima Fuori dal Fossile”, hanno partecipato comitati ed associazioni che nei territori si battono contro le centrali a carbone, contro vecchi e nuovi permessi per trivellare nel mare e sulla terraferma alla ricerca di petrolio e gas, nuove centrali a gas e nuovi metanodotti, impianti di stoccaggio della CO2 e inceneritori.
Presenti anche delegazioni dei Fridays For Future, il movimento guidato da Greta Thunberg, di Greenpeace, di Extintion Rebellion e di Laudato Si.
Mentre la manifestazione era in corso, sulla facciata del Ministero in via Cristoforo Colombo scorrevano le scritte luminose che ricordavano la drammaticità dell’emergenza climatica e la necessità di intervenire subito per farvi fronte. “Questo è il miglior esempio del greenwashing, cioè dell’ipocrisia del ministro Cingolani e del suo impegno solo di facciata per ingannare i cittadini - ha detto Mario Pizzola nel suo intervento - Hanno cambiato il nome al Ministero ma le politiche ambientali sono quelle di sempre : proprio Cingolani a marzo ha rilasciato l’Autorizzazione Integrata Ambientale per l’esercizio della centrale Snam di Sulmona. Il ministro non ha tempo per incontrare gli ambientalisti, che offende chiamandoli “radical chic”, perché evidentemente è troppo impegnato nei frequenti incontri con i rappresentanti di Snam ed Eni. L’Italia non ha bisogno di nuove infrastrutture per il gas perché i consumi sono continuamente in calo e nei tubi ora ci passa solo il 50 per cento del metano che potrebbero trasportare”.
Pur di giustificare i nuovi investimenti la Snam si inventa che i metanodotti serviranno in futuro per trasportare idrogeno. “Ma è una balla colossale perché i gasdotti esistenti non sono compatibili, sul piano tecnico, per il trasporto dell’idrogeno – ha concluso Pizzola – la Snam possiede ben 33.000 chilometri di gasdotti e nei suoi piani afferma che nel 2040 la miscelazione tra idrogeno e metano sarà di appena il 6,2 per cento. Continueremo la nostra lotta fino a sconfiggere l’arroganza e la prepotenza della multinazionale del gas”.