Martedì, 12 Ottobre 2021 17:21

Tavolo di monitoraggio, ospedale Pescara classificato come Dea di II livello

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Si è tenuta, nel pomeriggio, una seduta della commissione Sanità del consiglio regionale convocata per esaminare l’esito delle riunioni congiunte del Tavolo tecnico per la verifica degli adempimenti regionali e del Comitato permanente per la verifica dei livelli essenziali di assistenza (Lea) svoltesi il 30 luglio e il 5 agosto 2021.

Come denunciato dal consigliere Pd Pierpaolo Pietrucci - sostenuto dal capogruppo del Pd Silvio Paolucci - e come si evince dall’immagine di una delle tabelle estratte dal documento, nelle due riunioni - alle quali, oltre alla Regione Abruzzo, erano presenti anche i rappresentanti del ministero dell’Economia e delle finanze, del ministero della Salute, della Segreteria della Conferenza delle Regioni, del Dipartimento per gli Affari regionali e dell’Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali (Agenas) – l’ospedale Santo Spirito di Pescara è stato classificato come Dea di II livello mentre i presidi ospedalieri degli altri capoluoghi di provincia, inclusa L’Aquila, come Dea di I livello.

Un’evidente e inspiegabile anomalia, considerando che, al momento, la legge regionale di riorganizzazione delle rete ospedaliera, che non prevede l’istituzione di un solo Dea di II livello bensì di 4 ospedali con funzioni di Dea di II livello per le reti tempo dipendenti (L’Aquila e Pescara per la rete stroke e per la rete politrauma/trauma maggiore, Chieti e Teramo per la rete emergenze cardiologiche estese), non è ancora stata approvata e, anzi, ha appena iniziato l’iter di discussione in commissione.

Da quanto si apprende, la cosa ha lasciato interdetti non solo i consiglieri di opposizione – alcuni dei quali, tuttavia, denunciano da tempo come il nuovo ospedale Covid realizzato a Pescara per far fronte alla pandemia sia stata una mossa dettata anche dalla volontà di potenziare il Santo Spirito nell'ottica di farlo diventare, in un prossimo futuro, Dea di II livello – ma anche i sindacati convocati in commissione, nonché lo stesso presidente Mario Quaglieri e il sindaco dell’Aquila Pierluigi Biondi, entrambi di Fratelli d’Italia.

E' chiaro che il Ministero della Salute non può aver agito di sua iniziativa; evidentemente, deve essere arrivata una precisa indicazione da Regione Abruzzo sulla classificazione dell'Ospedale di Pescara come Dea di II livello. 

Come noto, il discusso decreto Lorenzin - varato nel 2013 - stabilisce una riorganizzazione sanitaria; gli ospedali vengono classificati in ordine crescente, in base al bacino di utenza e alle funzioni: ospedali di base, di primo livello e di secondo livello appunto, veri e propri hub, dove insistano almeno un milione di abitanti, capaci di garantire il percorso cardiochirurgico, del trauma e dell'ictus, la neurochirurgia e così via.

Banale a dirsi che porre in essere azioni tali da rendere il Santo Spirito un ospedale di II livello significa scegliere, politicamente, di realizzarvi l'hub di riferimento per la sanità regionale, con una evidente penalizzazione, in termini di specializzazioni, risorse e personale, per gli altri nosocomi.

In questi anni, in realtà, in Abruzzo si era andati molto avanti sul percorso di funzionalizzazione dei nosocomi di Chieti e Pescara come ospedale di secondo livello in attesa di costruirne uno completamente nuovo, modellato alle esigenze di una sanità moderna sebbene la maggioranza di centrodestra non abbia mai sciolto i nodi su dove realizzarlo. Al contrario, la Commissione che era stata incaricata di verificare la fattibilità di una funzionalizzazione degli ospedali di L'Aquila e Teramo è rimasta ferma al palo, tant'è vero che nel novembre 2019, all'Emiciclo, si erano riuniti in seduta congiunta i Consigli comunali delle due città per ribadire, in modo chiaro, che privare le aree interne di un hub di secondo livello avrebbe significato, di fatto, assestare un colpo mortale ai territori montani spaccando a metà la Regione.

A quelle parole, non sono seguite azioni politiche concrete però.

Nel frattempo, in piena crisi pandemica la Regione ha stanziato 13 milioni per realizzare a Pescara il covid hospital, potenziando, di fatto, l'Ospedale Santo Spirito con 200 posti letto in più; dunque, a giugno scorso sono arrivate le parole del dottor Alberto Albani, capo dell'Unità di crisi della Regione Abruzzo, che, audito in Commissione Sanità sulla gestione dell'emergenza Covid, ha sostenuto con convinzione che l'unico ospedale che potesse ambire a divenire Dea di II° livello fosse proprio il Santo Spirito di Pescara.

"Una opinione personale" si era limitato a dire il governatore Marco Marsilio, col sindaco dell'Aquila a sbracciarsi invano per chiedere al presidente e all'assessore alla salute Nicoletta Verì di valutare la rimozione di Albani. Inutile dire che il capo dell'Unità di crisi regionale è rimasto al suo posto.

Poi è esplosa l'estate e, tra un concerto e l'altro, la politica aquilana ha chiuso in un cassetto la vicenda del riordino della rete ospedaliera mentre una 'manina' inseriva la nuova classificazione per il Santo Spirito. Nessuno ha visto, nessuno ha sentito: che posizione assumeranno ora il vice presidente del Consiglio regionale Roberto Santangelo, l'assessore regionale con delega al bilancio e alle aree interne Guido Liris, il vice presidente della Giunta regionale Emanuele Imprudente che pare non si siano accorti di nulla? Che posizione assumerà la Lega che esprime l'assessore alla Salute, Nicoletta Verì? E che posizione assumerà il sindaco dell'Aquila nonché presidente del Comitato ristretto dei sindaci della provincia, Pierluigi Biondi, dirigente dello stesso partito del governatore Marco Marsilio?

Possibile che la classificazione di Dea di II livello per l'ospedale di Pescara sia stata fatta passare così, come nulla fosse? Si attendono reazioni: è in gioco il destino della sanità della provincia dell'Aquila.

Ultima modifica il Mercoledì, 13 Ottobre 2021 11:15

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