Giovedì, 26 Giugno 2014 17:52

"Dirty Job", si muove il Governo. Legnini: "Norme più appropriate"

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All'indomani degli arresti nell'ambito dell'inchiesta "Dirty Job" - con la richiesta nient'affatto implicita di norme più stringenti per la ricostruzione privata del procuratore nazionale antimafia, Franco Roberti - si muove il Governo. "Già nelle prime settimane di esercizio della delega, avevo sottolineato una carenza normativa nel settore della ricostruzione privata. Posso dire che è in corso un'iniziativa per individuare le norme più appropriate per evitare il ripetersi di tali episodi e per contrastare la pratica di cessione dei contratti di appalto con il ricorso ai sub-appalti oltre i limiti fisiologici".

A dirlo è il sottosegretario all'Economia con delega alla Ricostruzione, Giovanni Legnini. "Voglio esprimere la mia gratitudine alla magistratura e alla Guardia di Finanza per il lavoro che stanno svolgendo per assicurare legalità e trasparenza nell'opera della ricostruzione. Un ringraziamento - ha aggiunto Legnini - che va esteso anche al sindaco dell'Aquila, Massimo Cialente, che è stato fra i primi a segnalare il rischio di infiltrazioni e di lavoro nero nel settore dei subappalti".

Aggiunge Legnini: "Un mese fa, nel corso di un incontro con il Prefetto, il Procuratore della Repubblica e i vertici regionali della Guardia di Finanza, avevo sottolineato la volontà del governo di sostenere un efficace sistema di controllo sulla ricostruzione, che magistratura e forze dell'ordine stavano già assicurando".

Così, "dopo aver ascoltato le categorie, i sindaci e i parlamentari", il sottosegretario del governo Renzi ha promesso che proporrà, entro luglio, "di adottare una serie di misure adeguate che dovranno accompagnare il necessario completamento della strumentazione legislativa necessaria per rendere più efficiente e trasparente l'opera della ricostruzione, soprattutto quella privata".

Un primo momento di confronto gia' martedì prossimo, quando il sottosegretario parteciperà all'incontro convocato dal Prefetto per affrontare i temi dell'andamento dei cantieri e del rischio di lavoro nero. "La ricostruzione dell'Aquila deve essere nel segno della legalità e della trasparenza. Ciò costituisce un valore in sè e una condizione indispensabile per poter ottenere le altre risorse che servono per proseguire nel percorso della ricostruzione finalmente decollato".

Il quadro normativo assai debole della ricostruzione privata avrebbe 'aperto una autostrada' al diffondersi di forme di illegalità. I clamorosi arresti eseguiti all'alba di ieri non hanno fatto altro che confermarlo. A differenza degli appalti per la ricostruzione delle Opere pubbliche, infatti, la normativa vigente non prevede un metodo efficiente attraverso il quale la Pubblica Amministrazione possa imporre all'appaltatore di indicare in anticipo la quota lavori che intende dare in subappalto e le imprese subappaltatrici. Non contempla neppure forme sanzianotarie, o di recupero dei fondi pubblici, per le imprese che abbiano eseguito l'appalto in maniera difforme al pattuito. 

Evidentemente, c'è bisogno di un intervento deciso. In tempi brevi. 

Ultima modifica il Venerdì, 27 Giugno 2014 10:42

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