“Si trovino soluzioni rapide per l'orario eccedente effettuato dai dirigenti medici della Asl Avezzano Sulmona L’Aquila”.
A chiedere con una lettera un incontro alla direzione generale dell’azienda sanitaria per discutere della grave problematica causata dalla ormai cronica carenza di personale negli ospedali, sono il segretario provinciale della Uil Fpl Antonio Ginnetti e il segretario provinciale della Ul Fpl Medici Antonello Fabbri.
“Come noto, a causa delle ormai strutturali carenze nell’organico dirigenziale medico, il personale medico, nella preponderante maggioranza delle unità operative aziendali, viene chiamato ad eseguire prestazioni lavorative per un tempo eccedente il debito orario settimanale di 38 ore”, spiegano.
Accade molto raramente che per il surplus orario venga infatti garantito ai medici il pagamento come straordinario, precisano Ginnetti e Fabbri che sottolineano: “Molto più frequentemente, invece, tali ore di lavoro supplementare finiscono in una sorta di ‘monte credito orario’ che, in teoria, può essere utilizzato dal dirigente per fruire di successivi recuperi orari compensativi. Le esigenze che hanno portato le strutture aziendali a richiedere al dipendente un orario di lavoro maggiore sono esigenze di carattere strutturale, legate alle carenze dell’organico, tali per cui sono le stesse esigenze che poi impediscono di fruire di recuperi e, anzi, impongono via via, nel corso dell’anno, ai medici di continuare ad accumulare surplus orari”.
“Le conseguenze diventano ancora più gravi nel momento in cui avviene il sistematico annullamento di queste ore supplementari – aggiungono - Infatti, al 31 dicembre di ogni anno, ciascun dirigente si vede inspiegabilmente azzerato il proprio monte ore recuperi. Tale meccanismo, di cui peraltro non si conosce la fonte regolatrice, è palesemente ingiusto e violativo del principio della giusta retribuzione (ex art. 36 Cost.), atteso che, da un lato, le esigenze di servizio non rendono possibili i recuperi nel corso dell’anno e, dall’altro, l’azienda beneficia, senza corrispettivo, di prestazioni lavorative cui dovrebbe far fronte rendendo gli organici conformi alle effettive esigenze delle unità operative e, dunque, con maggiori costi del personale”.
Ginnetti a Fabbri chiedono quindi un incontro prima possibile alla direzione generale della Asl, ammonendo che “laddove la nostra lettera rimarrà senza seguito o senza positiva soluzione, i dirigenti medici aderenti a questa organizzazione provvederanno alla sistematica protocollazione di richieste di recupero ore e, a fronte della mancata concessione, adiremo la magistratura del lavoro per ottenere il giusto ristoro del danno”.