Lunedì, 29 Aprile 2013 19:09

Bussi, un disastro ambientale: nei terreni sostanze tossiche

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“Un disastro ambientale di enorme entità, i terreni e le falde sono contaminate da decine di sostanze con valori migliaia di volte oltre i limiti di legge e, come se non bastasse, è stata accertata anche la presenza della diossina”. Il WWF ha diffuso i dati dei monitoraggi sulla contaminazione del sito di Bussi, una delle 37 aree più inquinate d’Italia secondo il ministero dell’Ambiente, perimetrata con Decreto nel 2008 a seguito dei sequestri operati dal Corpo Forestale dello Stato nel 2007.

I monitoraggi ambientali sono quelli realizzati dalla società Environ per conto dell'attuale proprietaria del sito industriale, la Solvay SPA, parte civile nel procedimento penale che, lo scorso 18 aprile, ha visto il rinvio a giudizio in Corte di Assise di 19 persone riconducibili alla precedente proprietà, la Montedison. Gravissime le accuse: avvelenamento delle acque e disastro ambientale. L'ISPRA, per conto dell'Avvocatura dello Stato, ha stimato un danno ambientale di 8,5 miliardi di euro e una contaminazione di circa 2 milioni di mc di terreni, oltre a quella relativa all'acqua di falda.

I dati presentati si riferiscono esclusivamente all'attuale area di proprietà Solvay e ad alcuni pozzi/piezometri posti a valle dell'area industriale nella Valle del Pescara alla confluenza tra il fiume Tirinoe il Pescara. Per quanto riguarda il monitoraggio delle falde, lo schema segue un criterio di questo tipo, da monte verso valle, seguendo, molto schematicamente la direzione di flusso della falda:

  • Pozzi/piezometri nell'area industriale posta attorno al fiume Tirino;
  • Pozzi di barriera idraulica per la Messa in Sicurezza (pump and treat) nell'area industriale;
  • Pozzi “spia” posti ai confini dell'area industriale a valle della barriera idraulica; questi pozzi servono per verificare l'efficienza e l'efficacia dei sistema di trattamento;
  • Pozzi nella Valle del Pescara alla confluenza del Tirino con il Pescara posti al di fuori dell'area industriale per verificare l'eventuale presenza di altri apporti di contaminanti da monte. Il sito di Bonifica, infatti, si estende anche in altre aree poste lungo il fiume Pescara, come la discarica Tremonti.

Il quadro di contaminazione riscontrato nell'area industriale è sconfortante. Su 43 parametri presi in considerazione (singole sostanze o gruppi di sostanze, tutte tossiche se non cancerogene) per 35 sono stati riscontrati superamenti delle Concentrazioni Soglia di Contaminazione (o dei limiti indicati dall'Istituto Superiore di Sanità) per la falda superficiale e 23 per la falda profonda. La stragrande maggioranza dei piezometri della rete di monitoraggio posta all'interno dell'area industriale evidenzia superamenti dei limiti. Alcune sostanze mostrano superamenti di enorme entità: il cloroformio 453.333 volte i limiti nella falda superficiale e 46.607 volte nella falda profonda; il tricloroetilene 193.333 volte nella faldasuperficiale e 156 nella profonda; il mercurio 2.100 volte nella falda superficiale; il diclorometano 1.073.333 volte in falda superficiale e 3.267 volte nella falda profonda; il tetracloruro di carbonio 666.667 volte nella falda superficiale e 3733 volte nella falda profonda.

Il sistema di trattamento è in grado di ridurre drasticamente il livello della contaminazione ma non riesce ad abbattere sotto la soglia di contaminazione alcune sostanze. Tra il 2007 e il 2012, 9 parametri sono risultati comunque superare la Concentrazione Soglia di Contaminazione per la falda superficiale e 3 per la falda profonda. In particolare il monocloroetilene ha avuto picchi di 106 volte il limite di legge per la falda superficiale e 264 volte per la falda profonda; inoltre superamenti si sono verificati anche recentemente nei monitoraggi del 2012. Pertanto, come evidenziato anche dal Ministero dell'Ambiente nell'ultima conferenza dei servizi, alcune sostanze continuano a fuoriuscire dal sito nonostante il trattamento.

La situazione peggiora andando verso valle nei pozzi/piezometri che monitorano la falda nell'area della confluenza del fiume Tirino con il Fiume Pescara. Nel biennio 2011-2012 per la falda superficiale ben 11 parametri sono risultati essere oltre i limiti di legge, mentre per la falda profonda sono stati 12 i parametri non conformi. Tra questi, sostanze estremamente tossiche e/o cancerogene come, a mero titolo di esempio, il benzene (33 volte i limiti nella falda superficiale) il monocloroetilene (132 volte nella falda superficiale e 112 volte nella profonda), l'esacloroetano (16 volte nella falda superficiale e 152 volte nella falda profonda). Pertanto esistono lungo il Pescara ulteriori fonti di contaminazione.

Terreni. Nel 2011 la Environ per conto della Solvay ha proceduto a ricercare incampioni di suolo posti all'interno del sito industriale le diossine e i furani, sostanze estremamente pericolose. Su 29 campioni ben 9 sono risultati avere valori superiori ai limiti di legge per le aree industriali (se si prendesse a riferimento il limite per le aree a destinazione verde/residenziale sarebbero 16). Il campione più contaminato presentava un valore di 23,7 volte il limite di legge per le aree industriali (237 volte se si dovesse prendere in considerazione i limiti per le aree a verde/residenziale, qualora si volesse riportare il sito a questi usi).

“La situazione di compromissione dell'ambiente a Bussi è veramente drammatica, uno dei posti peggiori in Italia e in Europa", ha dichiarato Augusto De Sanctis, referente acque del WWF Abruzzo. "Servono immediati provvedimenti, sia per rendere completamente efficaci gli interventi di messa in sicurezza di emergenza in tutte le aree, sia quelle industriali che quelle circostanti, per evitare la diffusione verso valle degli inquinanti". In alcune zone gli interventi di messa in sicurezza di emergenza devono iniziare, quando la legge prevede che siano attuati entro le 24 ore dalla scoperta della contaminazione. Altre aree all'interno del perimetro devono addirittura essere caratterizzate, a 5 anni dall'istituzione del Sito Nazionale per le Bonifiche.

In generale, bisogna procedere alla bonifica. L'obiettivo è quello di riportare un'area posta tra il Parco Nazionale della Majella e il Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga ad una qualità ambientale elevata, in considerazione dell'enorme importanza dell'area sotto il profilo idrogeologico, in quanto in questo sito scorre quasi tutta l'acqua della regione. Esistono esempi magnifici di siti riportati alla vita, come è accaduto in Germania nella Rurh dove in poco più di 10 anni, chiamando le migliori menti del Paese e stanziando adeguate risorse, decine di siti inquinati sono diventati parchi e aree di richiamo turistico (parchi a tema; percorsi; musei).

E' necessario, poi, che gli enti assicurino la costante informazione circa i risultati dei monitoraggi come previsto dalle norme europee e dal D.lgs.195/2005 sulla trasparenza dei dati ambientali che prevede che ogni anno chiunque detenga la banche dati sui monitoraggi ambientali debba renderle pubbliche ed accessibili via WEB. Il Ministero dell'Ambiente è in questo senso inadempiente, così come il Commissario delegato Arch. Adriano Goio, nonché gli organismi regionali e locali, e questo nonostante le chiare indicazioni sul coinvolgimento dei cittadini contenute nella mozione approvata all'unanimità dalla Commissione Rifiuti della Camera sul sito di Bussi nel 2008.

Il WWF già nel 2007 chiese con un sit-in lo svolgimento di un'approfondita indagine epidemiologica anche
in considerazione del fatto che per decenni fu captata e immessa nella rete acquedottistica acqua contaminata dai Pozzi S. Angelo, posti immediatamente a valle del sito di Bussi, ora fortunatamente chiusi grazie alla denuncia del WWF e di Maurizio Acerbo, allora deputato di Rifondazione Comunista. Fu costituito un gruppo di lavoro (la ASL incredibilmente mandò il responsabile del SIAN sottoposto a procedimento penale proprio per questi fatti!) che si arenò subito, anche in considerazione dello stato pietoso delle banche dati delle ASL relative ai dati di base come la mortalità nella popolazione e l'assenza del registro dei tumori. La situazione di Bussi deve essere considerata prioritaria da tutte le pubbliche amministrazioni coinvolte.

Ultima modifica il Martedì, 30 Aprile 2013 09:29

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