“Se il Governo non decide il dà farsi, non partirà né la messa in sicurezza delle autostrade né l’effettivo piano, duraturo, per il contenimento delle tariffe. Ovviamente, le responsabilità - a questo punto - per quanto riguarda la gestione futura della autostrade non possono ricadere sul concessionario".
Parole di Riccardo Mollo, amministratore delegato di Strada dei Parchi, concessionaria delle autostrade A24 e A25, ieri in platea, al Ridotto del Teatro comunale, per ascoltare l'intervento del ministro per le Infrastrutture Enrico Giovannini al convegno 'Italia Domani, dialoghi sul Pnrr'.
"Se il miliardo di euro del Pnrr previsto dal commissario Gentile per interventi e manutenzione non finisce nel piano economico e finanziario, non serve a nulla. E il piano di messa in sicurezza non decolla. Oggi non c’è stata alcuna indicazione" ha sottolineato Mollo, mettendo in evidenza che il ministro delle Infrastrutture "non ha ritenuto di dover incontrare la concessionaria Strada dei Parchi" e ribadendo che, nel corso della presentazione degli interventi per l'Abruzzo, "solo incidentalmente si è parlato di A24 e A25, due infrastrutture strategiche per i collegamenti del Centro Italia".
A domanda dei cronisti, Giovannini ha tenuto a rassicurare che "su A24 e A25 l'attenzione è altissima; nel Pnrr, ci sono investimenti importanti per la creazione di un sistema di monitoraggio digitale per assicurare la sicurezza". E sul rischio di un aumento dei pedaggi il 1° gennaio, ha aggiunto: "ne stiamo discutendo: in Legge di bilancio c'è la possibilità di un intervento; abbiamo dialogato nelle settimane scorse con i sindaci abruzzesi e laziali e, dunque, speriamo di risolvere il problema". Più freddo, Giovannini, sull'approvazione del Pef, il piano economico finanziario atteso da anni che dovrebbe sbloccare gli interventi di messa in sicurezza: "è una discussione complessa che, come sapete, non è degli ultimi mesi; stiamo operando per arrivare a soluzione, così come abbiamo trovato soluzione per altre tratte autostradali. E' un tema, però, molto complesso", ha ribadito.
In realtà, "sull’approvazione del Pef tutto è fermo" l'affondo di Mollo; "nonostante la nomina di due commissari, Gentile nel 2019 e Fiorentino che ha sostituito Barillà, nel 2020. E senza il piano economico finanziario, o un intervento urgente di altro genere, sarà impossibile scongiurare gli aumenti dei pedaggi del 34,75%. In assenza di una risposta certa da parte del governo, anche il piano di messa in sicurezza dell'infrastruttura subirà inevitabili rallentamenti".
Più chiaro di così.
Mollo ha poi svelato che il Governo ha chiesto alla concessionaria di riformare una nuova proposta di Pef, a zero impegni per società. "Giovannini ha detto che, in linea con quanto stabilito dall'Europa, sarà difficile destinare fondi a strade già esistenti; questa infrastruttura, però, è a fine vita e avendo più di 50 anni necessita di interventi di manutenzione straordinaria rispetto ai quali siamo in ritardo di 9 anni. L'intervento nel suo complesso ammonta a 6 miliardi e mezzo. Nella nostra ultima proposta di Pef da 5 miliardi e 100 milioni, ed è la quindicesima che formuliamo dal 2013, abbiamo proposto messo nero su bianco interventi per 2 miliardi e 100 milioni in autofinanziamento, con i restanti 3 milioni già stanziati dal commissario straordinario; dal 3 giugno scorso, però, non siamo riusciti a sederci ad un tavolo per discuterne".
Appare assurdo - ha aggiunto Mollo - che ora "ci chiedano di riformulare un piano non prevedendo interventi della concessionaria: non capiamo perché non accogliere la nostra proposta di partenariato tra il pubblico e il privato. Le inevitabili conseguenze vanno dal rallentamento nell'esecuzione delle opere che contavamo di aprire nel 2026, a un aumento dei costi per lo Stato e a conflitti di interesse sulla gestione delle autostrade tra lo Stato e la società. Quanto agli aumenti dei pedaggi, la nostra proposta prevedeva rincari minimi di circa il 2% annuo, ma senza il Pef o interventi di altro genere gli aumenti saranno del 34,75%. Inoltre, al 31 dicembre, per effetto del blocco tariffe, dei mancati ristori del Covid e degli interventi di manutenzione avremo un credito insoluto nei confronti dello Stato di 304 milioni di euro che nel 2022 diventeranno 430. Abbiamo cercato un confronto ma non c'è stata nessuna disponibilità: sembra che la messa in sicurezza di queste autostrade interessi solo a Strada dei Parchi".