Lunedì, 13 Dicembre 2021 12:35

Messa in sicurezza antisismica di A24 e A25: il commissario straordinario Gentile ha confermato le dimissioni a Marsilio

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Come anticipato in queste ore dalla deputata del Pd Stefania Pezzopane, l'ingegner Maurizio Gentile, ex Ad di Rete ferroviaria italiana (Rfi), si è dimesso dala carica di commissario straordinario di governo per la messa in sicurezza antisismica delle autostrade abruzzesi e laziali A24 e A25.

Lo ha confermato lui stesso al presidente della Giunta regionale Marco Marsilio.

Il motivo è presto detto: essendo in pensione, Gentile non poteva essere remunerato per la sua attività, sebbene fosse chiamato a progettare e realizzare opere pubbliche per un valore di miliardi, e avrebbe dovuto pagarsi da sé una assicurazione per avere copertura sulle responsabilità civili e contabili.

"Ho sentito questa mattina il commissario Gentile, che mi ha confermato di aver dovuto assumere questa dolorosa decisione perché impossibilitato a proseguire con le regole attuali questo prezioso e delicato incarico", ha confermato Marsilio; "conoscevo già da tempo questa situazione di difficoltà e di disagio dell'ingegner Gentile. Non posso quindi che esprimergli la mia solidarietà per non aver avuto ad oggi una soluzione al problema posto. Io spero che ci possa essere una soluzione positiva e chiedo al Governo di intervenire sulla norma per consentire ai professionisti che sono in pensione di poter assumere questo tipo di incarichi. E’ un problema che non riguarda solo il commissario Gentile: più volte mi sono trovato nella difficoltà e nell'impossibilità di poter affidare importanti incarichi (analoghi a quello di un commissario, di un presidente o di un amministratore di società di enti pubblici), in virtù di questa legge che, con l'obiettivo di liberare spazio ai giovani nella pubblica amministrazione, impedisce a chi percepisce la pensione di poter essere remunerato per le sue prestazioni".

E’ una norma sbagliata - sostiene Marsilio - "perché, se è condivisibile il principio di evitare che una schiera di anziani burocrati possa fare da tappo alla progressione di carriera e alle soddisfazioni professionali dei più giovani, la rigidità attuale impedisce a persone di eccezionale valore di poter continuare a servire la pubblica amministrazione, relegandoli ai giardinetti o meglio regalandoli alla concorrenza delle aziende private che sanno come utilizzare capacità e competenze di questi servitori dello Stato. Occorre trovare una soluzione che, facendo salvo il principio ispiratore della norma attuale, possa anche consentire di utilizzare energie e competenze preziose quando questo si rende necessario".

Peraltro, per alcuni incarichi come quelli commissariali la retribuzione prevista non è sufficientemente elevata da motivare dirigenti e manager in servizio ad assumere quelle responsabilità, "lasciando i propri impieghi e trascurando le proprie carriere. Per questa ragione, talvolta le figure più adatte sono proprio quelle che possono cumulare alla pensione la retribuzione prevista per i commissari; in alternativa si corre il rischio, già presente, di dover ripiegare per alcuni incarichi su soggetti con profili di scarsa esperienza o di incerta competenza e questo non rende certo un buon servizio alla comunità". 

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