Mercoledì, 05 Gennaio 2022 13:55

Impianti Ovindoli, la Regione annuncia ricorso contro la sentenza del Tar

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L’Avvocatura della Regione Abruzzo è già a lavoro per predisporre il ricorso alla sentenza con cui il Tar nei giorni scorsi ha annullato le autorizzazioni concesse dalla Regione e dal Comune di Ovindoli per i nuovi impianti sciistici che avrebbero collegato quel comprensorio con quello di Campo Felice”.

Lo annuncia l’assessore regionale alle Aree interne, Guido Liris, per il quale “la sentenza dei giudici amministrativi è ideologica e condanna il territorio a restare nelle retrovie dello sviluppo turistico”.

“Auspico che sia la volta buona affinché le istituzioni a tutti i livelli aprano una profonda riflessione, sollecitata da anni da operatori e associazioni, sui vincoli ambientali che insistono in gran parte delle aree maggiormente vocate al turismo della provincia dell’Aquila e che ne impediscono uno sviluppo sereno”.

“Con il collegamento tra i due comprensori sciistici, l’area dell’Altopiano delle Rocche sarebbe divenuta concorrenziale con le stazioni più blasonate del Nord Italia, costituendo un’offerta turistica importante”, rileva l’assessore, che proprio oggi ha incontrato il sindaco di Ovindoli, Angelo Ciminelli.

“Il rispetto per l’ambiente non deve precludere lo sviluppo delle aree interne e limitare il benessere delle comunità che le vivono”, aggiunge Liris, “basti pensare che sulle Dolomiti, dichiarate patrimonio dell’Unesco, è presente uno dei comprensori sciistici più importanti d’Italia e, forse, d’Europa”.

“Una storia lunga oltre un secolo, in una regione in cui si è brillantemente saputo coniugare tutela e conservazione da un lato e sviluppo dall’altro”, rileva l’assessore, “una mediazione che in Abruzzo sembra non riuscirsi a trovare”.

Davanti a sentenze come quella emessa dal Tar dell’Aquila, tuttavia, non ci sentiamo di doverci rassegnare. Chi come noi è fermamente convinto che la tutela dell’ambiente sia una prerogativa, ma è altrettanto consapevole che non possono continuare ad esistere divari così importanti e opportunità tanto diverse tra chi vive in alcune aree e chi in altre, farà di tutto per invertire la rotta”.

“Amareggia”, aggiunge Liris, “osservare come sia destinata a perdurare una doppia velocità tra lo sviluppo delle nostre montagne, l’Altopiano delle Rocche così come il Gran Sasso dove da anni Sic e Zps impediscono qualsiasi progetto, e quelle dell’arco alpino, dove si è saputo coniugare la conservazione di paesaggi mozzafiato con la pratica dello sci”.

“Tuttavia non ci rassegniamo a consentire ulteriori ostacoli allo sviluppo”, conclude l’assessore, “apriremo un confronto anche con il Cai perché progetti così importanti, il cui impatto ambientale è stato valutato positivamente dalla Regione e ingenti finanziamenti sono stati intercettati, non possono continuare a finire su un binario morto”.

La replica delle associazioni ambientaliste: “Ruspe su habitat e specie rare sono sostenibili?”

"L'Abruzzo è il Colosseo della biodiversità. A chi verrebbe in mente di mandare le ruspe per spianare parte del sito archeologico azzerando il valore del patrimonio? Il progetto dei nuovi impianti da sci bocciato dal TAR prevedeva lo sbancamento con le ruspe di oltre 10 ettari di territorio d'alta quota con rarissimi habitat e specie protetti a livello europeo, per stessa ammissione dei proponenti. L'assessore regionale Liris parla di "coniugare" gli impianti con le emergenze naturalistiche senza però affrontare il nodo della questione: l'uso delle ruspe come può essere compatibile con valori ambientali così rilevanti, accertati da decine di scienziati e diverse università a cui si era rivolta la stessa regione per individuarli?"

Così le associazioni Salviamo L’orso, Stazione ornitologica abruzzese, CAI Abruzzo, LIPU e Mountain Wilderness rispondono all'assessore regionale Liris che ha annunciato ricorso della Regione contro la sentenza del Tar dell’Aquila.

“A parte le dure censure del TAR sul procedimento amministrativo seguito da Regione e comune che l'assessore dimentica di richiamare, Liris sbaglia pure clamorosamente citando il collegamento tra i comprensori di Ovindoli-Monte Magnola e di Rocca di Mezzo quando i nuovi impianti in questione avrebbero riguardato esclusivamente il primo. Ha letto le carte? Sa di quale progetto stiamo parlando? Tra l'altro nelle scorse settimane gran parte delle piste e degli impianti della Magnola risultavano chiusi, nonostante l'innevamento (poi progressivamente svanito a causa delle alte temperature). Come mai si parla di ampliamento quando non funzionano gli impianti esistenti realizzati con grandi sacrifici ambientali? Se invece voleva prospettare veramente un ulteriore progetto ancora più impattante, sappia fin d'ora che tale collegamento tra comprensori non è interdetto da semplici ambientalisti ma da un Decreto dello Stato fin dal 2007”.

“Quindi si continua ad avere un approccio velleitario e a voler affermare un modello turistico completamente insostenibile per l'uso di suolo, acqua ed energia. Sulle Alpi in considerazione dei cambiamenti climatici stanno cercando nuove forme di turismo che si stanno imponendo. L'Abruzzo dovrebbe essere un modello in tal senso, visto che ha una biodiversità unica mentre rischiamo di rimanere indietro”.

"Purtroppo in questi anni la politica regionale di ogni colore ha inseguito vecchi modelli che prevedono la spesa di decine di milioni di euro pubblici in un'unica direzione, quella dello sci da discesa, addirittura affossando, tenendoli nel cassetto, i piani di gestione di SIC e ZPS che pure avevano finanziato e che contenevano proprio quelle misure e quegli interventi concreti sul territorio per garantire e anzi migliorare la coesistenza tra comunità e patrimonio ambientale. Gli stessi investimenti perché non destinarli ad attività turistiche meno impattanti e in fortissima crescita in tutto il mondo? A Caramanico nel parco della Maiella, giusto per prendere un esempio, in questi giorni c'era il pienone e non ci sono impianti da sci da discesa. Oppure perché non spendere prioritariamente le risorse pubbliche per risolvere atavici problemi ambientali che deturpano proprio i centri turistici dell'altopiano delle Rocche, dai depuratori che non funzionano alle discariche abbandonate?" concludono le associazioni.

Ultima modifica il Mercoledì, 05 Gennaio 2022 17:21

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