Martedì, 01 Febbraio 2022 22:26

Scuola di formazione dei vigili del fuoco a Sassa NSI, prosegue la battaglia di alcune famiglie assegnatarie di alloggio Case: "pronti ad impugnare gli atti al Tar"

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Prosegue la battaglia di alcune delle famiglie assegnatarie di alloggio al progetto Case di Sassa NSI che l'amministrazione intende trasferire per realizzarvi la scuola di formazione nazionale dei vigili del fuoco.

Stamane, l'avvocato Fausto Corti - a nome del Comitatus aquilanus rappresentanto da Antonio Perrotti - ha annunciato l'intenzione delle famiglie di impugnare al Tar la delibera con cui il Consiglio comunale ha autorizzato il trasferimento al demanio, a titolo gratuito, della proprietà delle palazzine.

Il compendio che si è deciso di trasferire è costituito da un'aggregazione di 18 edifici multipiano destinati principalmente alla civile abitazione (8 palazzine sono attualmente inagibili e vuote), di un edificio elevato su un solo piano adibito a centro di aggregazione sociale e di 5 manufatti, sempre monopiano, adibiti a cabine elettriche.

Ora, va chiarito - in premessa - che i cittadini hanno ribadito di non essere contrari al progetto; d'altra parte, è stanziato un finanziamento di quindici milioni di euro per il triennio 2021-2023 e di un milione a decorrere dal 2024; l’intervento prevede non solo l’adeguamento delle palazzine agibili ma anche l’abbattimento di quelle inagibili, sgomberate in seguito ad un’indagine della magistratura che aveva fatto emergere deficit strutturali in molti edifici del progetto Case. Ad essere demolite, però, saranno solo le palazzine, non le piastre. Un’operazione di rigenerazione urbana, a consumo di suolo zero e con finanziamento pubblico.

Non solo. Si prevede che la scuola porti all'Aquila 250 allievi in un primo momento, con una possibile eventuale implementazione a 500 e fino a 750 allievi. Evidenti le ricadute positive per il tessuto economico e sociale.

Ciò che viene contestato è la decisione dell'amministrazione di localizzare la scuola nel quartiere Case di Sassa NSI. "L'individuazione dell'area sarebbe dovuta avvenire attraverso un procedimento rispettoso della parità e uguaglianza tra i cittadini", ha spiegato l'avvocato Corti; "il Comune dell'Aquila ha un patrimonio immobiliare immenso, poteva scegliere tra decine di locazioni - progetti Case, Map, Caserme e così via - ma ha deliberato di sfrattare un centinaio di famiglie qui residenti. L'amministrazione avrebbe dovuto indicare i criteri per cui è stata scelta questa localizzazione e non altre, motivando il sacrificio imposto ai cittadini. Una scelta che andava compiuta su parametri oggettivi: al contrario, gli atti assunti si limitano ad individuare la localizzazione senza riportare le ragioni che hanno indotto ad operare questa scelta".

Al momento, le famiglie non hanno chiesto la sospensiva dei provvedimenti: "aspettiamo di acquisire l'istruttoria completa che il Comune dice di aver compiuto ma di cui non vi è traccia". D'altra parte, ha aggiunto Corti, "il sito non è conforme, almeno per ciò che attiene la destinazione urbanistica; la legge prevede che l'insediamento della scuola dei vigili del fuoco abbia natura residenziale: al contrario, quest'area è normata come zona agricola irrigua". Ciò comporta che "il Comune verifichi la compatibilità del sito con la scuola di formazione: potrebbe accadere che all'esito della Vas, la valutazione ambientale strategica - ha proseguito l'avvocato - emerga che l'area non è idonea. Per quale motivo si stanno inducendo le famiglie a trasferirsi altrove contro la propria volontà se non si hanno certezze sull'effettiva possibilità di realizzare qui la scuola dei vigili del fuoco?".

Ci sono emergenze oggettive - ha sottolineato Corti - "che dimostrano come l'area non si presti all'insediamento considerato che ci sono state due alluvioni negli ultimi 12 anni". In questo senso, "abbiamo presentato un'osservazione al Psda che speriamo possa essere accolta" ha chiarito Perrotti; "sono classificati in zona a rischio massimo tutte le zone dove la ricorrenza delle alluvioni è almeno trentennale o cinquantennale".

C'è poi il tema dell'alienazione dei beni di proprietà comunale. "La legge istitutiva della scuola di formazione - ha incalzato Corti - prevede che il Comune debba limitarsi a mettere a disposizione dei vigili del fuoco l'area dove verrà realizzato l'intervento; non è scritto da nessuna parte che il sito dovesse essere 'regalato' al Demanio. La decisione assunta dal Consiglio comunale ha determinato una perdita di valore immobiliare per l'Ente. Ciò pone gravissimi problemi di ordine contabile: questo problema l'abbiamo sollevato e porteremo la vicenda all'attenzione della Corte dei Conti. Gli amministratori comunali che hanno imprudentemente impoverito la collettività ne dovranno pagare le conseguenze".

In effetti, che il provvedimento consiliare fosse un pastrocchio amministrativo lo avevamo già scritto.

L'esecutivo aveva inizialmente portato in Commissione una delibera, la numero 262, per l'approvazione dello schema di convenzione con il Dipartimento nazionale dei vigili del fuoco; poi aveva deciso di ritirarla in modo immotivato, lasciando che fosse la Giunta ad approvarla sebbene la competenza fosse consiliare. Dunque, è stata discussa in Commissione un'altra delibera, la numero 64, con un oggetto che non corrispondeva, però, al deliberato, e cioé l“Approvazione dello schema di convenzione per la cessione al Demanio delle aree e dei fabbricati” sebbene il provvedimento andasse ben oltre parlando già di “trasferire a titolo gratuito la proprietà degli immobili individuati all’Agenzia del Demanio per i successivi adempimenti”.

L'atto è stato dunque 'corretto' ed è arrivato il via libera in Consiglio, se non fosse che il parere dei revisori dei conti facesse riferimento alla precedente deliberazione, e cioé alla convenzione e non alla cessione del patrimonio. Non solo: non è stato neppure modificato il piano delle alienazioni.

Come non bastasse, nello schema di convenzione licenziato dalla Giunta erano previsti alcuni impegni che la delibera approvata dal Consiglio disattendeva completamente: si prevedeva che la convenzione fosse firmata entro 6 mesi dalla data di approvazione dello schema: i tempi non sono stati rispettati. Si prevedeva che il Comune garantisse la piena titolarità e disponibilità delle aree: al contrario, ci sono ancora famiglie che vivono negli alloggi del progetto Case e che non intendono andare via. Si prevedeva che il Comune garantisse l'idoneità del complesso immobiliare agli usi previsti, in relazione agli strumenti urbanistici e ad un eventuale cambio di destinazione d'uso: anche su questo, si è inadempienti.

Di fatto, stamane è stato ribadito che il Consiglio comunale ha ceduto la proprietà del progetto Case di Sassa NSI "alla cieca", senza sapere nemmeno se c'è la conformità urbanistica e ambientale per realizzare l'intervento previsto.

"L'amministrazione comunale - ha tenuto a ribadire il consigliere comunale Lelio De Santis (Cambiare insieme), presente all'incontro - aveva tutto il tempo, dal dicembre del 2020, di predisporre atti corretti e trasparenti ma ha dormito per mesi sottovalutando la complessità della procedura e l'importanza dell'istituzione di questa scuola, molto utile per il futuro della città".

Ultima modifica il Giovedì, 10 Febbraio 2022 09:51

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