Dopo l’appello all’assessore regionale alla Sanitá Nicoletta Verì rimasto finora inascoltato, la Uil Fpl ha dato mandato ai propri legali di presentare un esposto alla Procura della Repubblica dell'Aquila per la grave situazione legata alla carenza di ostetriche nel reparto di Ostetricia e Ginecologia dell'ospedale di Avezzano.
La Uil Fpl tramite il proprio segretario provinciale Antonio Ginnetti, il responsabile Sanità pubblica Uil Fpl Gianfranco Giorgi e il componente di segreteria Claudio Incorvati, fa appello anche "a tutti sindaci del territorio, a tutela delle pazienti e dei neonati, alla politica tutta e nuovamente alla Verì che già in passato si è impegnata in prima persona per ciò che riguarda il settore Maternità, affinché vada a verificare la situazione. L'intero personale del reparto sta facendo di tutto per assistere le pazienti e per questo li ringraziamo, ma c'è bisogno di una soluzione concreta".
L'organico dell'unità operativa di Ostetricia e Ginecologia prevede la presenza di 14 ostetriche; "al lavoro attualmente ce ne sono solo otto perché quattro ostetriche, a causa di pensionamenti e maternità, non sono più in servizio e non sono state sostituite, nonostante le richieste da parte dei dirigenti medici. Altre due ostetriche sono invece in malattia per covid. Oltre a queste figure professionali, mancano tre o.s.s. e un ginecologo mai sostituiti - aggiungono i sindacalisti - Una situazione ormai diventata insostenibile che vede, in alcuni turni, una sola ostetrica in servizio, mentre normalmente ne sono previste tre per turno di servizio. Un professionista, questo è evidente, non si può dividere tra il reparto al quinto piano e le sale parto ubicate al piano terra".
A stretto giro la replica della Direzione strategica della Asl 1: "L'azienda già da tempo ha affrontato il problema della carenza delle ostetriche e il 15 marzo scorso ha deliberato la indizione di un avviso pubblico per il reclutamento. Sono pervenute ben 138 domande. Le procedure di selezione sono già state avviate e le assunzioni saranno completate nelle prossime settimane. Peraltro, per il reclutamento di queste figure professionali, l’azienda, ancor prima di indire l’avviso pubblico, aveva preso in considerazione il ricorso alle graduatorie di altre Asl. Tutte iniziative da tempo programmate e che rientrano nel complessivo piano di potenziamento dei reparti di tutti gli ospedali della provincia".
Tuttavia, anche il Nursind - il sindacato degli infermieri - denuncia come la sanità, nella Marsica, sia praticamente al collasso: "Ci sono strutture, come l’ospedale di Avezzano, oramai incapaci di garantire un minimo di assistenza senza far correre rischi enormi a pazienti e utenti. Una situazione gravissima di cui i vertici aziendali e la politica sia locale che regionale non si preoccupano minimamente, motivo per cui è ora che intervenga il prefetto", l'affondo di Antonio Santilli, segretario del Nursind della provincia dell’Aquila.
"Il personale sanitario – tuona Santilli – già sfiancato da anni di sacrifici assurdi, continua ad ammalarsi di Covid-19. Lo stesso vale per chi in ospedale è ricoverato. E questo, sommato alla carenza cronica sia dello stesso personale sanitario, sia dei posti letto, fa sì che, ad esempio, all’ospedale di Avezzano ci siano reparti che non possono più effettuare ricoveri, con la conseguenza che chi ha bisogno di essere ricoverato è da giorni su una barella in un pronto soccorso che può contare soltanto su un medico e nonostante una struttura costruita per l’emergenza Covid-19 sia là davanti. Peccato che nessuno l’abbia mai aperta".
Addirittura, al pronto soccorso dell’ospedale di Tagliacozzo sono finite le barelle disponibili. "È normale una cosa del genere? È tollerabile, nel 2022, dopo tutto quello che è successo dallo scoppio della pandemia, continuare a dover far fronte agli scempi nei confronti della sanità pubblica? No, non è né normale, né tollerabile. Deve intervenire il prefetto, allora. Perché nessuno, né i vertici della Asl di Avezzano-Sulmona-L’Aquila, né gli esponenti politici sia locali che regionali, sono interessati a risolvere questa gravissima situazione. Si sono chiusi tutti nelle loro stanze. E di quello che succede alla pelle viva delle persone, non interessa minimamente”. “Da parte nostra – conclude Santilli – non possiamo fare altro che continuare a lottare, ma senza un intervento deciso, strutturale, definitivo, da parte di chi ha in mano il destino della nostra sanità, rischiamo di continuare a ripetere sempre le stesse cose".