Campo Felice è pronto così come lo è Ovindoli Monte Magnola e presto lo sarà anche Campo Imperatore. Le abbondanti nevicate delle ultime ore sui rilievi dell’appennino che si intensificheranno nei prossimi giorni, potrebbero in parte salvare il turismo invernale.
Nevicate a partire dai 1700 metri consentiranno infatti, vento permettendo, la tanto agoniata apertura degli impianti sciistici dei comprensori abruzzesi, Roccaraso compresa. Una stagione partita male che arriva al culmine di due anni difficilissimi per gli operatori turistici e per il loro indotto, fiaccati dallo stop dovuto prima alla pandemia da Covid e poi dall'aumento dei prezzi dell'energia e che, con l’appennino a secco di neve, quest’anno hanno già perso la maggiorparte dei loro introiti che arrivano dal turismo delle feste natalizie.
Non è tutto perso ad ogni modo perché se la perturbazione che sta arrivando in queste ore in Italia porterà davvero come le previsioni dicono una grande quantità di neve, qualcosa ancora si potrebbe recuperare tanto che già da giorni con il cambio di temperature, le stazioni sciistiche più attrezzate hanno messo in funzione i propri cannoni, tanto che domenica scorsa seppur a regime ridottissimo, gli impianti di campo felice hanno aperto agli sciatori.
Nei giorni scorsi erano stati moltissimi gli operatori che insieme alle associazioni di categoria e alle quattro regioni interessate, si erano seduti ad un tavolo ministeriale, con Daniela Santanchè per trovare una soluzione alle ingenti perdite che la mancanza di neve in appennino stava causando con una ricaduta sui territori con perdite di oltre 50 milioni di euro.
Da quel tavolo la promessa di un impegno concreto da parte del governo e l’istituzione di un tavolo permanente che potesse rispondere alla grave crisi del comparto anche se le preoccupazioni sulle tempistiche d’attuazione dei cosiddetti ristori erano state sollevate anche dal Ministro Santanchè.
Insomma con una stagione quasi compromessa anche se quello che si aspica è che da una parte il Governo faccia bene e presto e dall’altra madre natura aiuti con l’arrivo della neve ad imbiancare le cime dell’appennino, ricordando anche ai più scettici e a coloro che predicano circa una riconversione del turismo di montagna, che la neve non serve esclusivamente agli sciatori per fa camminare le lamine o agli operatori turistici, ma anche e soprattutto alla popolazione per le riserve idriche da utilizzare nei mesi più caldi.