Mercoledì, 18 Gennaio 2023 12:15

Messina Denaro nel Carcere dell'Aquila. I primi provvedimenti presi all'interno della struttura

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Nella giornata di ieri è entrato all’interno del circuito detentivo aquilano un detenuto che il garante dei detenuti Gianmarco Cifaldi ha definito “particolare”.

Non appena il boss Matteo Messina Denaro è stato arrestato gli è stato assegnato come luogo di detenzione il carcere dell’Aquila, secondo il provvedimento che impone il regime di 41 bis.

Come abbiamo già riportato in un precedente articolo e come ha confermato Cifaldi, il carcere “Le Costarelle” dell’Aquila ha tutte le condizioni per la gestione di un detenuto come Messina Denaro, che nella sua particolarità, dovuta al suo coinvolgimento nelle stragi di mafia che hanno sconvolto il nostro paese, ai crimini indicibili di cui si è macchiato e ai suoi trent’anni di latitanza, sarà trattato come un detenuto come tutti gli altri.

Messina Denaro presenta una grave patologia, ovvero un tumore al colon, per questo motivo già questa mattina c'è stato un consulto medico ed è stata convocata una riunione con i responsabili del carcere per seguire la parte clinica del detenuto e  provvedere ai bisogni del caso.

Il carcere dell’Aquila è un carcere speciale e particolarmente efficiente nel circuito del 41 bis, infatti non sono molti gli istituti nei quali è presente questo regime di detenzione.

Alle Costarelle sono state immediatamente attivate tutte le necessarie attenzioni per seguire il detenuto. Già all’interno della casa circondariale è presente un’area infermieristica, così come imposto dalle norme vigenti al fine di perseguire le procedure atte a garantire il diritto alla salute come normato dall’articolo 27 della Costituzione Italiana.

Inoltre, come si fa per ogni detenuto che entra nella prima volta in un circuito detentivo, è stata attivata la cosiddetta “alta sorveglianza” per paura che ci possano essere delle crisi dovute alla cosiddetta sindrome di Ganser, ovvero quella sindrome a causa della quale il detenuto che si trova disorientato in un nuovo posto in cui lo spazio è altamente ridotto può essere indotto al suicidio. Per la tutela del detenuto è stata quindi attivata una procedura interna che vedrà l’opera di un servizio specializzato, quello del gruppo operativo mobile (GOM) che servirà proprio a gestire la reclusione nel 41 bis.

Ultima modifica il Mercoledì, 18 Gennaio 2023 12:47

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