È iniziata nei giorni scorsi una grande operazione nazionale contro le forme di sfruttamento lavorativo sulle attività dei riders, ciclo fattorini in italiano, ossia quei lavoratori che effettuano consegne a domicilio per conto di diverse società di Food Delivery.
Un lavoro che, soprattutto dopo l’emergenza Covid, è cresciuto notevolmente.
Anche i militari del Comando provinciale e quelli del Nucleo Ispettorato del Comando Carabinieri dell’Aquila hanno effettuato numerosi controlli nei diversi hot spot individuati in città, luoghi dai quali si snodano le attivazioni dei ciclofattorini.
In particolare, i carabinieri hanno controllato complessivamente 20 riders, di cui 4 stranieri extra UE, tutti riconducibili a due differenti imprese di Food Delivery operanti in città. La buona notizia è che, ad ora, non sono emerse irregolarità apparenti. In ogni caso gli accertamenti proseguiranno anche nei prossimi giorni.
Le attività dei militari si sono concentrate soprattutto nella verifica del rispetto delle normative a tutela dei lavoratori, nonché nella corrispondenza degli obblighi previsti in materia di sicurezza e igiene, ai sensi delle norme prevenzionistiche.
Inoltre, è stata posta particolare attenzione all’esistenza di possibili forme di “caporalato digitale”, un fenomeno (già rilevato in città metropolitane come Milano) in cui gli account digitali creati, spesso con documenti falsi, per il mantenimento del rapporto lavorativo con la piattaforma di App Delivery, vengono illecitamente gestisti da un caporale e ceduti poi ad un altro rider che esegue fisicamente la consegna, previa trattenuta di una quota del guadagno giornaliero.