Giovedì, 21 Agosto 2014 19:45

Pescina, la Asl rivuole stipendi extra pagati 23 anni fa a 53 dipendenti

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di Beatrice Marsili - Agli inizi degli anni Novanta alcuni dipendenti dell'ospedale di Pescina (L'Aquila) sono costretti a rivolgersi ad un sindacato e ad un legale, per percepire le somme loro dovute per alcuni straordinari. Dopo vent'anni il contenzioso legale è ancora aperto.

Nel 1991 si apre la disputa: l'ospedale di Pescina non riconosce l'indennità per il surplus di lavoro a 53 suoi lavoratori, che aprono così uno scontro legale. L'anno successivo l'avvocato a cui è affidato il caso riesce a pignorare e consegnare le somme dovute, trattenendo le spese legali. La Asl fa ricorso per difetto di competenze: il giudice era ordinario e non era quello del Tar; siamo nel 1993 e l'azienda chiede la restituzione delle somme pagate per i famosi straordinari, con l'aggiunta delle spese legali, che con gli anni si sono fatte via via più ingenti. Con vari ricorsi, da entrambe le parti, arriviamo al 2000 con la Asl che tenta un accordo e la situazione che si blocca. L'azienda intima nuovamente di essere rimborsata, se non dell'importo totale almeno dei 35mila euro delle spese legali. 
 
Inizialmente si discuteva per una somma totale di 100 milioni di lire, poi aumentata per gli interessi e per le crescenti spese legali. A 23 anni di distanza la Asl non si è ancora arresa e chiede ai 53 dipendenti, di cui 5 ormai deceduti, di essere rimborsata per una somma di 1.600 euro a testa.
 
Nei giorni scorsi, una lettera che intima la restituzione del denaro entro 10 giorni: «Cosa dovremmo fare a questo punto? - commentano costernati i dipendenti a Il Centro - e come è possibile che dopo oltre due decenni ci sia ancora un contenzioso legale?».

 

Ultima modifica il Venerdì, 22 Agosto 2014 16:03

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