Ho atteso alcuni giorni per intervenire sulla vicenda relativa al trasferimento della sede territoriale adriatica della Bper a Lanciano poiché aspettavo una risposta, a mio avviso doverosa, da parte del gruppo bancario, sia al presidente della Provincia dell'Aquila Antonio Del Corvo, sia alla Fondazione Carispaq, sia ai sindacati, che avevano espresso forti perplessità rispetto a questa scelta".
È quanto ha dichiarato il sindaco dell'Aquila Massimo Cialente. "Tutto questo – ha proseguito il primo cittadino – al fine di comprenderne le motivazioni. A quanto pare, tuttavia, il gruppo Bper ritiene di non doverne dare. Esprimo quindi le mie considerazioni che mi portano a ritenere la scelta, rispetto alla quale auspico un ripensamento, sbagliata sotto il profilo politico e, se mi è consentito, anche sotto quello logistico e imprenditoriale. Sotto il profilo logistico perché le Marche e gran parte dell'Abruzzo vedono l'area aquilana come quella più facilmente raggiungibile, in particolare grazie all'autostrada A24 e alla Teramo – Mare. Imprenditoriale perché il comprensorio aquilano è l'unico nel quale il sistema Italia ha immediata cantierabilità per 5 miliardi di euro di fondi pubblici, nonché di almeno ulteriori 300 milioni per investimenti nel settore produttivo per il rilancio economico.
Fondi che, per inciso, si dovrebbe saper intercettare, vedi i casi Aventis e Dompè. La scelta è inoltre sbagliata sotto il profilo politico - prosegue Cialente – perché, a fronte di rassicurazioni e di impegni assunti da parte del gruppo Bper, quest'ultimo decide di rinunciare definitivamente al suo ruolo di banca del territorio, ridimensionando la sua presenza e portandola ben al di sotto di altri istituti di credito. Una presa di distanza della quale l'azionista Fondazione Carispaq va giustamente prendendo atto, iniziando a guardarsi intorno per poter continuare a svolgere il proprio ruolo istituzionale.
Un atto, quello del trasferimento a Lanciano della sede territoriale adriatica, che appare inspiegabile e ingiusto, se si pensa che, quando la Carispaq era ancora la banca degli aquilani, in pochi mesi raccolse il 60 per cento dei due miliardi di contributi agevolati per la ricostruzione, soldi che gli aquilani versarono nelle casse dell'istituto. Centinaia di milioni di euro, andati poi a sostenere il gruppo Bper nel momento della fusione. Un atto, quello del trasferimento, che appare ingiusto anche in considerazione del fatto che, proprio con questa fusione, la città dell'Aquila ha perso 70 posti di lavoro, laddove invece altri gruppi bancari, anche per una forma di solidarietà, nella fase post sisma hanno incrementato la loro presenza sul territorio, per complessivi 150 posti di lavoro. Personalmente, dunque, - ha dichiarato ancora il sindaco – ritengo la scelta di Bper sbagliata e inspiegabile.
Se la politica del gruppo è quella di ridimensionare la presenza nella città e nella provincia dell'Aquila, scelta più che legittima e della quale, purtroppo, vediamo già da tempo la traduzione nelle modalità con cui si affrontano le politiche finanziarie, o addirittura nel concedere piccole sponsorizzazioni a eventi come la Perdonanza, sia ben chiaro che gli aquilani ne prenderanno atto, anzi lo stanno già facendo, così come lo sta già facendo, a mio avviso giustamente, la Fondazione Carispaq. La città dell'Aquila, checché se ne dica, sarà comunque protagonista di un grande dinamismo economico e non si può sperare che gli aquilani continuino, per inerzia, ad affidare le proprie transazioni relative alla ricostruzione o i propri risparmi a chi, invece, guarda altrove, facendo solo abbondante "raccolta", senza dare ritorni occupazionali e finanziari al territorio. Sia ben chiaro. – ha concluso Cialente - Questa non è una battaglia campanilistica contro la città di Lanciano ma contro, ripeto, una deliberazione sbagliata sia sotto il profilo logistico che politico e imprenditoriale. Ribadisco che la scelta di Bper è legittima ma altrettanto legittima è e sarà la risposta della città".