Lunedì, 13 Ottobre 2014 10:58

Case, Cialente chiede aiuto alla PC. Gabrielli: "Non è compito nostro"

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Il Progetto Case non è più affar nostro, quindi arrangiatevi.

E' questo, in brutale sintesi, il senso della risposta data dal capo della Protezione civile Franco Gabrielli al sindaco dell'Aquila Massimo Cialente, che, qualche giorno fa, aveva scritto una lettera per chiedere al Dipartimento una collaborazione sulle attività di verifica e controllo strutturale in corso in questi giorni sugli edifici del Progetto Case per i quali sono stati emessi i provvedimenti giudiziari di sequestro dei balconi.

Nella medesima lettera Cialente domandava al Dipartimento anche un impegno formale ad assicurare "la dovuta garanzia per gravi vizi di costruzione degli immobili, come per legge" e a dare una mano al Comune dell'Aquila per l'assistenza alle famiglie che saranno costrette - cosa che, del resto, sta già avvenendo in questi giorni - ad abbandonare le proprie abitazioni.

Richieste, quelle del primo cittadino, motivate dal fatto che era stata la Protezione civile, nel 2009-2010, la stazione appaltante per la realizzazione di Case e map.

Scrive infatti il sindaco: "Si chiede di assicurare la fattiva collabrazione di codesto Dipartimento alle attività di analisi delle condizioni strutturali di tutti gli edifici del Progetto Case, anche e soprattutto in considerazione della conoscenza, da parte dello stesso dipartimento, dei processi di progettazione e realizzazione degli edifici del Progetto Case, in qualità di stazione appaltante, nonché della disponibilità di tutta la documentazione tecnica ed amministrativa".

Secca la risposta, fatta pervenire sempre tramite lettera, di Franco Gabrielli: "In seguito al decreto n. 83 del 2012 [...] poi convertito in legge [...] che ha previsto la cessazione al 31 agosto 2012 dello stato di emergenza [...] lo scrivente Dipartimento non ha alcun titolo ad interloquire sulle rappresentate richieste".

Eppure, solo una settimana fa, lo stesso Gabrielli aveva annunciato che la Protezione civile si costituirà parte civile qualora verrà accertato il reato di frode nelle pubbliche forniture nell'inchiesta aperta dalla procura dell'Aquila in seguito al crollo del balcone della palazzine di Cese.

Lo smarcamento di Gabrielli non è affatto piaciuto a Cialente, che, sarcasticamente, ha commentato così, sul proprio profilo Facebook, la risposta dell'ex prefetto dell'Aquila: "Mi torna in mente il genio napoletano 'Chi ha avuto, ha avuto, ha avuto; chi ha dato, ha dato, ha dato. Scurdammoce o' ppassato, simme e Napule paisà".

Il testo della lettera di Cialente

Recenti analisi e indagini condotte da tecnici comunali e da tecnici esterni all'uopo incaricati, nonché i rilievi del Corpo Forestale dello Stato sollevati nel corso delle attività di esecuzione del provvedimento giudiziario di sequestro di 800 balcoini del progetto Case, hanno fatto emergere gravi condizioni di criticità strutturale di numerosi edifici facenti parte del progetto Case, dovuti a difetti di realizzazione, nonché probabilmente a forniture di materiale inadeguato, tale da costringere oggi questa amministrazione all'ennesimo sgombero di un intero edificio, occupato da 24 famiglie.

In ragione di ciò, chiediamo a codesto spettabile Dipartimento di assicurare la dovuta garanzia per gravi vizi di costruzione degli immobili, come per legge.

Inoltre, rendendosi assolutamente necessario, ai fini della tutela della sicurezza collettiva, estendere tempestivamente i controlli a tutti gli alloggi del Progetto Case e map, si chiede di assicurare la fattiva collaborazione di codesto Dipartimento alle attività di analisi delle condizioni strutturali di tutti gli edifici del Progetto Case, anche e soprattutto in considerazione della conoscenza, da parte dello stesso dipartimento, dei processi di progettazione e realizzazione degli edifici del Progetto Case, in qualità di stazione appaltante, nonché della disponibilità di tutta la documentazione tecnica ed amministrativa dei relativi appalti.

Da ultimo, chiediamo l'intervento di codesto Dipartimento per assicurare l'assistenza alla popolazione che dovesse essere eventualmente evacuata a seguito delle perizie tecniche che saranno effettuate e agli eventuali interventi di consolidamento, necessari per la messa in sicurezza degli edifici, realizzati dalla Protezione civile nel 2009-2010.

La risposta di Gabrielli

Si fa riferimento alla nota della S.V. del 9 ottobre con la quale, alla luce dei sopralluoghi tecnici in corso sugli edifici del Progetto Case e del rapporto del Corpo forestale dello Stato in rodine al crollo di un balcone nell'insediamento di Cese di Preturo, sono state comunicate difficoltà gestionali relativamente agli immobili realizzati a seguito del sisma del 6 aprile 2009 ed è stato invocato, tra gli altri, l'intervento di questo Dipartimento della protezione civile, quale struttura tecnica che all'epoca ebbe a espletare l'incarico di stazione appaltante.

Al riguardo si rappresenta ai sensi del combinato disposto dell'articolo 1, comma 422, della legge 27 dicembre 2013, n. 147 e dell'articolo 67 bis, comma 1, del decreto legge 22 giugno 2012, n. 83, convertito in legge, con modificazione, dalla legge 7 agosto 2013 n. 134 - che ha previsto la cessazione al 31 agosto 2012 dello stato di emergenza dichiarato a seguito del predetto evento sismico -lo scrivente Dipartimento non ha alcun titolo ad interloquire sulle rappresentate richieste.

Quanto alle denunciate responsabilità, anche di natura manutentitva, si attendono gli esiti degli accertamenti da parte dell'Autorità giudiziaria.

 

Ultima modifica il Lunedì, 13 Ottobre 2014 11:12

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