La maxi operazione è in corso dalle prime ore di questa mattina.
37 persone arrestate (29 in carcere, 8 ai domiciliari): un "ramificato sistema corruttivo" pilotava l'assegnazione di appalti e finanziamenti pubblici dal comune di Roma e dalle aziende municipalizzate, con interessi anche nella gestione dei centri di accoglienza per gli immigrati.
E' quanto emerso dalle indagini del Ros che ha portato alle misure restrittive che i Carabinieri stanno eseguendo in queste ore, tra le province di Roma, Viterbo e Latina. Contestualmente la Guardia di finanza sta eseguendo un decreto di sequestro di beni riconducibili agli indagati emesso dal tribunale di Roma. Pesantissime le accuse: associazione di tipo mafioso, estorsione, usura, corruzione, turbativa d'asta, false fatturazioni, trasferimento fraudolento di valori, riciclaggio e altri reati.
Al centro delle indagini del Ros un sodalizio mafioso facente capo all'ex terrorista nero Massimo Carminati, con diffuse infiltrazioni nel tessuto imprenditoriale, politico e istituzionale. Tra gli arrestati c'è anche l'ex ad dell'Ente Eur, Riccardo Mancini, braccio destro dell'ex sindaco di Roma, Gianni Alemanno, indagato. La sua abitazione è stata perquisita. Arrestato Luca Odovaine, ex capo di gabinetto di Walter Veltroni, e l'ex numero 1 di Ama, Franco Panzironi.
I Carabinieri stanno perquisendo anche alcuni uffici di consiglieri regionali alla Pisana: in particolare, le stanze di Eugenio Patanè (Pd) e Luca Gramazio (Pdl). Altre operazioni sono in corso presso altre amministrazioni: in Campidoglio, i militari hanno perquisito gli uffici del presidente dell'Assemblea capitolina Mirko Coratti.
Un'operazione senza precedenti. Coordinata da tre pubblici ministeri - Luca Tescaroli, Paolo Ielo e Giuseppe Cascini - sotto la supervisione del procuratore capo della procura di Roma Giuseppe Pignatone, sta smantellando un'organizzazione che racconta almeno dieci anni di malavita.
Personaggi che hanno solcato la scena della mala capitolina, come il nero Carminati ex della Banda della Magliana, ma anche politici e amministratori che hanno favorito e consentito a questo malaffare di radicarsi, di mettere le radici, di infilarsi coi suoi tentacoli ovunque. Ribaltando di netto le regole del gioco. Un intreccio pazzesco, degno di un romanzo criminale, che però è pura realtà.
In questi lunghi mesi sono stati indagati in un centinaio, perquisiti e ascoltati a migliaia. Ricostruire la trama e gli intrecci che hanno reso possibile tutto questo malaffare è stata un'impresa titanica. Ma una volta capito il verso, criminali e amministratori sono crollati uno dopo l'altro come nel gioco del domino. Protagonisti di uno sconfinato business che sembrava non dover mai avere una fine.
L'indagine ribattezzata "Terra di mezzo" nasce nel 2010 da un'intuizione investigativa del procuratore aggiunto, ora scomparso, Pietro Saviotti, che affidò al reparto criminalità del Ros, allora diretto dal colonnello Massimiliano Macilenti, l'inchiesta poi conclusa dal colonnello Russo. La fine è arrivata. E nella giungla del malaffare sono finite ditte, attività commerciali e politici influenti: traffici illeciti che non si ricordavano più dai tempi dell'epopea della banda della Magliana.
"Allo stato dell’indagine – si legge nell’ordinanza d’arresto firmata dal giudice Flavia Costantini - può essere affermato con certezza è che vi erano dinamiche relazionali precise, che si intensificavano progressivamente, tra Alemanno, sindaco di Roma, e il suo entourage politico e amministrativo, da un lato e il gruppo criminale che ruotava intorno a Buzzi e Carminati, dall’altro; dinamiche relazionali che avevano ad oggetto specifici aspetti di gestione della cosa pubblica e che certamente non possono inquadrarsi nella fisiologia di rapporti tra amministrazione comunale e stakeholders".
Ecco l’elenco completo degli indigati finiti in carcere: Massimo Carminati, Riccardo Brugia, Roberto Locopo, Matteo Calvio, Fabio Gaudenzi, Raffaele Bracci, Cristiano Guarnera, Giueppe Ietto, Agostino Gaglianone, Salvatore Buzzi, Fabrizio Franco Testa, Carlo Pucci, Riccardo Mancini, Franco Panzironi, Sandro Coltellacci, Nadia Cerrito, Giovanni Fiscon, Carlo Maria Guarany, Emanuela Bugitti, Alessandra Garrone, Paolo Di Ninno, Pierina Chiaravalle, Giuseppe Mogliani, Giovanni Lacopo, Claudio Turella, Emilio Gammuto, Giovanni De Carlo, Luca Odevaine.
Ai domiciliari si trovano invece: Patrizia Caracuzzi, Emanuela Salvatori, Sergio Menichelli, Franco Cancelli, Marco Placidi, Raniero Lucci, Rossana Calistri e Mario Schina. Indagati ma a piede libero l’ex sindaco Gianni Alemanno, il consigliere regionale di centro destra Luca Gramazio e Gennaro Mokbel, la mente della maxi truffa Telecom Sparkle.
Chi è Massimo Carminati. L’ex terrorista di estrema destra dei Nar ed ex membro della Banda della Magliana sarebbe stato arrestato mentre si trovava a casa di Marco Iannilli, il commercialista romano, già finito in carcere e condannato in primo grado per la colossale truffa su Fastweb e Telecom Sparkle e coinvolto nel caso Enav.
Lirio Abbate, su L'Espresso, lo descrive così. "Non ama guidare e preferisce spostarsi a piedi o cavalcando uno scooter. Nessun lusso negli abiti, modi controllati e cortesi: in una città dove tutti parlano troppo, lui pesa le parole ed evita i telefonini. Sembra un piccolo borghese, perso tra la folla della metropoli, ma ogni volta che qualcuno lo incontra si capisce subito dalla deferenza e dal rispetto che gli tributano che è una persona di riguardo. Riconoscerlo è facile: l'occhio sinistro riporta i segni di un'antica ferita. Il colpo di pistola esploso a distanza ravvicinata da un carabiniere nel 1981: è sopravvissuto anche alla pallottola alla testa, conquistando la fama di immortale. Anche per questo tutti hanno paura di lui. Ed è grazie a questo terrore che oggi Massimo Carminati è considerato l'ultimo re di Roma.
La sua biografia è leggendaria, tanto da aver ispirato "Il Nero", uno dei protagonisti di "Romanzo criminale" interpretato sullo schermo da Riccardo Scamarcio. È stato un terrorista dei Nar, un killer al servizio della Banda della Magliana, l'hanno accusato per il delitto Pecorelli e per le trame degli 007 deviati, l'hanno arrestato per decine di rapine e omicidi. Come disse Valerio Fioravanti, «è uno che non voleva porsi limiti nella sua vita spericolata, pronto a sequestrare, uccidere, rapinare, partecipare a giri di droga, scommesse, usura». Sempre a un passo dall'ergastolo, invece è quasi sempre uscito dalle inchieste con l'assoluzione o con pene minori: adesso a 54 anni non ha conti in sospeso con la giustizia. Ma il suo potere è ancora più forte che in passato. Il nome del "Cecato" viene sussurrato con paura in tutta l'area all'interno del grande raccordo anulare, dove lui continua a essere ritenuto arbitro di vita e morte, di traffici sulla strada e accordi negli attici dei Parioli. L'unica autorità in grado di guardare dall'alto quello che accade nella capitale".