Lunedì, 15 Dicembre 2014 14:34

Don Luigi Ciotti: "In Abruzzo e all'Aquila la mafia c'era ben prima del terremoto"

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"In Abruzzo, soprattutto all'Aquila, la presenza mafiosa c'era ben prima del terremoto e oggi, guarda caso, nell'inchiesta su Mafia Capitale compaiono personaggi che operano in questo territorio".

A dirlo è stato don Luigi Ciotti - fondatore e referente nazionale di Libera, rete di associazioni impegnate nella lotta alle mafie - all'Aquila per partecipare al convegno "Noi contro la corruzione", organizzato dall'Agenzia delle Entrate. L'incontro si è svolto presso il complesso conventuale di S. Domenico, attuale sede dell'Avvocatura di Stato e della Corte dei Conti.

Per don Ciotti tutto questo si puo combattere "facendo le cose giuste, facendole seriamente, con grande trasparenza e chiarezza, non dimenticando che corruzione e mafia sono due facce della stessa medaglia".

Al convegno sono intervenuti, tra gli altri, Rossella Orlandi, direttore nazionale dell'Agenzia delle Entrate, e Francesco Greco, magistrato, procuratore aggiunto e capo del pool reati economici e finanziari della procura di Milano. Nei giorni scorsi era stata annunciata anche la presenza di Raffaele Cantone, presidente dell'Autorità nazionale anticorruzione. Il magistrato ha poi dovuto rinunciare per altri impegni ma ha comunque inviato un video messaggio.

Greco: "Rafforzare il reato di corruzione tra privati e estendere il 416bis ai reati di corruzione"

"Il problema è che in tutti questi anni si sono fatte poche leggi per contrastare la corruzione e molte leggi pe rallentare il processo penale, per cui oggi ci troviamo con un sistema imballato nel quale non è facile portare a termine le indagini sulla corruzione anche per il problema della prescrizione".

Francesco Greco, magistrato, procuratore aggiunto e capo del pool reati economici e finanziari della procura di Milano, non dà un giudizio esplicito sul pacchetto di norme anticorruzione che il Governo sta studiando (e che dovrebbe essere inserito all'interno della riforma del processo penale) ma, come molti suoi colleghi, in primis il presidente dell'Anm, Rodolfo Maria Sabelli, giudica insufficienti alcune misure che dovrebbero entrare nel ddl:

"Io sono sempre stato contrario ad affrontare temi di questo tipo con misure emergenziali" - ha detto Greco - "La storia d'Italia è caratterizzata da legislazioni di emergenza che però sono farraginose, macchinose e non risolvono né affrontano complessivamente il problema, al più tappano qualche buco. Avrei auspicato un ragionamento più articolato su questa materia anche perché applichiamo una legislazione emergenziale a due anni da una precedente legge sulla corruzione. Mi sembra una situazione eccessiva e paradossale".

Secondo Greco, oltre alla riforma della prescrizione, per arginare i fenomeni di corruzione occorre intervenire, rafforzandolo, sul reato di corruzione tra privati, sulla razionalizzazione dei centri di spesa della PA e sull'estensione del 416bis alla corruzione: "Per prevenire la corruzione" ha affermato Greco "è ridurre e controllare i centri di spesa: in Italia ce ne sono troppi. L'implementazione delle funzioni delle Regioni ha creato una necessità di maggiori controlli che però non ci sono. Un altro problema collegato a questo è che c'è un'esternalizzazione dei centri di spesa nelle municipalizzate e nelle partecipate. Oggi è necessario intervenire modificando e rafforzando il reato di corruzione privata, che invece non mi pare il Governo voglia toccare in questo momento ed estendere il 416bis anche alla corruzione, perché si sta notando uno spostamento dall'attività intimidatoria a quella corruttiva e questa è una variabile che deve essere tenuta in debito conto".

Cantone: "Più trasparenza e più tutele per i dipendenti pubblici che decidono di denunciare comportamenti illeciti"

Le analisi e le considerazioni di Greco sono condivise anche dal presidente dell'Autorità nazionale anticorruzione (Anac), Raffaele Cantone: "E' difficile ragionare con lucidità sulla corruzione in questi giorni, nel Paese c'è un clima simile a quello del 1992" ha affermato Cantone nel video messaggio inviato al convegno. "Il problema è che, dopo Tangentopoli, c'è stata un'assenza assoluta di scelte politiche mentre ci sono state scelte normative, come la depenalizzazione del falso in bilancio o la modifica della prescrizione, che hanno favorito la corruzione".

Secondo Cantone, i meccanismi da mettere in atto riguardano "la capacità della pubblica amministrazione di autoemendarsi" e l'applicazione di una maggiore trasparenza .

Circa il primo punto, Cantone ha specificato che bisogna valorizzare di più l'articolo 54bis del decreto legislativo n. 165 del 2001, che tutela "i dipendenti pubblici che denunciano all'autorità giudiziaria, alla Corte dei Conti, all'Anac o ai propri superiori condotte illecite di cui sono venuti a conoscenza in ragione del rapporto di lavoro". Coloro che decidono di uscire dal silenzio, recita l'articolo, "non possono essere sanzionati, licenziati o sottoposti a misura discriminatoria" né la loro identità "può essere rivelata".

Rossella Orlandi, Agenzia delle Entrate: "Allungare i tempi per l'accertamento dell'evasione"

Anche la direttrice nazionale dell'Agenzia delle Entrate, Rossella Orlandi, ha insistito molto sulla necessità di proteggere di più l'identità dei dipendenti della PA che decidono di denunciare o segnalare casi di corruzione, attraverso, ad esempio, centri di ascolto o mail dedicate dotate di sistemi di crittografia. "Più che nuove leggi", ha detto la Orlandi, "bisogna favorire la nascita di valori e di una cultura della legalità condivisa. Le norme da sole non bastano. Anzi, a volte troppe leggi producono l'effetto contrario. L'iperfetazione del diritto nasconde un'anoressia dell'etica".

Tuttavia, secondo la Orlandi, alcuni interventi normativi sono comunque necessari: "E' necessario" ha affermato la direttrice dell'Agenzia delle Entrate "prevedere, se non il raddoppio, almeno un allungamento dei tempi per la decadenza per l'evasione fiscale che ha risvolti penali. Bisogna prevedereun allungamento dei tempi per le ipotesi di evasione più insidiose e se non il raddoppio per tutte le tipologie almeno un allungamento così che si permetta di avere il tempo necessario per evitare che accertamenti complessi vengano vanificati dai tempi di prescrizione".

 

 

 

 

 

Ultima modifica il Lunedì, 15 Dicembre 2014 18:33

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