Mercoledì, 17 Dicembre 2014 16:58

L'Aquila: quattro cani uccisi a fucilate in poco più di 24 ore

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Quattro cani uccisi a fucilate da ignoti in poco più di 24 ore, tutti nell'aquilano, è quanto denuncia la Lega Nazionale per la Difesa del Cane. Alcuni sono stati trovati morti in una discarica abusiva, il corpo di un altro è stato appeso ad un cancello, forse in un atto intimidatorio. Tra le vittime anche una mamma con i suoi due cuccioli.

"Considerando che - scrive in una nota la Lega Nazionale per la Difesa del Cane - il bracconaggio in Italia è praticato per l'81 per cento da cacciatori muniti di regolare licenza, non si può non arrivare alla conclusione che colui che pratica attività venatorie è, non di rado, un soggetto socialmente pericoloso a cui è stata data la possibilità di detenere e di usare un'arma".

La note integrale della Lega Nazionale per la Difesa del Cane

"La Lega Nazionale per la Difesa del Cane condanna con durezza le barbare esecuzioni perpetrate a fucilate da ignoti nei confronti di quattro poveri cani, avvenute nella provincia di L'Aquila, nel giro di poco più di 24 ore. Tre delle vittime, una mamma con i suoi due cuccioli, sono state ritrovate in una discarica abusiva di Capistrello in località Piani Palentini.

I corpi degli sventurati animali sono stati trasferiti all'Istituto Zooprofilattico di Avezzano per gli esami autoptici che si spera risultino di supporto alle indagini in corso da parte del Corpo Forestale dello Stato.

Ancor più inquietante la vicenda riguardante il Border Collie ucciso a Castelli, frazione Villa Rossi, il cui proprietario gestisce con il Parco Nazionale del Gran Sasso un chiusino di cattura dei cinghiali. Il cane è stato ritrovato appeso a un cancello, il che fa pensare un gesto intimidatorio nei confronti di un'attività che ostacola il bracconaggio e suggerisce come maggiori indiziati dell'atto criminoso i cacciatori di frodo.

Atti criminosi, in nessun altro modo possono infatti essere definiti quelli sopra citati, laddove spietatezza e indole malavitosa sono un binomio pressoché indissolubile e collaudato in Abruzzo con maggior riguardo alla provincia aquilana. Considerando che il bracconaggio in Italia è praticato per l'81 per cento da cacciatori muniti di regolare licenza (fonte Cabs - Committe Against Bird Slaughter), non si può non arrivare alla conclusione che colui che pratica attività venatorie è, non di rado, un soggetto socialmente pericoloso al quale è stata data la possibilità di detenere e di usare un'arma.

Un’ulteriore dimostrazione di questa tesi arriva dalle uccisioni indiscriminate che periodicamente vengono commesse nei confronti di specie protette anche da leggi internazionali quali i lupi e orsi, azioni per le quali molto di rado si riesce a risalire ai responsabili. Preso atto che la provincia aquilana è soggetta e non da oggi a infiltrazioni delinquenziali di ogni genere, Lega Nazionale per la Difesa del Cane sollecita un maggior rigore nel controllo del territorio da parte degli organi di vigilanza.

Un territorio che sembra ormai sfuggito al controllo dello Stato nonostante le dichiarazioni dell'ex Prefetto di L'Aquila, Giovanna Iurato il quale, lasciando il suo incarico nel 2012, affermava incredibilmente che la criminalità non era in aumento. Mentre anche queste recentissimi uccisioni di innocenti animali sembra testimoniare il contrario".

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