Mercoledì, 17 Dicembre 2014 18:59

Cade accusa di terrorismo per attivisti No Tav: intervista a Francesco Richetto

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E' stata emessa oggi la sentenza della Corte d'Assise del tribunale di Torino sul processo a quattro attivisti No Tav accusati di terrorismo. I fatti risalgono al maggio 2013, in occasione di una manifestazione nei pressi del cantiere dell'Alta velocità a Chiomonte, in Val di Susa.

I quattro, che erano accusati di eversione, sono stati assolti "perché il fatto non sussiste" dalla pesante accusa per la quale i pm Andrea Padalino e Antonio Rinaudo avevano chiesto la condanna a nove anni e mezzo. Sono stati condannati a tre anni e sei mesi per gli altri capi di imputazione: detenzione di armi da guerra (in relazione ad alcune bottiglie molotov), danneggiamento e violenza a pubblico ufficiale.

E' tanta la soddisfazione nel movimento valsusino, che da più di venti anni si batte contro la realizzazione della linea di alta velocità Torino-Lione: "Con questa sentenza c'è sicuramente una inversione di tendenza rispetto al comportamento che in questi anni sta tenendo il tribunale di Torino - afferma a NewsTown Francesco Richetto, uno dei maggiori esponenti del movimento - per la prima volta e in modo netto vengono respinte le richieste dei pm, il capo di imputazione sul quale è stato costruito il processo e la sua spina dorsale".

E' stato dunque creato un precedente sul modus operandi della procura di Torino: "Non gioiamo ovviamente per le condanne - continua Richetto - per noi è solo un modo per uscire, almeno per un giorno, dagli schemi e da una narrazione fallace che si fa da anni sulla battaglia No Tav. La sentenza di oggi, in qualche modo, è una battaglia vinta, ma non cambia le sorti di un movimento popolare consolidato sul territorio".

"Non si può esultare per una sentenza del genere - si legge su notav.info, uno dei siti web di riferimento del movimento - con i quattro notav dietro alle sbarre, ma quantomeno per una volta la sentenza non ha dato credito alla vendicativa e persecutoria linea di condotta della procura di Torino, che è bene ricordarlo, nasce nelle viscere dei fantasmi tanto cari all’ex procuratore Giancarlo Caselli, coordinatore della crociata contro i notav".

"Non abbracciamo né il tribunale, né i giudici - conclude Francesco Richetto - ci auguriamo di interrompere questo percorso carcerario difficile che hanno affrontato finora i ragazzi e le ragazze notav (in prigione dal dicembre 2013, ndr). La battaglia è dura e lunga, e noi mettiamo tutto questo in conto, andando avanti come sempre".

La sentenza potrebbe contribuire a cambiare, almeno parziamente, anche il linguaggio utilizzato negli ultimi anni da molti media italiani mainstream, che in diverse occasioni hanno parlato di "assalti terroristici" in riferimento a manifestazioni e azioni di protesta del movimento No Tav.

In serata, intanto, è stato attaccato il sito web della procura di Torino. L'aggressione informatica è stata rivendicata da Anonymous. (m. fo.)

Ultima modifica il Mercoledì, 17 Dicembre 2014 19:29

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