"Ristrutturazione e consolidamento dell'ex Asilo nido Duca degli Abruzzi da destinare a spazio giovani e centro anziani". E' questo l'oggetto della delibera di giunta comunale, approvata lo scorso 28 novembre da assessori e Sindaco dell'Aquila, riguardo quello che da quattro anni è conosciuto dalla città come Asilo Occupato.
Che sulla ristrutturazione post-sisma - l'edificio di Viale Duca degli Abruzzi è classificato B - dell'ex asilo nido comunale fosse ultimamente aumentata l'attenzione dell'amministrazione comunale non vi è dubbio. E' di fine ottobre [leggi l'articolo], infatti, l'incontro "partecipativo" organizzato dal Comune, in cui fu deciso di destinare i 2 milioni di euro dei famigerati "Fondi Meloni", "sbloccati" solo negli ultimi tempi e destinati attività sociali e giovanili della città, proprio al palazzo sito nella zona dell'ex ospedale, e grazie al quale si scatenarono polemiche rispetto alle modalità di partecipazione effettive da parte delle associazioni e non solo.
Nella delibera non c'è nulla di diverso rispetto alle intenzioni manifestate dalla giunta Cialente. Si dà mandato di provvedere con urgenza e necessità ("stante la scadenza prossima del finanziamento") a un progetto esecutivo e definitivo per le attività che si svolgeranno all'interno dell'edificio. L'ex asilo nido si trasformerà in un "centro sociale multigenerazionale", che includerà un centro giovanile - nella delibera si dà mandato all'assessora Emanuela Di Giovambattista di "condividere l'intervento con la popolazione giovanile residente e relative associazioni, al fine di concertare il layout funzionale dell'edificio" - e il centro sociale per anziani, già presente prima del terremoto di sei anni fa, e per il quale è fermo da tempo lo stanziamento di 500mila euro da parte del sindacato Spi Cgil.
La destinazione d'uso a fini sociali dell'edificio di proprietà comunale è già, di per sé, una vittoria per i movimenti aquilani che occuparono, nel gennaio 2011, il palazzo. L'occupazione fu infatti rivendicata con lo scopo di mettere in luce l'abbandono di edifici pubblici in centro storico e in buono stato di agibilità strutturale, a fronte della costruzione di spazi ex novo nelle periferie, in barba al "consumo di suolo". Probabilmente, senza quell'atto di riappropriazione di uno spazio pubblico, l'ex asilo nido comunale sarebbe rimasto nell'anonimato come tanti altri edifici del centro storico aquilano, o sarebbe stato destinato ad attività per fini diversi da quello sociale.
Da allora, quattro anni di dibattiti, mostre, spazi laboratoriali (tra cui una falegnameria, una ciclofficina e il laboratorio creativo dell'associazione ViviamolAq), concerti, iniziative politiche e culturali che hanno visto l'attraversamento dei più di mille metri quadri dell'Asilo Occupato di migliaia di persone. Un processo spontaneo - quello dell'organizzazione culturale dal basso e autofinanziata - che non si era mai visto all'Aquila, prima del sisma.
Un patrimonio che in molti hanno difeso, nelle scorse settimane, quando un cartello di start up giovanili ha manifestato, nel corso di una conferenza stampa, l'intenzione di insediarsi nell'Asilo occupato per dar vita a un incubatore d'impresa.
Ad ogni modo, l'ex asilo nido rimarrà ad utilizzo di attività sociali e giovanili, qualsiasi sia la definizione ad esse associate. Nei mesi invernali si metterà a punto il progetto di ristrutturazione dell'edificio. Con tutta probabilità, il cantiere aprirà nel corso della prossima primavera.
Nel frattempo, ha rassicurato Di Giovambattista, verrà redatto un bando per la richiesta di spazi all'interno del palazzo. Un edificio talmente ampio da poter essere in grado di accogliere un gran numero di associazioni, "della più disparata varietà", come hanno dichiarato negli ultimi tempi gli esponenti della giunta Cialente.