"Il Decreto Legge contenente norme sulla ricostruzione è per il nostro sindaco e la senatrice Pezzopane un giorno "Un risultato importante, frutto di un ampio confronto che abbiamo svolto con il territorio e gli stakeholders", il giorno dopo invece lo stesso testo “contiene gravi errori”. Siamo al puro dilettantismo che rischia di bloccare la ricostruzione".
La denuncia è del gruppo consiliare Appello per L'Aquila che vogliamo. Che ricostruisce la vicenda. "Da oltre un anno è stato annunciato da vari esponenti del PD un provvedimento legislativo sulla ricostruzione. Tanti annunci, decine di bozze che evidentemente hanno confuso gli stessi estensori se, incredibile a leggersi, su alcune materie, il decreto legge contraddice quanto predisposto dal disegno di legge della Pezzopane. E' evidente la mancanza di coordinamento e il pasticcio politico tra esponenti dello stesso partito. Oggi anche la maggioranza si scaglia contro il decreto legge promettendo cambiamenti in sede parlamentare. Ma, come ben si sa, il decreto entra in vigore subito e diventa legge delle Stato senza cambiamenti, altro che “testo ancora parziale” come affermato dalla Pezzopane".
In questi 60 giorni, in cui il decreto così com'è sarà legge a tutti gli effetti, "può capitare veramente di tutto", attacca il gruppo civico consiliare. "Poi se tra qualche mese fosse approvato il disegno di legge presentato al Senato le regole su alcuni punti cambierebbero di nuovo! Un doppio binario generatore di caos di cui sono responsabili coloro che questa partita l'hanno voluta gestire in perfetta solitudine: la fuggitiva sottosegretaria De Micheli e la senatrice Pezzopane. Erano mesi che sollecitavamo un percorso partecipato in una città che anni prima aveva apposto 50mila firme ad un proprio disegno di legge".
Magari in questo modo si sarebbero evitati i “gravi errori”, si legge nella nota. "Infatti da sempre riteniamo che norme per limitare l'accaparramento di lavori per tecnici e imprese e tutelare i cittadini dal fallimento delle ditte siano sacrosante ma quelle indicate nel decreto non risolvono il problema ma anzi ne creano di nuovi. Fa specie poi che in un testo che dovrebbe contenere “Misure urgenti per la legalità, la trasparenza e l'accelerazione” non si preveda nulla sulla disponibilità pubblica e accessibile a tutti, in formato aperto, dei dati della ricostruzione, delle imprese, dei subappalti, dei finanziamenti, dello stato della ricostruzione pubblica. Nulla! La popolazione non deve sapere, nessuna trasparenza ed evidenza pubblica sulle priorità ed ordine di esame di pratiche e erogazione dei finanziamenti, per non parlare di quelli relativi alla sempre più trascurata ricostruzione pubblica".
Un “capolavoro”, partorito dopo un anno di gestazione, dal governo Renzi e della maggioranza "che governa, ancora per poco, questa città".