Lunedì, 10 Gennaio 2022 21:03

Draghi difende le scelte del Governo: “Priorità è tenere le scuole aperte”

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Nella conferenza stampa indetta per fare il punto sugli ultimi provvedimenti anti-Covid adottati dal Governo, il premier Mario Draghi ha difeso la scelta di tenere le scuole aperte contro cui si sono scagliati nei giorni scorsi regioni sindacati e presidi.

“Il Governo sta affrontando la sfida della pandemia con un approccio diverso al passato grazie ai vaccini. Vogliamo essere cauti ma anche minimizzare gli effetti economici, sociali e gli effetti sui ragazzi e sulle ragazze che hanno risentito più di tanti altri delle chiusure dal punto vista psicologico e della formazione. La scuola è fondamentale per la nostra democrazia, va tutelata, protetta non abbandonata.”, le parole del Presidente del Consiglio che ha puntato il dito contro la dad, “un sistema che va usato in casi di estrema gravità ma che crea profonde disuguaglianze destinate a durare, condizionando le condizioni lavorative e salariali”.

Sulle polemiche dei giorni scorsi Draghi ha inteso precisare che “tutto quello che si è deciso sulla scuola si fonda sul dialogo continuo e costruttivo con enti territoriali, regioni e comuni. La priorità del Governo è che la scuola sia aperta e in presenza. Non ha senso chiudere la scuola prima di chiudere tutto il resto e oggi non ci sono i motivi per tornare a un lockdown generalizzato. Probabilmente - ha aggiunto - ci sarà un aumento delle classi che andranno in dad ma bisogna respingere un ricorso generalizzato alla didattica a distanza”.

Per il Ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi, in conferenza stampa a Palazzo Chigi, l’opposizione da parte degli enti territoriali che hanno chiesto a gran voce di posticipare il rientro, non è stata in realtà così diffusa. “Soltanto il 3,07% di tutti comuni hanno emesso ordinanze di chiusure”. E a parte la Sicilia, che oggi ha deciso per un ulteriore slittamento di due giorni del rientro in classe, e la Campania, dove il Tar ha sospeso l’ordinanza di chiusura accogliendo il ricorso del Governo, “le lezioni sono riprese ovunque”.

Per Bianchi il Governo non è rimasto fermo. Vaccinazioni, assunzioni e stabilizzazione del personale le misure su cui l’esecutivo ha posto l’attenzione per mettere le scuole nelle condizioni di funzionare. “Ricordo che il numero di insegnanti sospesi perché non vaccinati rappresentano lo 0,72% del corpo docenti. Inoltre il 75% dei ragazzi tra i 12 e i 19 anni hanno già completato il ciclo vaccinale primario, l’85% hanno fatto solo una dose. Appena arrivata l’autorizzazione dall’Ema abbiamo iniziato anche le vaccinazioni dei più piccoli e nel decreto dello scorso 5 gennaio abbiamo regolato la quarantena per fasce di età e quindi condizione vaccinale, prevedendo il ricorso ad alcuni strumenti compreso quello della dad, utile se limitata nel tempo e integrata nei piani educativi della scuola”.

Il ministro ha anche fornito i dati sui contagi registrati tra la popolazione scolastica,ma i non quelli relativi ai contagi avvenuti all’interno delle scuole, come chiedono da tempo i sindacati. “Ad oggi gli assenti perché positivi o in quarantena sono circa il 6% tra i docenti, e il 4,5% tra gli studenti. Stiamo controllando le situazioni perché abbiamo operato con attenzione in tutto questo periodo, e ad oggi non ci sono dati tali da richiedere la chiusura delle scuole”.

“Abbiamo molto a cuore i nostri ragazzi e ci stiamo adoperando per tutelarli.”, ha concluso Bianchi.

Nessun accenno, in conferenza stampa, nemmeno alla fornitura di mascherine Ffp2 per tutti i lavoratori, un’altra misura sollecitata dai sindacati che chiedevano anche indicazioni “certe delle procedure e un coordinamento sulle misure da applicare”.

Sul tema caldo della scuola è intervenuto anche Franco Locatelli, coordinatore del Comitato Tecnico Scientifico. Nei giorni scorsi, infatti, erano circolate voci su alcune contrarietà, emerse all’interno del Cts, sul rientro in classe. “Da quando coordino il Comitato Tecnico Scientifico il tema scuola è stato affrontato in 7 riunioni diverse e ogni volta c’è stata una posizione unanime che sottolineava la priorità della tutela della didattica in presenza - ha replicato Locatelli - alla luce del danno in termini di percorso educativo e formativo ma anche in termini di strutturazione della personalità e del rischio di deprivazione psico - affettiva che gli studenti sviluppano in mancanza di momenti di socializzazione. Per questo nel Cts non c’è mai stata una posizione contraria alla riapertura della scuola”.

I sindacati da tempo chiedono al Cts spiegazioni sulle evidenze scientifiche alla base della scelta di annullare il distanziamento interpersonale e di cancellare lo sdoppiamento delle classi. Sul punto, però, non è arrivata nessuna risposta.

Draghi: “Invito tutti gli italiani che non l’hanno ancora fatto a vaccinarsi”

"Gran parte dei problemi che abbiamo oggi dipende dal fatto che ci sono dei non vaccinati. Quindi c'è l'ennesimo invito a tutti gli italiani che non si sono vaccinati a farlo, anche con la terza dose. Siamo stati tra i primi ad adottare l'obbligo" di vaccino "per tutta una serie di categorie" ma "ora la circolazione del virus mette di nuovo sotto pressione i nostri ospedali, soprattutto per l'effetto sulla popolazione non vaccinata". Poi ancora: "l'obbligo dei vaccini per gli over 50 - ha spiegato Draghi - lo abbiamo fatto sulla base dei dati, essenzialmente, che ci dicono che chi ha più di 50 anni corre maggiori rischi, le terapie intensive sono occupate per i due terzi dai non vaccinati".

"Quando si introducono provvedimenti di questa portata - ha sottolineato Draghi - con l'obbligo anche sui luoghi di lavoro, occorre puntare all'unanimità". Il Presidente del Consiglio ha quindi minimizzato lo scontro all’interno della maggioranza sulle decisioni da adottare per fermare i contagi. “L’esperienza di questi 11 mesi è stata esperienza di una maggioranza molto grande - ha spiegato - E' chiaro che ci sono divergenze e diversità di opinioni ma non sono mai state di ostacolo all'azione di governo. Dicono che Draghi non decide più? - ha aggiunto - Qui dimostriamo che la scuola resta aperta, è una priorità, non era il modo in cui questo tema è stato affrontato in passato. Più che fibrillazione, sono diversità di vedute" ma su questo ultimo provvedimento "sono di gran lunga inferiori a quelle che ci sono state in altre occasioni, basti pensare alla giustizia, che però si è conclusa con un testo concordato da tutta la maggioranza. Non è né nuova né drammatica come esperienza". 

"La legge di bilancio - ha spiegato Draghi - appena approvata già prevede degli stanziamenti per settori in difficoltà. Per il momento usiamo queste misure, stiamo facendo tutti una riflessione per cercare di affrontare nella maniera più soddisfacente i bisogni di sostegno che possono essere determinati da questa ripresa della pandemia. Valuteremo se servono altre risorse. Non abbiamo riflettuto se sia necessario uno scostamento di bilancio". Contro il caro bollette, "la legge di bilancio ha già stanziato 3,5 miliardi. Sono previsti altri provvedimenti nel trimestre successivo e nei mesi a seguire. La via del sostegno governativo è importante ma non può essere l'unica. Occorre chiedere a chi ha fatto grandi profitti da questo aumento del prezzo del gas di condividerli con il resto della società". 

"Continuano a uscire stime che confermano stime precedenti su una crescita intorno al 4-4,5% nell'anno" 2022. "Certo non è una ripresa sugli stessi ritmi dello scorso anno, la pandemia è un fattore, il secondo sono gli altri indicatori. E' presto per poter fare una valutazione adeguata, perché ci sono rischi per la crescita come il prezzo del gas, rischi geopolitici. La serie dei rischi è molto lunga, dobbiamo aspettare un po' prima di avere aggiornamenti delle proiezioni".  

In conferenza stampa anche il ministro della Salute, Roberto Speranza: "L'ultimo decreto è per far fare un passo avanti importante al nostro paese: oggi siamo all'89,40% di over12 con prima dose, quindi sono non vaccinati poco più del 10% over12 che occupa i due terzi di posti in intensiva e 50% in area medica, quindi vogliamo ridurre i non vaccinati per ridurre la pressione sugli ospedali. Obiettivo essenziale del governo è provare a ridurre ancora l'area dei non vaccinati , una minoranza, per ridurre la pressione sui nostri ospedali". 

"Su 100mila persone ci sono 23,2 persone che vanno in intensiva e sono i non vaccinati. Quando si va ai vaccinati con due dosi da più di 4 mesi, il dato passa da 23 a 1,5, quindi crolla clamorosamente e scende a 1 quando la vaccinazione avviene in ciclo primario entro 4 mesi e col booster si va a 0,9, secondo un grafico Iss. Se vogliamo ridurre la pressione sugli ospedali e salvare vite umane e se vogliamo favorire la ripartenza economica e sociale del paese la strada prioritaria è ridurre l'area dei non vaccinati. E questa è una scelta che ha piena evidenza scientifica".

Ultima modifica il Martedì, 11 Gennaio 2022 11:37

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