"Sono molto preoccupato per ciò che sta accadendo, con gli assegnatari di alloggi Case e Map che, fuorviati da prese di posizione politiche sconsiderate da parte di alcuni consiglieri o da nobildonne, e guidati dall'avvocato Corti, si avviano verso una sorta di sciopero fiscale. Mi rivolgo a loro ma, soprattutto, a tutti i cittadini aquilani, ribadendo e spiegando, per l'ultima volta, come stanno le cose".
Si legge in una nota firmata, stamane, dal sindaco Massimo Cialente che ha inteso rispondere così ai comitati di assegnatari che hanno preannunciato lo sciopero fiscale. "Le recenti sentenze della Corte dei Conti e del Tar - ha sottolineato il primo cittadino - costringono i dirigenti comunali a riscuotere canoni e utenze, nelle forme previste dalle leggi dello Stato, che ha detto basta all'assistenzialismo, nonché in base alle norme dettate dal Consiglio comunale. Non pagare questi affitti - irrisori, ricorda Cialente - con i cui ricavi si coprono le spese per le manutenzioni dei 5mila 600 alloggi del complesso Case e Map, vuol dire pretendere che tutti gli altri cittadini aquilani, che si pagano i propri affitti e la gestione dei propri appartamenti, si debbano far carico di assistere altri cittadini. Quindi si deve pagare, anche perché, tranne pochissimi reali indigenti totali, credo che tutti possano arrivare a 15 euro al mese".
Quanto al canone condominiale o di compartecipazione, "la gestione ordinaria di questi 5mila 600alloggi, tra Case e Map, si aggira intorno ad una cifra superiore ai 2 milioni l'anno, che il Governo ha deciso di non tirare più fuori, dicendo: 'adesso basta'. Lo scorso anno solo per gli interventi sui Map il Comune dell'Aquila ha speso oltre 300mila euro, soldi di tutti i cittadini aquilani, ai quali non intendo chiedere di assistere 1.114 nuclei familiari. Anche in questo caso le quote sono peraltro bassissime. Trovo pertanto pretestuoso ed inaccettabile, ed il Comune infatti non lo accetterà, che non si paghino queste somme, come peraltro previsto dalla legge".
Dunque, Cialente ha affrontato anche il tema della morosità nel pagamento delle utenze: "Alla luce della sentenza del Tar, i cittadini devono pagare le bollette, sino al 2013, sulla base dei consumi individuali. Non vi sono scusanti, dunque, per le morosità, se non quella di volerci marciare. Il pagamento a metri quadri è stato deciso dal Parlamento italiano dopo una lunga discussione della Commissione parlamentare competente, alla luce del dato obiettivo, pubblicato sul sito del Comune dell'Aquila, che 1.350 nuclei familiari che occupano gli alloggi al piano terra pagano il doppio di quelli che abitano al primo e al secondo piano".
Per i morosi delle spese di riscaldamento, scatteranno a breve le procedure per il recupero dei crediti, nonché gli sfratti. "Se qualcuno intende ricorrere alla Corte di Giustizia europea lo faccia pure ma, intanto, paghi", attacca il primo cittadino. "Ogni mese, infatti, arrivano le bollette di Enel Gas, il Comune dell'Aquila sta anticipando le somme, ma le messe in mora che questi signori, non pagando, fanno scattare, fanno maturare interessi che pagano tutti i cittadini aquilani. Intendo dire basta! Per questo motivo saremo costretti a sospendere i pagamenti, con il conseguente distacco dei contatori".
Insomma, il sindaco dell'Aquila ha ribadito la volontà di andare fino in fondo, nel recupero dei crediti vantati dal Comune. I problemi, però, restano e andranno risolti in fretta. I nodi stanno venendo al pettine. E' chiaro, oramai, che il Comune dell'Aquila non è in grado di gestire l'importante patrimonio immobiliare costituito dalle palazzine del progetto Case e dai Map.
Lo ha riconosciuto il presidente del Consiglio comunale, l'avvocato Carlo Benedetti che, stamane, ha convocato una conferenza stampa per fare il punto della situazione. "La gestione del comparto immobiliare comporta un aumento di almeno il 40% delle attività del Comune dell'Aquila. In questo momento, il settore delle Opere pubbliche si sta occupando quasi esclusivamente delle questioni che attingono alla gestione di Case e Map: manutenzione complessiva, recupero canoni, recupero utenze e così via. Converrete che non si tratta di una attività istituzionale che compete ad una amministrazione: non abbiamo né le conoscenze, né il personale adeguato".
Benedetti ricorda come il Comune dell'Aquila sia stato richiamato, "giustamente", al principio dell'efficienza della pubblica amministrazione. "Chi ci ha richiamato a questo principio, però, sa che le attività in questione non possono essere affrontate dall'ente. I Comuni non possono essere chiamati alla gestione di patrimoni immobiliari", ha voluto sottolineare. "Non si può più far finta di nulla, abbandonando le responsabilità al Comune dell'Aquila".
Che ha una responsabilità politica chiara, in realtà: la frettolosa acquisizione al patrimonio di Case e Map, senza domandarsi come si sarebbe affrontata la gestione, senza domandarsi cosa sarebbe successo con il manifestarsi dell'inevitabile deterioramento dei complessi, senza domandarsi come erano stati costruiti gli alloggi, a quali garanzie. "Dovevamo tutelarci meglio", riconosce Benedetti. "Il Comune dell'Aquila non poteva però sottrarsi, erano in ballo scelte troppo importanti: dovevamo uscire dal commissariamento a cui eravamo stati sottoposti nel post terremoto. L'acquisizione è stata un atto di generosità inaudita dell'amministrazione: generosità che ora non è più giustificabile".
Il presidente del Consiglio comunale ha inteso lanciare, dunque, la sua proposta. "Credo che la soluzione sia costituire una società consortile, composta da tutti i portatori di interesse alla gestione del comparto immobiliare, innanzitutto i Comuni del cratere. Se l'amministrazione del comune capoluogo ha problemi nella gestione di Case e Map, figurarsi i sindaci dei piccoli comuni del cratere gravati dai Moduli provvisori. La società dovrà essere totalmente autonoma e dovrà saper stare sul mercato".
Per questo, Benedetti ha chiesto una importante assunzione di responsabilità al Consiglio comunale e ai presidenti della Ia e della IVa Commissione consiliare. "Una soluzione va trovata in tempi brevissimi: la società consortile potrebbe occuparsi di tutte le attività che competono alla gestione, dalla manutenzione alla riscossione dei canoni".
L'ennesima proposta, insomma. Società partecipata, global service, consulenze esterne da migliaia di euro, ora società consortile e, intanto, l'affidamento della manutenzione ordinaria alla Manutencoop e quindi alla Guerrato: il Comune dell'Aquila naviga a vista e si interroga ancora - a più di sei anni dal sisma - su quale sia la formula migliore per gestire l'enorme patrimonio immobiliare del post terremoto.
Con una domanda che resta, ancora, senza risposta: come è stato possibile acquisire al patrimonio, con tanta leggerezza, i complessi Case e Map? La risposta è responsabilità politica dell'amministrazione Cialente.
La replica di Cialente: "No alla società consortile. La soluzione c'è: stiamo preparando bando europeo per global service"
"Ringrazio Carlo Benedetti per la sua generosità che lo porta ad interrogarsi sulle questioni vere, ed a cercare soluzioni. Non sono però assolutamente d'accordo con la proposta di una società consortile. Si tradurrebbe in un altro carrozzone, poltrone, poltroncine, collegi sindacali, assunzioni".
Non tarda ad arrivare la replica del sindaco Cialente alla conferenza stampa indetta, stamane, dal presidente del Consiglio comunale, Carlo Benedetti. "La soluzione c'è", sottolinea il primo cittadino. "Stiamo preparando un bando europeo per un global service, come fatto per altri grandi patrimoni immobiliari di enti, che si occuperà di tutto: una sorta di grande amministratore di condominio. Dalla riscossione di fitti e bollette, alla manutenzione ordinaria. Farà poi, sotto verifica del Comune, le gare per eventuale manutenzione straordinaria. Stiamo verificando poi come fare l'investimento per sostituire i contatori, a tele lettura, nonché la coibentazione della piastra ai piani terra".
Circa il dibattito se il Comune ha fatto bene o male ad assumerne la gestione, Cialente ricorda che "la scelta del governo fu questa, per tutti i comuni, grandi e piccoli. Altro che inaudita generosità. Ma l'alternativa era forse di consegnare il patrimonio alle ATER? No, dico, abbiamo idea dello stato delle case popolari a L'Aquila prima del sisma o adesso in Abruzzo ed Italia? Magari con direttori, come quello di Chieti, con stipendio superiore a quello di Obama? E poi altra questione. Oggi la difficoltà è solo nel fatto che un migliaio di inquilini si rifiuta di pagare affitti e bollette. Ricordo a Carlo ed a tutti, che per le morosità degli affitti, Case e Map sono a livelli minori di tutte le ATER italiane. Per le bollette si dovrà pagare. Ricordo comunque che il governo fissa una riduzione della aziende partecipate. Farne una nuova sarebbe oggi complicato".
Stando dunque al primo cittadino il comune non navigherebbe affatto a vista. "Fra 8 mesi massimo avremo il global service. con buona pace delle passionarie".