Lunedì, 31 Agosto 2015 03:37

L'Aquila, le educatrici precarie degli asili nido: "No a esternalizzazioni"

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Le lavoratrici e le educatrici precarie dei tre asili nido del Comune dell'Aquila ribadiscono, dopo le prese di posizione dei gioni scorsi, il loro no all'esternalizzazione del servizio.

Una soluzione, quest'ultima, a cui il Comune potrebbe essere chiamato a causa del limite ai contratti a tempo determinato nella scuola imposti dalla Corte di Giustizia europea.

Sembrano non aver sortito effetto, dunque, le rassicurazioni date dall'assessore al Sociale del Comune dell'Aquila Emanuela Di Giovambattista 

"In questi giorni" scrivono in una nota le educatrici "più volte i nostri amministratori hanno paventato l'ipotesi di un affidamento esterno di due dei tre asili nido comunali, pronunciando a mezza bocca la parola esternalizzazione. Un'idea che mal si coniuga con questa giunta di centrosinistra, che ha sempre ritenuto il servizio asili nido comunali a gestione diretta come il "fiore all'occhiello" di questa città, assicurato anche grazie all'elevata professionalità del personale".

"Si cerca quindi di far passare l'idea che un servizio fondamentale, come quello degli asili nido comunali, sia soltanto un costo e che possa quindi essere esternalizzato. Una parola questa che, anche alla luce dei recenti fatti di cronaca di Roma, dovrebbe far inorridire qualsiasi amministratore pubblico".

"Occorre invece puntare alla salvaguardia dell'offerta e guardare ai lavoratori non come mere voci di spesa, ma come una risorsa da preservare".

"Non ci rassicurano le parole del sindaco e degli assessori Leone e Di Giovambattista, che vogliono farci credere che l'esternalizzazione sia l'unica strada percorribile".

"Esternalizzare significa infatti ridurre la qualità del servizio, in quanto le gare di appalto dovranno tener conto, inevitabilmente, dell'offerta economica più vantaggiosa, andando necessariamente ad incidere sui costi del personale".

"Non ci convince neanche la proposta di costituirci noi in cooperativa, non avremmo i tempi tecnici per farlo e non saremmo in grado di competere con i colossi nazionali che andrebbero a rispondere al bando".

"Chiediamo quindi all'amministrazione di operare scelte realmente orientate al bene comune e non ad una mera logica di risparmio".

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