371 milioni di euro, 228 di provenienza statale ex art.20, per realizzare cinque nuovi ospedali in Abruzzo: a Sulmona, Avezzano, Lanciano, Giulianova e Vasto. Verrà inoltre ristrutturato il nosocomio di Penne, la cui progettazione è già avanzata. "Siamo di fronte ad un passaggio importante per la sanità regionale", ha sottolineato l'assessore regionale Silvio Paolucci, all'indomani del via libera definitivo e conclusivo del Nucleo di valutazione del Ministero della Salute.
I contenuti della proposta saranno oggetto, a breve, dell'intesa formale che verrà sottoscritta dalla Regione con il Ministro. "Dopo un decennio, fondi di natura statale di edilizia sanitaria potranno essere spesi sul territorio. E sono fondi che saranno utilizzati per migliorare l'offerta. Ma soprattutto - ha spiegato Paolucci - il via libera definitivo del Ministero arriva in un momento particolarmente significativo per la programmazione sanitaria abruzzese, alle prese da un lato con l'attuazione del Decreto Lorenzin e dall'altro con la possibilità concreta di una nuova programmazione di edilizia sanitaria sul territorio. Un momento straordinario di sviluppo che coincide con i tempi di una generale riforma sanitaria destinata a migliorare l'offerta pubblica".
Il momento, in effetti, è particolare: entro un mese, Paolucci dovrebbe tornare al Ministero della Sanità per definire l'uscita dal commissariamento di Regione Abruzzo che passerà, necessariamente, dal recepimento del 'decreto 70', una profonda riorganizzazione delle rete ospedaliera che dovrà incrociarsi con azioni capaci di costruire una rete d'emergenza-urgenza efficace ed efficiente segnando, così, una crescita dei livelli assistenziali sanitari.
Il cosidetto decreto Lorenzin, varato nel 2013, stabilisce una riorganizzazione sanitaria generale, volta a "ottimizzare le risorse" e diminuire la parcellizzazione dei servizi su base territoriale. Gli ospedali vengono classificati in ordine crescente, in base al bacino di utenza e alle funzioni: ospedali di base, di primo livello e di secondo livello, veri e propri hub, dove insistano almeno un milione di abitanti.
Interpretando il decreto, in Abruzzo dovrebbero mantenere le porte aperte 9 ospedali propriamente detti più il presidio di Castel di Sangro. Paolucci, però, spera di strappare una deroga e di assicurare il servizio di 12 ospedali.
I quattro ospedali delle città capoluogo saranno nosocomi di primo livello, con discipline di secondo livello integrate tra loro così che si costituiscano due 'hub': L'Aquila/Teramo e Pescara/Chieti. Ci saranno, poi, altri 3 ospedali di primo livello: Avezzano, Lanciano e Vasto, con le nuove strutture che verranno costruite con i fondi di natura statale per l'edilizia sanitaria.
Poi ci saranno gli ospedali di base che, stando al decreto governativo, dovranno avere almeno 5 reparti aperti. Dovesse passare la linea imposta dal Ministero, 9 ospedali più il presidio di Castel di Sangro appunto, resterebbero aperte soltanto le nuove strutture di Sulmona e Giulianova. Come detto, però, l'assessore Silvio Paolucci tenterà fino all'ultimo di 'salvare' altri tre nosocomi: Ortona, Atri e Sant'Omero.
"Non sarà facile", però. Paolucci è stato molto chiaro.
Se il Ministero dovesse mostrarsi inflessibile, non ci sarà altra alternativa: Ortona, Atri e Sant'Omero diverrebbero strutture di quarta fascia che contemplano soltanto i "ricoveri in elezione", cioé programmati, clinici e specializzati. Così come accadrà con i nosocomi di Penne, Popoli e Atessa.
Altre strutture saranno definitivamente chiuse. In particolare, Guardiagrele, Tagliacozzo, Pescina, Casoli e Gissi: verranno 'sostituiti' da punti di primo intervento di soccorso, e da forme alternative di assistenza previste nel decreto Lorenzin, l'ospedale di comunità a Casoli e l'ospedale riabilitativo a Tagliacozzo.
Evidentemente, le scelte di riorganizzazione dovranno essere accompagnate da azioni tese a garantire e strutturare su principi di maggiore efficienza ed efficacia l'assistenza medica territoriale. E questa sarà la grande sfida da affrontare nei prossimi mesi.